“Lo smembramento della Polizia provinciale può essere evitato”

“Non disperdere le competenze e le professionalità acquisite dai Corpi di Polizia provinciale”. È l’obiettivo del consigliere regionale Giuseppe Graziano, ad avviso del quale “per la Calabria, regione che conta su un patrimonio agricolo, boschivo e faunistico di inestimabile valore, il mantenimento di un’entità così specializzata non può che essere una risorsa in più per garantire la tutela e la salvaguardia dei territori. Oggi più che mai, soprattutto per gli effetti della cervellotica riforma del Governo Renzi sulle forze dell’ordine che ha cancellato il Corpo forestale, serve un’azione incisiva che possa assicurare un presidio di controllo costante sull’ambiente. Umbria e Toscana – osserva l’esponente della Cdl - si sono già determinate per assicurare alle loro province uno stanziamento ulteriore di risorse per ampliare lo spettro d’azione della polizia territoriale e rendere la sua azione più incisiva. Il Governo Oliverio si adoperi per avviare questo stesso percorso così da evitare il proliferare dei reati all’ecosistema, soprattutto nell’ambito dei settori caccia e pesca”. Graziano, sulla questione della Polizia provinciale della Calabria e sulla vigilanza nelle materie non fondamentali, oggetto di riordino da parte del Governo Renzi, ha anche presentato un’interrogazione per chiedere al Governo regionale quali azioni intenda intraprendere al fine di tutelare questa essenziale forza di prevenzione e tutela ambientale. “In Calabria – afferma il segretario questore del Consiglio regionale - abbiamo una risorsa importante di professionalità e competenze nell'ambito della tutela del territorio, nella lotta ai crimini ambientali, al fenomeno del maltrattamento degli animali, del bracconaggio ed in genere contro lo sfruttamento criminale dell'ambiente e degli animali, rappresentata dai Corpi di Polizia provinciale. Il loro ridimensionamento, previsto dalla riforma Delrio al seguito dell’annullamento delle Province, rappresenta una mannaia per le politiche a difesa dell’ambiente e dell’ecosistema che, seppur con grandi difficoltà, sono state avviate sul territorio regionale. Si pensi all’assist che si darebbe all’azione dei bracconieri o dei trafficanti di rifiuti o, ancora, alle ecomafie senza la presenza di un organo di repressione. Appare ovvio – aggiunge Graziano - che ci troviamo di fronte all’ennesima decisione bizzarra del Governo centrale che da un lato taglia, ingiustamente, fondi e competenze ma dall’altro, ovviamente, esige massimo controllo dei territori attraverso un’azione di polizia pervasiva. E si capiscono le difficoltà delle Regioni, così come quelle dei Comuni, nel dover far fronte ai servizi avendo poche risorse disponibili. Ecco perché è d’obbligo, soprattutto in questa contingenza, essere lungimiranti e scaltri. Magari trovando le giuste interpretazioni alla legge. A proposito, l’accordo Stato-Regioni – precisa Graziano – dello scorso 5 novembre fornisce una cornice interpretativa condivisa per la migliore applicazione della normativa introdotta dal decreto legge 78/15 in materia di Polizia Provinciale. Alle regioni, viene data la possibilità di riallocare il personale per le funzioni di vigilanza collegate alle funzioni non fondamentali oggetto di riordino da parte della Regione, con copertura delle relative spese. Diverse regioni, come l’Umbria e la Toscana, hanno già annunciato l'accordo con le Province, che consentirà, di mantenere l'unitarietà dei corpi di polizia provinciale, evitando inutili quanto dannose dispersioni in altri ambiti, di personale specializzato in materie importanti. In tali convenzioni, si stabilisce che la Polizia Provinciale, oltre ad occuparsi della vigilanza sulle materie fondamentali oggi in capo agli Enti di area vasta, si occuperà, per conto delle regioni, anche di controlli sulla caccia, sulla pesca, e su diverse materie, di competenza amministrativa regionale. Potrebbe fare lo stesso anche la Regione Calabria, che in tal modo – è la proposta di Graziano - potrebbe evitare sia la parziale, scompaginata e incongrua mobilità di personale di polizia provinciale verso altre destinazioni e sia la drastica riduzione o annullamento delle attività di presidio del territorio in aree rurali ed extraurbane”.

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Trivellazioni, Graziano: "Fallito il tentativo del Governo, ci sarà il referendum"

"Una prima battaglia contro la ricerca di idrocarburi in mare l’abbiamo vinta. La Corte di Cassazione, infatti, ha reso ammissibile il quesito referendario relativo alla durata dei permessi, chiesto a più voci da numerose regioni del Meridione. Compresa la Calabria che, nei mesi scorsi, nel corso di un Consiglio regionale, ha approvato un nostra proposta di attuazione di un’azione consultativa contro l’attività di trivellazione in mare". Soddisfatto il Presidente del Movimento "Il Coraggio di Cambiare l'Italia" e Segretario questore del Consiglio regionale, Giuseppe Graziano: "È fallito il piano del Governo per evitare i referendum sulle trivelle in mare proposti dalle Regioni. La Consulta dà ai cittadini la parola decisiva! Anche attraverso la nostra persistenza e la nostra presenza costante su tutti i tavoli siamo riusciti a raggiungere questo risultato. Abbiamo un po’ scombussolato i piani del Presidente Renzi. E’ una giornata storica perché mai nella storia della Repubblica i Consigli Regionali hanno convocato un referendum come questo che coinvolge tutte le regioni del sud e si pone a difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini. Questa è la prima volta che può determinare un momento di svolta per il Paese. È un segnale di coraggio nel cambiamento! Sarà data l’opportunità ai meridionali di poter votare per decidere sul loro futuro.  La battaglia con Il Coraggio di Cambiare l’Italia – conclude Graziano – va avanti per impedire la devastazione dei nostro mare e del paesaggio. La Consulta ha infatti dichiarato ammissibile un referendum sulle trivelle: il quesito riguarda la durata delle autorizzazioni a esplorazioni e trivellazioni dei giacimenti già rilasciate. A proporlo sono stati nove Consigli regionali (Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise). Questo stesso quesito era già stato dichiarato ammissibile dalla Cassazione. In particolare il quesito ammesso è l’unico del quale l’ufficio centrale per il referendum ha affermato la legittimità sulla base della normativa sopravvenuta (la legge di stabilità 2016). Nella nuova formulazione il referendum viene pertanto ad incentrarsi sulla previsione che le concessioni petrolifere già rilasciate durino fino all’esaurimento dei giacimenti, in tal modo prorogando di fatto, come rilevato dall’ufficio centrale per il referendum, i termini già previsti dalle concessioni stesse. La sentenza sarà depositata entro il 10 febbraio, come previsto dalla legge".

 

 

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“In Calabria i cuochi ospedalieri diventano autisti 118”. Graziano chiede l’apertura di un dossier

“I cuochi ed il personale mensa degli ospedali di Castrovillari e Mormanno sottoscrivono un accordo con gli uffici Asp per cambiare il loro profilo in autisti 118. Succede anche questo in Calabria. In una regione in cui la gestione della Sanità, ormai è chiaro, si fonda sulle assurdità. Non basta la riorganizzazione senza criterio dei reparti. Non basta il taglio drastico ai servizi primari di assistenza. Non basta, nemmeno, il dispendioso concorso esterno per l’assunzione di nuovo personale, senza prima approntare un più sensato programma di mobilità. Ora – probabilmente per far quadrare i conti di un Piano di rientro senza né capo né coda – si pensa anche di mettere alla guida delle ambulanze personale vestito da chef. Sembrerebbe una comica, se a parlare non fossero alcuni atti controfirmati proprio dai dirigenti dell’Azienda sanitaria di Cosenza. È quanto denuncia il segretario questore del Consiglio regionale e presidente nazionale del movimento “Il Coraggio di Cambiare l’Italia”, Giuseppe Graziano che sul caso dei cuochi precari delle mense di Castrovillari e Mormanno chiederà al presidente Oliverio di aprire un dossier. Così da poter far luce sull’accaduto ed evitare rischi all’utenza e l’ennesima pessima figura alla Calabria in Italia e in Europa. “Ma dove mai si è visto – denuncia Graziano - che il manager di un’azienda, in questo caso pubblica, chieda ai dipendenti di cambiare profilo lavorativo? È come se il management della Fiat decidesse all’improvviso di chiedere al team degli ingegneri elettronici di occuparsi della progettazione di nuovi pezzi meccanici. È improbabile oltre che assurdo. Soprattutto se una società, per troppi anni in perdita e inefficiente, volesse invertire il trend e riposizionarsi sul mercato. In Calabria, invece, succede anche questo. In un settore come la Sanità che è eroga servizi di primaria importanza. E l’ultima vicenda ha del grottesco”. Ma veniamo ai fatti. “Tutto – sostiene Graziano - nasce all’indomani della chiusura delle cucine degli ospedali di Castrovillari e Mormanno. Sedici addetti alla cucina (10 di Castrovillari e 6 di Mormanno) rimangono senza nulla da fare. Assunti, ma non impiegati nelle loro funzioni. Tant’è che dal 2013 ad oggi, le diverse direzioni sanitarie susseguitesi, forse per stare tranquilli con la coscienza, hanno pensato bene di smistarli in diversi ruoli senza alcun cambio di qualifica. Tra l’altro, e c’è davvero da ridere, pare che, nell’autunno scorso, il commissario Scura si sia addirittura posta l’amletica questione sul perché i cuochi svolgessero altre mansioni e si chiudessero le cucine. Che tradotto significa non avere conoscenza della pianta organica né del fabbisogno dell’azienda. Gravissimo! Ma, nonostante questa presa di coscienza, quella di avere 16 tra cuochi e addetti mensa da poter utilizzare nelle loro mansioni e che avrebbe potuto consentire l’apertura delle cucine, abbattendo i costi, si è pensato ad una trovata fantastica: cambio di qualifica ai cuochi precari, con promessa di una veloce stabilizzazione se avessero accettato di migrare nel 118 a fare gli autisti. In un ruolo delicatissimo che necessita di specifiche competenze di guida e di circoscritte attitudini psicologiche. E non sono voci riportate, ma è scritto in un verbale di incontro controfirmato da alcuni funzionari dell’Asp di Cosenza. Ecco perché – aggiunge il consigliere regionale - portato a conoscenza di questa situazione che ha dell’assurdo, ho subito avviato le procedure per interpellare il presidente della Regione Calabria e chiedere l’apertura di un dossier amministrativo che faccia luce su una vicenda lavorativa che, se dovesse concludersi per come negli accordi, creerebbe un paradosso nella gestione del personale oltre che – conclude Graziano – creare le condizioni per fomentare l’ennesimo disservizio nella gestione della Sanità pubblica”.

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Atti vandalici al Comune di Lattarico, Graziano: "Barbarie inaudita"

"Gli atti di oltraggio e intimidazione a danno delle istituzioni sono un campanello d’allarme sulla stabilità della democrazia. Quanto accaduto a Lattarico, dove dei vandali si sono introdotti nella delegazione comunale del centro abitato di Regina distruggendo l’ufficio dello Stato civile, è preoccupante e ha dell’inaudito. Chi non ha rispetto del patrimonio pubblico e dei beni che una comunità concorre, con tanti sacrificio, a migliorare e custodire deve essere duramente punito. Confido nel lavoro delle forze dell’ordine affinché facciano piena luce su questi fatti con l’auspicio che si riesca a risalire ai responsabili". È quanto dichiara il Segretario questore del Consiglio regionale Giuseppe Graziano che stamani (venerdì 15) si è recato a Lattarico per esprimere la personale solidarietà al sindaco Antonella Blandi e trasmettere al Primo cittadino la vicinanza dell’intera Assemblea regionale. "È preoccupante – dichiara Graziano - la barbarie con la quale i vandali, al momento ignoti, hanno messo a soqquadro gli uffici della delegazione comunale di Regina. Soprattutto oggi, in una società che subisce scelte impopolari e che è dilaniata dalla crisi, è comprensibile la protesta nei confronti delle Istituzioni ma purché essa rimanga nei paletti della civiltà e che non si danneggi quanto la comunità costruisce, giorno dopo giorno, con sacrifico. Ancora più incomprensibile è quanto accaduto a Lattarico, in una comunità che ha sicuramente le sue criticità ma che può contare su una guida amministrativa solida, sicura e sicuramente capace. Al sindaco Blandi, dunque, la mia piena e totale solidarietà e un ringraziamento alle forze dell’ordine che in queste ore stanno indagando sull’accaduto. Per i responsabili – conclude il Consigliere regionale – con la speranza che vengano individuati, servono pene certe ed esemplari. Nell’attuale contingenza storica – aggiunge il sindaco Blandi – è comprensibile chi ruba per necessità. Ma chi ha compiuto un simile gesto è davvero ingiustificabile perché ha offeso e dileggiato una comunità senza un apparente e giustificabile motivo. Registri dello Stato civile bruciati, sistemi informatici e telefono divelti e distrutti, intonaci scorticati, servizi igienici danneggiati è questo quanto hanno trovato ieri mattina (giovedì 14) i dipendenti della delegazione comunale di Regina nel Comune di Lattarico alla riapertura degli uffici". Sull’accaduto indagano i militari della stazione dei Carabinieri di Lattarico.   

 

 

 

Garanzia Giovani, stanziati 5 milioni di euro per consentire altri tirocini

L’assessore regionale al Lavoro Federica Roccisano, in riferimento all’interrogazione fatta alla Giunta, da parte del consigliere regionale Giuseppe Graziano, riguardo le spettanze per i tirocinanti aderenti al Programma “Garanzia Giovani”, puntualizza che le risorse in questione vengono erogate dall’Inps, in base all’istruttoria svolta dai competenti uffici regionali. “In particolare, rispetto alla situazione aggiornata, relativa all’erogazione delle risorse, gli uffici regionali – ha affermato l’assessore Roccisano – hanno, di fatto, autorizzato rimborsi per 350 tirocinanti ritenuti idonei, mentre sono in via di liquidazione a partire dal 12 gennaio scorso, data di riapertura dei sistemi di pagamento gestiti dall’Inps, altri 600 rimborsi. Consapevole dei ritardi accumulati nei mesi precedenti ho sollecitato il dipartimento Lavoro, ad attivare gli strumenti previsti dal ministero per la gestione del Programma, come la piattaforma informatica per i pagamenti, ed a rafforzare il gruppo operativo, mediante l’inserimento di unità operative aggiuntive, al fine di effettuare i dovuti controlli e definire le procedure di liquidazione. È opportuno infine precisare che rispetto ai 4600 tirocini attivati fino ad oggi, gli ultimi dati ci dicono che, alla data del 4 dicembre scorso, 524 sono stati trasformati in rapporti di lavoro di tipo subordinato, di cui il 91% a tempo indeterminato e, secondo le previsioni del MLPS, tale dato, già positivo, sarà incrementato nei prossimi mesi con ulteriori assunzioni”. Infine, per quanto concerne il problema del blocco dell’attivazione di nuovi tirocini, dovuta al completo utilizzo delle risorse messe a disposizione, l’assessore Federica Roccisano precisa che, lo scorso 21 dicembre, la Giunta regionale ha deliberato l’integrazione della “Misura” di altri 5 milioni di euro per garantire l’opportunità del tirocinio ad altri giovani calabresi.

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Graziano: "Garanzia Giovani ennesima scatola vuota del Governo Renzi"

"Avviare i giovani al lavoro, attraverso training remunerati, garantendo delle agevolazioni alle imprese aderenti al progetto. Troppo bello per essere vero! Perché la misura rivoluzionaria di Garanzia Giovani, varata dal Governo Renzi con l’avallo dell’Unione europea, pare si stia rivelando l’ennesima scatola vuota. Ben impacchettata con tanto di propaganda in pieno stile Pravda, ma senza reale copertura economica. Già, perché a quanto pare la stragrande maggioranza dei circa 80mila tirocinanti under 28 che hanno aderito – con grande entusiasmo - al progetto partito nel maggio scorso, pur avendo terminato il loro periodo di apprendistato, non hanno ancora ricevuto alcuna remunerazione. E a pagarne le maggiori conseguenze, come al solito, sono i giovani del Sud, tra i più numerosi ad aver aderito al programma e che hanno salutato con entusiasmo questa opportunità, rimanendone puntualmente delusi. Dove sono i soldi? Perché non è stato sfruttato il canale di finanziamento comunitario?" Sono solo alcuni interrogativi posti dal Segretario questore del Consiglio regionale e fondatore del movimento politico-culturale "Il Coraggio di Cambiare l’Italia", Giuseppe Graziano. Lo stesso che sulla strana vicenda di Garanzia Giovani nei giorni scorsi ha avuto modo di confrontarsi con i dirigenti del movimento Evoluzione e con il consigliere comunale Francesco Russo a Mirto Crosia, uno dei centri calabresi più interessati dalla problematica. E a proposito è pronta un’interrogazione alla Giunta Oliverio per sapere quali iniziative intende intraprendere il Governo calabrese, competente in materia, per provvedere al pagamento delle spettanze per i tirocinanti. "Garanzia Giovani in Calabria – dichiara Graziano - ha raggiunto risultati importanti in termini numerici, infatti sono stati in migliaia i giovani che hanno aderito al progetto. Molti ragazzi hanno visto in questo programma un’opportunità per crearsi un lavoro e comunque per uscire, con dignità e con la promessa di percepire un minimo di compenso, dalla situazione di disoccupazione, che dalle nostre parti continua ad essere dilagante. In molti, ad esempio, pur di scrollarsi di dosso una condizione imbarazzante di immobilismo e fermo hanno preferito accettare le proposte di tirocinio lontani dai loro centri di residenza, pur con la consapevolezza che quel minimo di retribuzione l’avrebbero spesa per muoversi da e verso il posto di lavoro. È il caso di moltissimi giovani calabresi. Ecco perché, nelle more – precisa ancora il Consigliere regionale – Garanzia Giovani poteva rappresentare anche uno strumento sociale rilevante per limitare la perdita di fiducia, purtroppo diffusa tra i ragazzi, nel futuro. Purtroppo, però – denuncia Graziano – qualcosa non è andata nel verso giusto. Perché se da un lato la misura governativa ha riscosso grande successo in termini di partecipazione, dall’altra l’impegno delle Istituzioni sta venendo meno. La maggior parte dei tirocinanti che pur avendo iniziato da mesi il percorso formativo, ed in alcuni casi addirittura avendolo terminato, non ha ancora percepito alcun compenso. Finora da quanto risulta dal sito della Regione Calabria sono stati emessi solo tre mandati di pagamento. E bisogna capire con quali criteri vengono effettuati tali provvedimenti di liquidazione e se questa disfunzione è dovuta a ritardi di trasferimento da parte del Ministero del Welfare, all’Inps o ad altre motivazioni sconosciute. Ecco perché chiedo alla Giunta Oliverio – conclude Graziano - di essere solerte nell’accelerare i mandati di pagamento e di avviare le opportune verifiche affinché simili e inaccettabili ritardi, a discapito dei nostri giovani e delle loro famiglie, non abbiano più a verificarsi".

 

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"Assolutamente inaccettabile il taglio di 6 miliardi di euro per A3 e 106"

"Il taglio di 6 miliardi di euro già stanziati per il completamento dell’autostrada Salerno–Reggio Calabria e per la Statale 106 sono il vergognoso apice di una situazione insostenibile che non possiamo assolutamente accettare. Mentre nel resto del Paese gli appalti ripartono e si intensificano gli investimenti, la Calabria, ancora una volta viene punita e maltrattata, con la riduzione dei fondi destinati alle opere pubbliche, rinunciando definitivamente, così, a ogni possibilità di crescita e sviluppo. Renzi, Delrio & Co. ci dicano dove vorrebbero destinare questi fondi, come vorrebbero investirli e in particolare, con quale criterio di priorità. È possibile che il Governo sia completamente cieco e sordo davanti alle necessità reali di un’intera Regione che su questo andazzo arriverà alla desertificazione? E soprattutto si può restare indifferenti di fronte alle migliaia di vittime causate dalla famosa statale ionica definita non a caso la strada della morte?" Queste le considerazioni espresse dal Segretario questore del Consiglio regionale Giuseppe Graziano, che sul tema sottoporrà un’interrogazione all’Assise regionale, chiedendo e sollecitando, con una interrogazione consiliare, il Governatore Oliverio ad intraprendere con forza e nell’immediato ogni utile iniziativa che possa portare ad un epilogo diverso da quello prospettato dal Governo. "Il divario tra il Nord e il Sud del Paese – dichiara Graziano - cresce ogni giorno di più. Il completo isolamento e la spoliazione totale di ogni diritto amplifica e dilata un gap storico che non potrà mai essere diminuito tantomeno colmato. Il Governo Renzi continua a mettere in atto, imperterrito, un’azione politica antimeridionalista e strafottente che evidenzia in ogni iniziativa e in ogni progetto le differenze nei trattamenti tra quelli che, evidentemente, considera cittadini italiani di serie A e di serie B. Se si continua così – avverte - è palese il rischio non solo di depauperare di servizi e infrastrutture l’intera area meridionale del Paese – e a questo punto sarebbe il pericolo minore – ma si fomenta pericolosamente il sentimento anti-istituzionale tra i cittadini. I calabresi – aggiunge il Segretario questore– devono essere messi nelle condizioni di uscire dall’isolamento in cui sono stati costretti, non per loro scelte ma per volere di una classe politica miope e feudale. A nulla vale far intervenire, con sterili giustificazioni, il presidente dell’ANAS quando le risposte e le soluzioni devono essere trovate a livello politico.   Bisogna sovvertire – ribadisce ancora Graziano – questa condizione. Il 'Coraggio di cambiare' è e vuole essere anche questo. Un movimento fatto di persone, di cittadini, che intende restituire fiducia alla gente. Fiducia nella politica, nelle Istituzioni, ma anche e soprattutto fiducia in un futuro sostenibile per la nostra terra, per noi e per i nostri figli. Dobbiamo reagire e agire – conclude - per rimettere in equilibrio il principio di Democrazia che regge i fili tra chi governa e i cittadini".

 

 

 

Forza Italia, i quattro consiglieri rilanciano: "Niente escamotage, sancire la fine di questa stagione"

Falso allarme, le parole di Silvio Berlusconi che qualcuno, per alcuni minuti, si è illuso potessero interrompere defintivamente la diatriba all'interno di Forza Italia in Calabria, non hanno avuto l'effetto atteso. I quattro consiglieri regionali, infatti, non arretrano di un millimetro rispetto al convincimento che Jole Santelli, coordinatore regionale del partito, debba essere estromessa dalla guida degli 'azzurri'.  "La situazione in Forza Italia - rilanciano Nazzareno Salerno, Ennio Morrone, Giuseppe Graziano ed Alessandro Nicolò - sta diventando sempre più difficile a causa dell’atteggiamento inspiegabile di chi, anziché cercare di lavorare per fare radicare il partito, si appiglia a motivazioni inventate e inconsistenti: non basta stimolare soggetti che sono stati i beneficiari di questo tipo di gestione a ripetere le stesse inattendibili parole. 'Mancava solo Darcy!!!'. Abbiamo assistito ad una sorta di difesa ad oltranza da parte di 'nominati' che lascia anche molti dubbi di autenticità. Si sta tentando di far credere che questa crisi sia nata soltanto dalle recenti nomine: non è certamente così, in ogni angolo della Calabria ci sono i malumori di simpatizzanti, dirigenti di partito, amministratori che non possono sopportare uno stato di abbandono e di confusione. Dica la coordinatrice regionale e chi è intervenuto a sua difesa in queste ultime ore quante e quali riunioni sono state fatte in questi dodici mesi. Dicano anche quale contributo il partito ha dato sui temi e sui lavori del consiglio regionale. Quante e quali sono state le attività e le iniziative pubbliche sul territorio in questi dodici mesi. La risposta la anticipiamo noi: IL NULLA". "Non si può accettare - tuonano i rappresentanti forzisti a Palazzo Campanella - che chi è appena entrato in Forza Italia, come il senatore Caridi, che dapprima ha condizionato il suo ingresso nel partito con l’assunzione del coordinamento regionale per poi ripiegare sul ruolo di vicecoordinatore, possa pronunciare sermoni. Crediamo che proprio Caridi non sia nella condizioni di parlare di nomine e di poltrone. Riteniamo che proprio la gestione della Santelli sia stata un poltronificio alle spalle di tutti  quei candidati alle regionali che hanno contribuito al risultato elettorale e che oggi sono stati messi da parte e che invece andavano coinvolti nei processi organizzativi del partito. Noi vogliamo un partito sano fatto soprattutto di dialogo, di confronto e di valori all’insegna dell’unità e non un partito per pochi privilegiati che utilizzano il proprio ruolo politico per garantirsi un posto al sole anche a costo di creare spaccature interne insanabili. La nostra posizione non è da intendersi come una guerra per distruggere il partito, ma al contrario come un confronto democratico per ristabilire le regole e gli equilibri e come avviene in democrazia dare ruolo a chi ha voglia di lavorare per l’unità e la crescita del partito. È inutile appellarsi a comunicati romani per difendere una postazione che oramai non gode più della fiducia non soltanto di quattro consiglieri regionali eletti su sette, ma anche della maggioranza degli attivisti e degli iscritti. Il contenuto e la sostanza del comunicato saranno comunque oggetto di approfondimento al tavolo romano con il Presidente Berlusconi. In democrazia quando non si ha il consenso e la fiducia buona regola insegna che chi ricopre ruoli di responsabilità doverosamente rassegni le proprie dimissioni". "Questo confronto - assicurano i consiglieri regionali - lo porteremo avanti fino al raggiungimento dell’obiettivo e annunciamo una conferenza stampa per fine settimana, con la partecipazione di altri quadri del partito, per spiegare meglio ciò che è accaduto in questi dodici mesi in Forza Italia e ribadire con determinazione la necessità di commissariare il partito". 

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