Videoconferenza in diretta facebook tra vari esponenti politici e rappresentanti del territorio delle Serre, Preserre e Basso Jonio, in cui si è parlato delle prospettive possibili a seguito della pandemia di COVID-19. All’incontro dal titolo “Serre, Preserre e Basso Jonio. Un futuro dopo il Covid-19 è possibile” e organizzato da Emanuela Neri, consigliere comunale di Chiaravalle Centrale, componente della Conferenza regionale Democratiche Calabria e segretaria di Circolo del PD, hanno partecipato imprenditori, professionisti e rappresentanti politici. Dalla camera dei deputati è intervenuto Antonio Viscomi, assieme ai consiglieri regionali Luigi Tassone e Libero Notarangelo e ai sindaci Ernesto Alecci di Soverato e Vitaliano Papillo di Gerocarne. Oltre a Teresa Esposito, Responsabile Conferenza Democratiche Calabria, Anna Pittelli, componente della Direzione Nazionale del Pd, Giuliano Fera, ingegnere civile, Luciano Principe, imprenditore di Chiaravalle Centrale e la stessa organizzatrice Emanuela Neri. Durante la discussione tutti i partecipanti, partendo da ciò che sta succedendo in tutto il mondo e dall’impatto che la pandemia ha avuto nel sociale e nell’economia, hanno manifestato l’esigenza di analizzare le conseguenze che tutto ciò ha avuto in un piccolo territorio come quello delle serre, preserre e basso jonio e se ci potesse essere la possibilità di trasformare la negatività che la situazione odierna inevitabilmente ha portato in positività in modo da creare i presupposti, attraverso le scelte politiche e l’apporto di tutti gli ambiti sociali, per far rivivere le piccole realtà. “Abbiamo un’opportunità, – secondo Emanuela Neri – ci si presenta l’occasione di far sviluppare le nostre piccole realtà. Come afferma Fuksas, bisogna ritornare all’umanesimo, dobbiamo tornare a vivere i nostri paesini. Allontanarci dal Global – ha proseguito la Neri - per tornare a goderci il Local in un modo nuovo. In contatto costante con tutto il mondo così come oggi le nuove tecnologie ci danno la possibilità di fare”. “Dagli eventi negativi si dovrebbe prendere esempio – per Giuliano Fera – così come è successo a Genova. La burocrazia allunga i tempi di ripresa e uccide un pezzo alla volta tutte le realtà produttive di un territorio. La cosa da fare non sarebbe solo saltare alcuni passaggi farraginosi nei momenti di emergenza, ma cancellarli e rendere in ogni momento il più fluido possibile tutta la macchina istituzionale e produttiva”. Luciano Principe ha auspicato una collaborazione tra la società civile e imprenditoriale e la politica, che è fatta di persone che se scelte bene recepiscono e portano nelle sedi istituzionali le istanze di tutte le componenti di un territorio. Fiducia nelle istituzioni, quindi, e collaborazione tra le parti in causa per superare questo momento e ripartire più forti di prima. Dello stesso parere Vitaliano Papillo, secondo cui “la prima cosa da fare è snellire la macchina amministrativa. Per ogni richiesta ad un ente o per partecipare a un bando ci sono decine di documenti da presentare e una miriade di fogli da compilare. In questo modo si allontanano i cittadini dalle istituzioni e non si riesce ad intervenire laddove è necessario in tempi brevi e si crea un muro tra chi rappresenta, che ascolta sempre di meno il territorio, e chi deve essere rappresentato”. La diffusione del COVID-19, potrebbe portare la maggior parte di coloro che andranno in vacanza a rimanere in Italia e in particolare a scegliere le regioni del sud dove il virus si è manifestato in maniera meno diffusa. “Dobbiamo, quindi, cogliere la sfida – secondo Alecci – e aiutare le aziende che lavorano nel turismo per preparare nel migliore dei modi la stagione estiva”. Per Anna Pittelli, in Calabria, si dovrebbe parlare di costruzione e non di ricostruzione, in quanto si dovrebbe “partire da zero e implementare l’offerta culturale e turistica accogliendo i visitatori con una serie di servizi che duri tutto l’anno e non solo la stagione estiva”. Secondo Luigi Tassone, il percorso che la Calabria dovrebbe seguire per rilanciarsi dovrebbe passare dal Turismo, che è una parte importante dell’economia regionale, ma soprattutto dall’Agricoltura, che è il settore che più influisce economicamente sul tessuto sociale. “Per far ripartire l’economia calabrese bisogna investire sull’agricoltura, sul turismo, sulla sanità e sull’imprenditoria”. In conclusione l’intervento di Antonio Viscomi, deputato del Partito Democratico che ha posto l’accento sulla necessità della realtà calabrese “di fare sistema. Il turismo, l’agricoltura, il manifatturiero, il terzo settore e il commercio devono concorrere e partecipare alla crescita della nostra regione. Lo scoglio da superare sono tutti i campanilismi. Bisogna unire tutte le realtà e portarle a combattere per lo stesso obiettivo, quello di far crescere il nostro territorio”.