Emergenza rifiuti Calabria jonica, U.Di.Con.: “La Regione intervenga quanto prima”
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I finanzieri del Reparto operativo aeronavale e gli uomini della capitaneria di porto della città dello Stretto, hanno individuato e sequestrato una discarica abusiva in località Vallone Mariannazzo di Reggio Calabria.
Sull'area, di 1500 metri quadrati, sono stati rinvenuti rifiuti speciali, distribuiti su una superficie di circa 250 metri quadrati.
Il responsabile, P.N., 54 anni, di Reggio Calabria, è stato denunciato.
Durante un normale servizio di controllo, i carabinieri di Limbadi hanno individuato una discarica abusiva allestita in una vallata raggiungibile attraverso alcune stradine interpoderali.
Nell'area, di circa 1400 metri quadrati, nel corso del tempo erano stati abbandonati rifiuti pericolosi, parti di carrozzeria di veicoli, motori e carcasse di autovetture.
Dopo aver sequestrato l'intera superficie, i militari hanno denunciato R.G. di 36 anni, perché ritenuto responsabili dei reati previsti in materia di discarica abusiva e per la gestione illecita di veicoli fuori uso.
Un’area adibita a discarica abusiva di rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi, è stata sequestrata, in località “Driale” del comune di Capistrano (VV), dai carabinieri forestali della Stazione di Vallelonga.
In particolare, la discarica, di circa duemila metri quadrati, è stata individuata dai militari, insieme ai carabinieri della Stazione di Monterosso Calabro, in un bosco con piante di sughera.
Sull'area erano stati depositati diversi cumuli di rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi, di natura eterogenea, provenienti da veicoli fuori uso in evidente stato di abbandono e privi di parti essenziali, quali pneumatici, batterie non sottoposte alla rimozione dei liquidi, ricambi e attrezzi di varia natura, componenti meccaniche, metalliche e non metalliche, materiale plastico ecc.
Contestualmente è stato identificato il proprietario del terreno, S. B., residente a Capistrano, che è stato deferito in stato di libertà.
L’area, che ricade in zona sottoposta a vincolo paesaggistico - ambientale, è stata sottoposta a sequestro.
I carabinieri della Compagnia di Palmi e del Nucleo operativo ecologico di Reggio Calabria hanno sequestrato una discarica, ubicata in contrada "Quarantano" di Castellace di Oppido Mamertina, gestita da una società cooperativa, il cui presidente è stato denunciato per gestione di rifiuti non autorizzata.
In particolare, nell’impianto, che si estende su una superficie di circa 5 mila metri quadrati circondata da agrumeti, erano presenti centinaia di quintali di rifiuti di cartone sparso ovunque, plastiche di varia natura, sia in cumuli che ammassate, materiale ferroso sparso, cumuli di eco balle di cartone, di multi-materiale, di polietilene e di polistirolo, stoccati sul nudo terreno in alti cumuli e in molti casi frammisti tra loro.
La documentazione acquisita dai militari ha stabilito che i materiali provenivano sia da enti pubblici, che da privati.
Gli accertamenti successivi avrebbero permesso agli uomini dell'Arma di riscontrare l'assenza, fin dal 2014, dell'Autorizzazione unica ambientale, necessaria al fine di poter trattare e recuperare i rifiuti.
Per i carabinieri, la documentazione rinvenuta all’interno degli uffici e la quantità di rifiuti in lavorazione testimonierebbero, inequivocabilmente, che la discarica sarebbe in attività dall’ottobre 2014, data di scadenza della precedente autorizzazione al trattamento di rifiuti.
I finanzieri del Comando provinciale di Cosenza hanno scoperto e sottoposto a sequestro una discarica abusiva di pneumatici.
Una “montagna” di circa 6,5 tonnellate di rifiuti speciali, abbandonati in un terreno situato in un Comune montano del Cosentino, noto per le bellezze ed attrazioni turistiche.
Le attività investigative, effettuate dai finanzieri della Compagnia di Paola, hanno consentito d'individuare i responsabili della raccolta, del trasporto e del deposito illecito di rifiuti.
Si tratta di due persone, denunciate all’Autorità giudiziaria per attività di gestione di rifiuti non autorizzata.
I responsabili, oltre a dover bonificare il sito, rischiano ora, anche, una sanzione da un minimo di euro 2.600 ad un massimo di euro 26 mila.
Gli uomini della capitaneria di porto di Reggio Calabria ed il titolare del locale ufficio marittimo hanno sequestrato una discarica abusiva, nella quale erano stati scaricati oltre 4 mila metri quadi di rifiuti pericolosi e non.
L'area, nella quale erano ammassati vecchi elettrodomestici, scarti di attività di costruzione e demolizione, inerti e lastre di eternit, è stata individuata in località foce del Torrente Praialonga di Bagnara Calabra.
Una volta sigillata e posta sotto sequestro, la discarica è stata affidata in custodia al Dirigente dell’ufficio tecnico del Comune di Bagnara, competente per quanto riguarda le successive attività di bonifica.
L’attività di polizia giudiziaria è stata convalidata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta del magistrato titolare delle indagini.
I carabinieri forestale della Stazione di Rossano hanno rinvenuto e sottoposto a sequestro una discarica abusiva, contenente oltre 800 metri cubi di rifiuti.
Il materiale è stato abbandonato in un’area oggetto di tutela paesaggistico ambientale. In prossimità della battigia sono stati scaricati rifiuti speciali non pericolosi, tra i quali cemento, calcestruzzo, piastrelle, materiali ferrosi, plastici, frammenti di materiale coibentante, cartongesso ed altri.
Lo smaltimento illecito, avvenuto su una superficie di circa 1900 metri quadri, ha inoltre impedito il deflusso delle acque di un fosso di scolo presente nell’area.
Al termine degli accertamenti, coordinati dalla Procura della Repubblica, i militari hanno individuato i presunti responsabili della gestione illecita dei rifiuti e consequenziale apertura di discarica abusiva. Si tratta di due imprenditori del luogo, proprietari del terreno, che sono stati deferiti alla Procura della Repubblica di Castrovillari.