Cosmo Tassone, il politico di razza dalle maniere semplici
Bisogna sempre dir bene dei morti. In alcuni casi il precetto si rispetta per convenzione, in altri per convinzione.
La seconda categoria si applica sicuramente al compianto Cosmo Tassone o meglio “lu Cecchino”.
Proprio quell’appellativo, usato familiarmente da quanti lo conoscevano, ne faceva intuire il carattere gioviale, la disponibilità e la propensione all’ascolto.
Del resto, le persone ed il territorio, erano la ragione del suo agire politico. Non a caso, proprio al territorio ed alla sua gente ha dato tutto sé stesso, fin da quando ha abbandonato la carriera accademica per ritornare nella sua Brognaturo.
Una scelta che la sua comunità ha sempre ripagato, non facendogli mai mancare sostegno e fiducia.
Lo stesso, però, non può dirsi per un territorio che non gli ha riconosciuto le giuste gratifiche.
Le sue doti e le sue capacità avrebbero meritato, infatti, ben altro proscenio. Un proscenio, purtroppo, precluso dalle umane miserie e delle meschine gelosie in cui, il più delle volte, s’imbatte chi fa politica con passione.
Le sue riflessioni, le sue analisi lucide, capaci di spingersi ben oltre l’angusto recinto cui ha dedicato la sua vita, offrivano l’immagine di un politico di razza.
Ascoltandolo, si comprendeva perfettamente che ad animarne l’operato non era solo una solida e consapevole visione strategica, ma l’idea del primato della politica, intesa come forza regolatrice ed ordinatrice della realtà.
Se la sorte e gli uomini gli avessero offerto le possibilità immeritatamente concesse ad altri, molto probabilmente, l’intera fascia montana delle Serre oggi non dovrebbe dibattersi per sfuggire all’abbraccio fatale dello spopolamento.
Di certo, al dubbio di ciò che avrebbe potuto fare, si contrappone la certezza di ciò che ha fatto per donare futuro e speranza alla sua gente.
Con lui se ne va, non solo un pezzo di storia, ma anche uno dei protagonisti più rappresentativi del territorio delle Serre.
Un uomo ed un politico la cui epigrafe andrebbe vergata con un passo del Leopardi: “È curioso a vedere, che gli uomini di molto merito hanno sempre le maniere semplici, e che sempre le maniere semplici sono prese per indizio di poco merito”.
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