Nesci: "Bene Conte, colmare divario Nord-Sud è una priorità"

“Le parole del Presidente Giuseppe Conte sul Mezzogiorno rappresentano in pieno la nostra linea. Durante la sua visita in Calabria, Conte ha sottolineato la necessità di investire sul Sud puntando sulla fiscalità di vantaggio, colmando il gap infrastrutturale rispetto al Nord e assicurando che ogni risorsa destinata al meridione non sia dirottata altrove. Abbiamo già assicurato che il 40% delle risorse del PNRR sia destinato al Mezzogiorno e metteremo in campo ancora altre misure. Colmare il divario tra Nord e Sud è per noi una priorità, vogliamo costruire l’equità territoriale perché solo così il Paese può ripartire”.

Lo dichiara Dalila Nesci, sottosegretario di Stato per il Sud e la coesione territoriale.

 

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Verso le regionali, Pd Calabria contro Conte: "Non può decidere per conto del centrosinistra"

Riceviamo e pubblichiamo

"Abbiamo ascoltato con attenzione il presidente Conte a Mezz’ora in più di Lucia Annunziata. Ne abbiamo ricavato due notizie interessanti: che il M5s parteciperà alle primarie di Bologna sostenendo un giovane amministratore del Pd come candidato sindaco e che invece in Calabria, non ha mai risposto alla richiesta di partecipazione alle primarie chieste unanimemente dal Pd Calabria, dal candidato che era stato individuato unanimemente dal Pd ed anche da alcuni esponenti del suo stesso M5s.
Nom comprendiamo il senso di questa schizofrenia politica. Nessuno di noi ha mai detto di essere contrario ad un allargamento della coalizione al Movimento 5 stelle. Tuttavia non riconosciamo a Conte il potere di decidere per conto della coalizione di centrosinistra e del primo partito della Calabria che è il Pd.
Per l’importanza che riveste il voto in Calabria, per le questioni avvenute nei giorni scorsi e per gli ultimi annunci di Conte, è urgente ed opportuno un confronto tra il Partito democratico della Calabria con il segretario nazionale, unico interlocutore possibile”.

Esposito Teresa coordinatrice regionale donne PD

Enzo Insardà segretario federazione pd Vibo Valentia/ Tesoriere regionale

Libero Notarangelo consigliere regionale pd

Luigi Tassone Consigliere regionale pd

Antonio Viscomi Deputato PD

Enza Bruno Bossio Deputata PD

Sebastiano Romeo già capogruppo pd regione Calabria

Franco Iacucci Presidente Provincia Cosenza
Mario Valente Segretrio regionale Giovani Democratici

Da Conte a Draghi, dialogo immaginario con Zingaretti

Dialogo immaginario con il segretario del Partito democratico, Nicola Zingaretti.

La crisi di governo è giunta ad un punto morto, per uscire dall’impasse intende proporre un nome nuovo per Palazzo Chigi?

Zingaretti: " Non ci pensiamo neppure. Non ci sono altre strade, l'unico governo possibile è con Conte premier".

Quindi, esclude la possibilità di sostenere un altro candidato alla Presidenza del Consiglio

Zingaretti: "Assolutamente! Siamo persone di parola, Conte o morte!"

Ne è sicuro?

Zingaretti: "Certo! Draghi  va benissimo".

Tutta colpa di Renzi

Finalmente abbiamo il responsabile!

La cassa integrazione non pagata, i ristori insufficienti, la mancanza di un piano pandemico per affrontare il Covid, lo spreco dei banchi a rotelle, quello del bonus monopattini, i ritardi nella gestione dell’emergenza. Tutta colpa di Renzi e dei parlamentari d’Italia viva.

Sì proprio lui, l’artefice della nascita del Conte bis, è il responsabile del disastro in cui si barcamena il Paese.

A certificarlo, sono i suoi ex alleati in una nota unitaria nella quale – come riporta l’Ansa – si parla della necessità di “Accelerare in quella parte di attività di governo che è stata rallentata dagli steccati, spesso pretestuosi, alzati dalle ministre di IV per dare risposte ancor più efficaci al Paese".

A tenere il governo con il freno a mano tirato sono stati, quindi, i ministri Teresa Bellanova ed Elena Bonetti.

Sono state loro - evidentemente eterodirette da Renzi - che, pur occupandosi rispettivamente d'Agricoltura e Famiglia, hanno tenuto in ostaggio i colleghi con delega alla Salute, alla Scuola, all’Economia ai Trasporti; impedendo loro di agire tempestivamente per affrontare al meglio l’emergenza provocata dal coronavirus.

A questo punto, viene da chiedersi per quale motivo, anziché aspettare che fossero loro a dimettersi, Conte non le abbia espulse, o meglio allontanate dal governo a calci nelle terga.

Come se non bastasse, durante il dibattito sulla fiducia, ascoltando le dichiarazioni del premier e dei partiti che lo sostengono, avevamo avuto l’impressione che non ci fosse stato alcun ritardo, che l’Italia avesse avuto la ventura di avere il miglior governo che si potesse desiderare e che l’esecutivo avesse fatto tutto ed anche più.

Anzi, in un passaggio del suo discorso, il presidente del Consiglio ha anche riconosciuto l’apporto costruttivo del partito di Renzi nella modifica del Recovery plan.

Oggi, in virtù della repentina inversione ad “U”, scopriamo, invece, che tutto non è andato per il verso giusto, che l’azione di governo ha subito ritardi e che l’esecutivo era tutt’altro che il migliore del mondo.

Preso atto di ciò, le forze che sostengono la maggioranza hanno deciso di recuperare il tempo perso, tanto più che ora, secondo fonti di primo piano del Movimento 5  stelle, " non c'è più il peso dell'ostruzionismo interno di Renzi".

Pertanto, nelle prossime settimane, grazie al sostegno di Mastella e Ciampolillo, il governo conta di  recuperare i ritardi accumulati nei mesi in cui godeva di un solido consenso in  entrambi i rami del Parlamento. Per farlo, però, vista l’assenza di una maggioranza assoluta al Senato, dovrà confidare nel voto favorevole delle opposizioni. In alternativa, dovrà sperare in un allargamento del perimetro della maggioranza, nel quale potrebbero rientrare dalla finestra alcuni parlamentari di Italia viva, ovvero gli stessi che avrebbero tenuto in ostaggio il Conte bis impedendogli di fare ciò di cui il Paese avrebbe avuto bisogno.

Per citare il sempre attuale Flaiano, “la situazione è grave, ma non è seria”

 

 

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Santelli scrive al premier Conte: “La sanità commissariata nega il diritto alla salute dei calabresi”

"Egregio Presidente Conte,

Scrivo da una Regione in cui i diritti dei cittadini sono troppo spesso calpestati. La Calabria è una terra che ha tante potenzialità ma anche troppi, troppi problemi irrisolti.

Il più importante dei diritti calpestati è quello alla Salute. Siamo vittime da anni di un commissariamento governativo che, improntato esclusivamente a logiche meramente ragionieristiche, ha distrutto la sanità calabrese.

In questo le responsabilità politiche devono essere chiare e nette.

Tutte le scelte sanitarie competono in Calabria al Governo ed ai suoi commissari.

Sono stata attenta ad evitare lo scontro istituzionale, non credo faccia bene a nessuno, ma chi decide di commissariare e di effettuare le scelte, poi deve avere il coraggio di assumersi la responsabilità che ne conseguono.

La fase Covid è stata gestita dalla Regione in assoluta sintonia con il Governo nazionale. Il nuovo piano sull’emergenza, invece, su richiesta dei commissari è stato predisposto dagli stessi senza alcun coinvolgimento della Regione, e varato dal Ministero competente. Il nuovo piano ribalta totalmente l’impostazione precedente e per quanto mi riguarda lo trovo di difficile attuazione.

Nella riunione con il commissario Arcuri e i ministri Speranza e Boccia, Arcuri ha specificato che nelle Regioni in cui è presente il commissariamento ad acta la Regione non è soggetto attuatore. Non m’interessa essere soggetto attuatore di un piano che non condivido, ma è necessario che i calabresi sappiano che il Governo si sta assumendo tutta le responsabilità della gestione sanitaria del Covid in Calabria e che la Regione è stata totalmente esautorata.

Mi spiace dopo mesi di leale collaborazione, ne prendo semplicemente atto.

La responsabilità verso i calabresi deve essere però chiara, se viene ridisegnata la rete oncologica sul tumore alla mammella e, nonostante le proteste della Regione si va avanti per una strada che, purtroppo, porterà a una nuova e pesante emigrazione sanitaria, se vengono bloccate le radioterapie per esigenze di budget, rendendo impossibile ai calabresi di curarsi a casa propria e costringendoli ad andare fuori regione per terapie salvavita, i calabresi devono sapere che sono scelte effettuate dai commissari di Governo, con la totale contrarietà della Regione.

Non credo che, Presidente Conte, Lei sia al corrente di queste cose ma è mio obbligo morale e politico porle in evidenza. Noi calabresi abbiamo diritto ad una sanità da Paese civile, non m’interessa fare guerra contro il Governo nazionale, ma non farò da parafulmine a scelte pesantemente penalizzanti per i miei concittadini.

L’emergenza sanitaria ci ha insegnato che esiste un destino di comunità. Nessuno si salva da solo. Non possono esserci divisioni strategiche e strumentali davanti a un diritto fondamentale come la salute.

Io sono certa che vorrà ascoltarmi per trovare insieme una strada che faccia onore allo sforzo del Paese tutto di non lasciare indietro nessuno".

Così Jole Santelli presidente della Regione Calabria.

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L’Italia stremata e il teatro delle ombre di Villa Pamphili

Nell’Italia flagellata dal coronavirus non ci sarebbe tempo da perdere.

Le imprese sono in ginocchio, i lavoratori non ne parliamo.

Il momento imporrebbe riflessioni accurate, scelte coraggiose e una catena di comando rapida ed efficace.

Per momenti come l’attuale, andrebbe rispolverato il vecchio “Festina lente”, il motto attribuito all’imperatore Augusto, articolato sull’ossimoro “affrettati lentamente” che rappresenta un invito ad agire senza indugi, ma con cautela.

L’Italia contiana, invece, sembra aver recepito il concetto al contrario, nel senso che si agisce con indugi e senza cautela.

A testimoniarlo, più che le analisi degli economisti o degli osservatori, sono il disagio, la disperazione, a volte addirittura la prostrazione in cui annaspano milioni d’italiani.

Il coronavirus, poi, ha messo a nudo le discrepanze e le ineguaglianze di un Paese in cui alcuni lavoratori, quelli super garantiti e ipersindacalizzati, al termine della crisi hanno paradossalmente visto crescere la loro disponibilità economica e quelli cui non sono rimasti neppure gli occhi per piangere.

Da un parte, chi ha continuato a percepire il medesimo stipendio e con i consumi limitati quasi esclusivamente alle sole spese alimentari, si è trovato con in banca un insperato gruzzoletto; dall’altra, chi, da sempre senza garanzie, si è trovato ad affrontare il mare in tempesta senza neppure un salvagente bucato.

Per il prossimo futuro, poi, le previsioni sono ancora più fosche: il crollo del Pil, che già in condizioni ordinarie era tutt’altro che entusiasmante, potrebbe trascinare sul lastrico, non solo i precari ed i lavoratori senza voce né diritti, ma anche commercianti e piccoli imprenditori.

Un intero tessuto socio-economico rischia di rimanere schiacciato sotto il peso di una valanga  di proporzioni apocalittiche.

In un frangente del genere, quindi, servirebbero analisi ponderate e risposte celeri.

In Germania, i tecnici della Merkel hanno redatto una cartellina nella quale sono contenute tutte le misure necessarie per rilanciare l’economia.

In Italia, invece, sono state messe in piedi quattro differenti task force, con uno stuolo di esperti o sedicenti tali che, allo stato, non sono riuscite a cavare il classico ragno dal buco.

Come se non avessimo già perso tempo a sufficienza, Conte ha deciso d’inventarsi gli Stati generali.

Un evento mortificante per la democrazia parlamentare sancita dalla Costituzione, che affida al Parlamento il compito di legiferare e quindi discutere gli indirizzi da dare al Paese.

Così, a Villa Pamphili, in barba ai 945 parlamentari, più i senatori a vita, che i contribuenti pagano perché diano le coordinate all’Italia, si ritrova un folto manipolo di tecnocrati non eletti da nessuno e scelti con criteri e modalità sconosciuti ai più.

Ad aggravare il deficit di democrazia, la scelta di non rendere pubblici gli incontri nei quali si parla o si dovrebbe parlare del futuro del Paese e del destino degli italiani.

Infine, come se non bastasse, nonostante il flagello del coronavirus imponga risposte immediate, la kermesse si trascinerà per ben dieci giorni.

Un tempo biblico, soprattutto in un’epoca come la nostra dominata dal mito diabolico della velocità.

Con il Paese a pezzi, dieci giorni sono un’eternità, tanto più  che, giusto per fare un esempio, la conferenza di Yalta, con la quale venne ridisegnato il mondo uscito dalla Seconda guerra mondiale, durò appena una settimana.

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Calabria: opere pubbliche, sanità e Fase2 al centro dell’incontro tra Santelli e Conte

"Ho appena avuto un incontro cordiale e propositivo con il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Al centro della discussione la Calabria e le sue reali necessità.

Abbiamo parlato di sblocco delle opere pubbliche, di sanità, di Fase2. Abbiamo parlato di una Calabria nuova, che ha grande voglia rilanciarsi, ripartire e stupire. Per questo ho chiesto un'attenzione particolare che purtroppo in tutti questi anni spesso è mancata.

Dobbiamo recuperare anni di sviluppo mancato e dobbiamo farlo presto, anche attraverso una costruttiva sinergia tra Governo e Regione.

Non c'è più tempo".

Lo rende noto Jole Santelli, presidente della Regine Calabria.

In Calabria il prossimo Consiglio dei Ministri del 18 aprile

Secondo quanto appreso da fonti di Governo, il 18 aprile il Consiglio dei Ministri si riunirà in Calabria. La sede scelta dovrebbe essere Gioia Tauro, così come anticipato ad inizio mese dal Ministro Toninelli. Il nodo più spinoso da sciogliere sarà quello relativo al decreto urgente, annunciato dal Ministro della Salute Giulia Grillo, sulla sanità calabrese a seguito dello scioglimento, per infiltrazioni mafiose,  della direzione sanitaria di Reggio Calabria. Sulla sua pagina facebook il Ministro Grillo annuncia: “Il mio impegno si è concretizzato. Il 18 aprile approveremo il Decreto Calabria. Avanti tutta per cambiare la sanità e riportare il diritto alla salute ai calabresi. Non si torna indietro”. Le decisioni prese nel Consiglio dei Ministri serviranno a fronteggiare il dissesto di bilancio della sanità in Calabria, oltre ai tanti altri problemi di gestione che affliggono da troppo tempo un comparto così importante per la vita dei cittadini calabresi.

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