Il centro polisportivo di Serra: l’eterna incompiuta
Vittima preannunciata delle abbondanti nevicate degli anni passati, il tetto del centro polisportivo, o meglio di quello che avrebbe dovuto sormontare una bozza di palazzetto provinciale dello sport, s’intende, è crollato su se stesso volendo quasi rappresentare l’emblema di una struttura realizzata a metà e abbandonata nel tutto. L’eterna incompiuta che regala il pietoso benvenuto a quanti giungono nella cittadina di Serra San Bruno da Mongiana e più in generale dall’entroterra montano del vibonese, è una struttura sulla quel ci hanno messo le mani, si fa per dire, ben due province. Iniziata quando la cittadina della Certosa faceva parte della provincia di Catanzaro, è proseguita o forse sarebbe meglio dire che non è proseguita eccezion fatta per il tetto rovinosamente caduto, sotto la competenza della provincia di Vibo Valentia, che l’ha successivamente abbandonata per lasciarla perire sotto i colpi del degrado e del maltempo. Il tetto, una struttura in legno lamellare con giunti in acciaio-legno completamente a scomparsa, reggeva le falde della copertura stratificata composta da perline, pannello isolante e lamiera, ma evidentemente non è riuscito a reggere il peso di circa 80 cm di neve che, ammassata dall’acqua piovana, l’ha fatto crollare nel febbraio 2012. Dell’opera pubblica che ha visto varie vicissitudini, dopo il crollo del tetto, non rimane che un ammasso di mattoni e di travi, che danno all’occhio del contribuente il senso della disfatta e della rassegnazione per come l’ente provinciale vibonese non soltanto si sia disinteressato completamente alla vie di comunicazione con i centri della montagna, ma si è “dimenticato” delle opere ereditate dalla provincia madre e che necessitavano soltanto il completamento o la necessaria ultimazione. Se per ogni parola spesa da parte dei politici di ogni schieramento che dai palchi elettorali hanno promesso il suo completamento ci fosse stato un mattone, il centro polisportivo sarebbe già stato ultimato da tempo. La verità è che non c’è stata compagine politica che nel suo programma elettorale non abbia messo il palazzetto dello sport come punto programmatico, salvo poi dimenticarsene una volta finita la campagna elettorale e con essa passate le elezioni. Eppure Serra San Bruno dal 1995, da quando cioè è nata la provincia di Vibo Valentia, ha visto nel proprio grembo diversi consiglieri provinciali, quasi tre ogni legislatura, ma per il palazzetto niente da fare, doveva giungerla sua ora e non gli resterà che dormire per altri 30 anni sotto il manto candido della neve che non promette ma regala riposo. Quello che oggi si vede è il residuo di rara bruttezza struttura di una struttura che non serve ad altro che a ricovero di cornacchie e gazze ladre, animali di ogni specie e erbacce di ogni qualità. Sterpaglie e mano dell’uomo fanno il resto e puntualmente d’estate le lingue di fuoco sospinte dal vento non mancano di avvolgere quello che ne rimane. Fino a quando l’ultima fiammata non si porterà via anche il ricordo che già stenta ad essere vivo nella memoria.
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