'Zona rossa' a Fabrizia, Carè (RupF) a valanga contro l'amministrazione comunale
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Riceviamo e pubblichiamo
"Non è la prima volta che accade. Il lascivo comportamento istituzionale ed il nervosismo che attraversa la maggioranza consiliare del Comune di Fabrizia, hanno spinto il Sindaco ad un gesto tanto inconsulto quanto inqualificabile quando, durante la seduta del Consiglio Comunale del 3 agosto 2020 con all’ordine del giorno l’approvazione del rendiconto di gestione 2019, con piglio autoritario e decisionista ha invocato la presenza in aula dei Carabinieri allo scopo di denunciare per diffamazione il Consigliere Comunale Totò Minniti, e cosa ancor più grave, anche il Segretario Comunale Dottor Domenico Arena. Rei entrambi di una conversazione telefonica, del venerdì precedente, durante la quale il capo gruppo di opposizione lamentava l’impossibilità di visionare gli atti del Consiglio, come previsto dall’art. 21 del Regolamento Comunale, perché gli uffici comunali preposti erano chiusi, compreso quello del Sindaco, impedendogli di esercitare un precipuo diritto costituzionale in vista della seduta del consesso. Causa di tutto ciò, è la confusione che da tempo regna sovrana in municipio dove ormai si capisce ben poco in quanto al Sindaco la situazione le è sfuggita di mano non riuscendo più a governare la sua stessa maggioranza che lo sta logorando ai fianchi in vista di assetti e riposizionamenti politici della futura tornata elettorale. Viene da dire: “Sindaco Fazio stai sereno”, di renziana memoria, l’opposizione non si intimorisce delle tue invettive sconclusionate e prive di senso, alle quali ha dovuto metterci una bella pezza, della figuraccia triviale rimediata, il Segretario Comunale, che peraltro volevi pure denunciare. Perché quel che non dice la propaganda declamata dal Vice Sindaco, con adulazioni e lusinghe all’operato “rivoluzionario” dell’amministrazione comunale, è che del programma di amministrazione nulla è stato fatto e niente si è concretizzato in tre anni di gestione Fazio. Il quale non sa leggere il paese reale nei suoi diversi aspetti ad incominciare dal problema dell’acqua mancante sin dal mese giugno scorso malgrado la forte dipendenza da “Sorical” dalla quale si sta aspettando il distacco a tre anni dal suo annuncio. Giunti a questo punto, pero, è importante intensificare l’azione politica dell’opposizione per porre un argine alla deriva dell’agire amministrativo che sta generando confusione, improvvisazione e clientelismo sfrenato con l’utilizzo improprio delle risorse pubbliche, che consapevoli superficialità e omessi controlli stanno garantendo a tutela di interessi personali di consiglieri e gruppi contigui all’amministrazione. Non è un caso che qualche mese fa, durante l’avvicendamento delle cariche interne alla giunta comunale, qualche componente di maggioranza si sia lasciato andare ad invettive contro lo stesso Sindaco rimproverandolo di non mantenere le promesse con giravolte politiche che mutano repentinamente foriere di una resa dei conti soltanto rinviata per mere questioni di opportunità. E’ iniziata la parabola discendente dell’esperienza del Sindaco delle chiusure, e la condotta dell’ultima riunione di consiglio ne è la dimostrazione più evidente, manifesta e paradossale anche per il fatto che voleva denunciare il più alto dirigente dell’Ente, funzionario di sua fiducia da egli stesso nominato. Non ha saputo fornire risposte esaurienti del perché gli uffici fossero preclusi all’opposizione per la presa visione degli atti riportanti, tra l’altro la data sbagliata di convocazione del consiglio. Cosa ancora più grave, del perché il Consiglio Comunale sia stato convocato oltre i termini di 20 giorni dalla data di diffida della Prefettura, alla quale ci rivolgeremo affinché eserciti i dovuti accertamenti e controlli. Non poteva essere diversamente, il Sindaco è stato tradito ancora una volta dalla sua irascibilità e nervosismo, è soltanto grazie allo scudo del Segretario Comunale che non ha rimediato la classica figuraccia dell’abbaglio del granchio. A questo punto, forse sarebbe il caso per il Sindaco delle chiusure di uscire di scena".
Gruppo consiliare di opposizione “Ramoscello d’ulivo per Fabrizia”
"A Fabrizia aumentano i contagi, quindi rispettiamo le norme. Facciamolo per le tante persone morte in Italia per tutte quelle che soffrono in questo momento, nel rispetto di chi lavora col cuore. Pensiamoci se vale la pena sacrificarsi un paio di mesi per avere la vita davanti."
È quanto si legge in una nota del gruppo consiliare "Ramoscello d'ulivo per Fabrizia".
"Ma il punto - prosegue il comunicato - è che la troppa gente che ancora gira indisturbata, senza dispositivi di protezione, incontra di nascosto altre persone, non ha capito che mette in pericolo la sua salute e quella degli altri. L’avvertimento è importante anche a Fabrizia dove malgrado i controlli delle Forze dell’Ordine e Protezione Civile, ai quali va il più vivo ringraziamento, c’è ancora chi in modo indisciplinato viola le norme emanate nel contrasto al Covid-19. Si deve capire che atteggiamenti sbagliati o immaginare che la battaglia sia già vinta rischiano di vanificare i tanti sacrifici fatti finora da quanti seguono le regole restando chiusi in casa. I decreti non bastano, questa battaglia si vince con il contributo prima delle Istituzioni e poi di ogni cittadino, sapendo che al momento il distanziamento sociale è l’unica arma a disposizione contro il Virus. Fabrizia vive momenti drammatici avendo il triste primato in provincia di Vibo Valentia del primo morto per coronavirus e di un numero elevato di contagi in rapporto alla popolazione residente. Ai parenti del primo deceduto e degli altri scomparsi negli ultimi giorni va il cordoglio della comunità. Ai contagiati e asintomatici tutto il bene di pronta guarigione. In questo periodo la morte è più crudele perché le distanze sociali impediscono a parenti ed amici di tributare l’ultimo saluto nella profonda tristezza del commiato. C’è voluto, però, il terribile virus per mostrarci quel che tutti avevamo sotto gli occhi ma non vedevamo, e cioè che in questa lunga tragedia collettiva sarebbe stato opportuno per tutti, principalmente le Istituzioni Locali, stemperare e non certo alimentare, né tantomeno giustificare condotte potenzialmente deleterie per la comunità fabriziese. Stiamo vivendo una difficile condizione sociale e non è certo questo il momento di far partire una caccia all’untore. Era e rimane compito essenziale dell’Autorità Sanitaria Comunale esporsi in prima persona evitando di affidarsi soltanto all’abuso “EGO SOCIAL COMUNICATIVO” che l’ha spinta a compiere grossi scivoloni e rocambolesche retromarce dalle scuse molto imbarazzanti".
"Ad oggi - aggiungono gli estensori della nota - lo scenario amministrativo indicato per fronteggiare l’emergenza è stato debole, confuso e superficiale, privo di guida autorevole e di responsabile controllo del territorio nella corretta applicazione delle norme statali, regionali e amministrative. La macchina organizzativa comunale ha mostrato limiti vistosi per l’assenza di direttive chiare, precise e ben definite all’altezza che la crisi in atto richiede. Allo stesso tempo, scoppio pandemico e rientro dei nostri compaesani dal Nord dovevano essere gestiti dal Comune con la prudenza necessaria ad evitare contrapposizioni sociali tra cittadini della stessa comunità, senza colpevolizzare nessuno in una caccia al “Nordista”, portatore di contagio, da mettere alla pubblica gogna. Le lacerazioni indotte hanno determinato profonde ferite sociali difficili da rimarginare nel breve periodo, con l’auspicio che la spirale perversa sia subito interrotta. Non possiamo farci contagiare dal virus, dalla rabbia o peggio ancora dall’odio. In particolare, ciò che bisognava e bisogna fare, a partire dal Sindaco, è cercare di far stemperare e non certo alimentare, né, tantomeno giustificare comportamenti divisivi perché in questa guerra nessuno si salva da solo essendo tutti sulla stessa barca. Nell’immediato, è bene prendere atto, che la prosecuzione nella gestione della crisi, visti i contagi in aumento giorno dopo giorno, va governata con presenza costante sul campo affiancata dalla convocazione del COC. Con la necessaria risolutezza e determinazione e allo stesso tempo circospezione e riservatezza, perché alla sua trasversalità sociale nessuno può chiamarsi fuori o ritenersi immune. Sarebbe opportuno a questo punto che tutte le autorità interessate al contrasto dell’emergenza, Presidente della Regione Calabria, Prefetto della Provincia di Vibo Valentia, Sindaco di Fabrizia e Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia, valutassero congiuntamente l’opportunità di uno screening di massa di tutti gli abitanti del Comune di Fabrizia, per l’individuazione di eventuali soggetti asintomatici. Ultima annotazione - conclude la nota - il Comune è stato destinatario di un finanziamento governativo di circa 21.500,00 euro, da finalizzare a misure di aiuto alle categorie sociali più deboli, svantaggiate e bisognose. Pur nella flessibilità e discrezionalità che l’Amministrazione può esercitare è auspicabile che l’erogazione avvenga nella massima trasparenza e con criteri oggettivi, al netto di tentazioni clientelari od elettoralistiche che certamente in questo particolare momento non deporrebbero bene".
"I segnali dispettosi del sindaco di Fabrizia e del suo sempre più ristretto entourage sono ormai troppi e troppo ravvicinati per tacerli o derubricarli a innocue goliardate, ancorché di pessimo gusto. A maggior ragione quando essi incidono sulle libere scelte di cittadini che in autonomia decidono da chi gradirebbero farsi fare le pubblicazioni di matrimonio appellandosi ad una prassi amministrativa consolidata che conferisce, anche, ai consiglieri comunali tale facoltà, seppur delegata dall’ufficiale dello stato civile. Il dispetto del sindaco consumato nei confronti di una cittadina fabriziese e del consigliere che avrebbe dovuto officiare le pubblicazioni, va ben oltre il semplice sgarbo istituzionale e ravvisa una concezione esasperata, personalistica, e da bullo della funzione pubblica esercitata. In questa direzione continuano ad arrivare segnali poco edificanti per i quali l’opposizione consiliare chiede al sindaco di stopparli immediatamente, recuperando quel senso alto di responsabilità istituzionale che dovrebbe contraddistinguere chi ricopre cariche pubbliche. Il ricorso ai dispetti, anche se non intimorisce nessuno, fornisce lo spunto per una ulteriore riflessione politica sull’operato dell’amministrazione comunale, i cui limiti, carenze, e omissioni di doveri d’ufficio, il gruppo “Ramoscello d’Ulivo per Fabrizia” da tempo segnala all’opinione pubblica locale. La riprova sta nel fatto che essendo trascorsa metà consiliatura, nonostante le promesse fatte durante la campagna elettorale del giugno 2017, i problemi irrisolti che interessano Fabrizia si sono ulteriormente aggravati, relegando la comunità in una profonda recessione economica e regressione sociale e amministrativa. Giovani e intere famiglie ritornano ad emigrare. Banca, Sprar ed altri servizi di base chiusi o fortemente ridimensionati. C’è una moria di attività commerciali nel silenzio più assordante, mentre giriamo su strade devastate e intransitabili. La gente non arriva a fine mese e la maggioranza anziché dispiegare sul territorio idonee misure di contrasto alle condizioni di povertà assoluta si crogiola nel nulla illimitato. Una finta unità di facciata nasconde un duro scontro interno alla maggioranza per il controllo mirato di politiche clientelari, sostitutive delle mancate promesse elettorali che non avendo appagato gli elettori che li hanno votati, ora gli stanno volgendo le spalle. I lavori pubblici stagnano e dei cantieri promessi nemmeno l’ombra. I pochi appalti e servizi pubblici aggiudicati vengono subito revocati per essere successivamente riaffidati, - vedi refezione scolastica - mentre gli esigui affidamenti diretti su beni comunali implicano nelle attività amministratori pubblici. Sul piano dell’offerta lavorativa, nonostante Fabrizia vive una drammatica disoccupazione, il sindaco continua ad assumere personale proveniente da altri comuni, facendola in barba ai tanti disoccupati e professionisti locali, mandando a casa con le chiusure quei pochi occupati che c’erano, senza nemmeno l’imbarazzo del ruolo che riveste come sindacalista. Ma c’è qualcosa di più e di più importante che scaverà sotto il terreno dell’amministrazione comunale, perché sia il sindaco che gli altri competitori interni a questa maggioranza anomala, privi ormai del sostegno dei loro grandi elettori, si trascinano le pesanti responsabilità del non avere risolto nemmeno uno dei tanti problemi di cui il paese soffre. A Fabrizia lo spopolamento è divenuto continuo e ininterrotto. Il paese è in netta caduta libera e l’unico a non essersi ancora accorto di questo stato di cose è il sindaco, preso com’è dalla mala gestione e dispetti quotidiani divenuti una costante. I problemi economici e sociali raffigurano plasticamente l’emblema fallimentare di questa esperienza amministrativa che aspirava ad obiettivi ben più ambiziosi, ma che si sono sciolti come neve al sole. La debolezza politica della maggioranza sta portando Fabrizia al tracollo, marginalizzandola all’isolamento nel contesto provinciale e regionale. È compito dell’opposizione e della sua area politica che la sostiene rilanciarne centralità e riaffermare democrazia ed equità contro clientele, diseguaglianze e dispetti di una compagine che non ha ben compreso che chi di dispetti ferisce di dispetti perisce".
È quanto si legge in nota del gruppo 'Ramoscello d’ulivo per Fabrizia'.
"Se le rassicurazioni di Fazio sull’Ufficio Postale di Fabrizia sono simili a quelle che fornì a suo tempo sulla filiale di banca BPER, oppure a quelle che sta fornendo quotidianamente a scolari e famiglie sulla refezione scolastica, non c’è per nulla da stare allegri. In simili condizioni tutto potrebbe far prevedere e ipotizzare, anche, la chiusura o il ridimensionamento dell’Ufficio Postale, con la refezione scolastica che non sarà più avviata per questo scorcio di anno 2019. Ma con ogni probabilità al Sindaco è sfuggito il contenuto del cartello affisso da Poste Italiane contenente la seguente scritta: 'Avviso chiusura temporanea ufficio dal 18 al 23/11/2019 per intervento strutturale'. Ciò presuppone che i lavori devono essere eseguiti nei giorni di chiusura previsti da parte di una impresa od operai dei quali non si scorge nemmeno l’ombra. Ed a meno che essi non li stia realizzando qualcuno a porte chiuse in assenza della tabella che indica un cantiere aperto, viene da domandarsi ma l’Amministrazione Comunale era stata informata preventivamente dell’esecuzione delle opere su di un immobile, peraltro, di sua proprietà? E’ stato definito un cronoprogramma limitato e circoscritto per ridurre al minimo i giorni di chiusura e i disagi alla cittadinanza, che se per necessita deve recarsi a Mongiana o Serra S. Bruno, non può fare a meno di percorrere la viabilità da terzo mondo che tutti conosciamo? Il Sindaco anziché fornire risposte generiche e poco convincenti all’opposizione e alla cittadinanza, farebbe bene a chiedere lumi alla Direzione Provinciale di Poste Italiane costringendola a pubblicare un comunicato stampa preciso contente le rassicurazioni necessarie al mantenimento dell’Ufficio Postale di Fabrizia nel suo funzionamento regolare a tempo pieno, cosi come avvenuto fino ad oggi. In tale eventualità, come gruppo “Ramoscello d’ulivo per Fabrizia” saremmo lieti di essere smentiti. In caso contrario, sappia il Sindaco e Poste Italiane che terremo desta l’attenzione su un problema di interesse pubblico generale a favore della collettività, verificando che il 24/11/2019 l’ufficio riapra i battenti erogando regolarmente tutti i servizi di sua competenza, tanto le scuse per gli eventuali disagi Poste Italiane le ha già chieste nell’avviso di chiusura temporanea. Una cosa è certa, come gruppo di opposizione, non consentiremo a nessuno che l’Ufficio Postale di Fabrizia sia scippato come la filiale della banca BPER, complice la pubblica amministrazione".
È quanto si legge in un comunicato diramato dal gruppo "Ramoscello d’Ulivo per Fabrizia"
"Ma che cosa è il prologo alla chiusura, pure, dell’Ufficio Postale di Fabrizia dopo quello della Banca BPER? Il maldestro tentativo di trasformare l’apertura da tempo pieno in giorni alterni ed orario ridotto? Oppure una forma subdola e strisciante di sopperire a carenza di personale presso altri uffici con l’espediente del ricorso all’esecuzione di un intervento strutturale volto a penalizzare l’Ufficio Poste di Fabrizia creando disagi a tutti gli utenti? Sta di fatto che un cartello affisso sulla porta avvisa che l’ufficio rimarrà chiuso dal 18/11/2019 al 23/11/2019 per consentire l’esecuzione di un intervento strutturale, ma di operai o ditte incaricate neanche l’ombra. Incomincia a serpeggiare nella popolazione preoccupazione e inquietudine per l’aumentare dei disagi che la chiusura sta provocando agli utenti costretti a recarsi a Mongiana o Serra San Bruno percorrendo strade da terzo mondo. Il gruppo “Ramoscello d’ulivo per Fabrizia” memore di quanto già accaduto con la chiusura della filiale della BPER, lancia un grido di allarme, magari anche preventivo e in via precauzionale, e richiama alle proprie responsabilità le Istituzioni preposte affinché intervengano con la dovuta determinazione per accertare quanto e cosa sta accadendo alle Poste di Fabrizia. Facendo sì da ridurre al minimo indispensabile i giorni di chiusura e i disagi che si stanno profilando. Terremo alta l’attenzione e seguiremo la vicenda da vicino per evitare che al danno della Banca si aggiunge la beffa dell’eventuale ridimensionamento o peggio ancora della chiusura dell’Ufficio Postale di Fabrizia".
È quanto si legge in una nota del gruppo "Ramoscello d’Ulivo per Fabrizia".
"È proprio il caso di fare il punto della situazione sulla viabilità nel territorio di Fabrizia e delle Serre Vibonesi, alla luce della visita che il Prefetto farà a Fabrizia in concomitanza alla inaugurazione e intitolazione del campo di calcetto a Francesco Fortugno assassinato dalla mafia. Il gruppo “Ramoscello d’ulivo per Fabrizia”, Minniti, Mamone e Suppa, ha di recente chiesto ed ottenuto la convocazione del Consiglio Comunale, tenutosi martedì 20 agosto 2019, durante il quale è stato approvato un ordine del giorno congiunto e unitario, che ci si augura sia stato consegnato nelle mani del Prefetto durante la riunione del 28 agosto 2019, alla quale l’opposizione non è stata invitata a partecipare pur avendone fatta espressa richiesta durante la seduta Consigliare. Dell’esito della riunione e delle decisioni assunte non è stato diramato nessun comunicato ufficiale alla comunità, eccetto scarne note stampa on-line che lasciano trasparire tutta la delusione dei partecipanti a quel tavolo per le inadeguate risposte ricevute dai vertici delle istituzioni provinciali e regionali. Quindi, la visita del Prefetto, che percorrerà in auto le strade dissestate e pericolose del comprensorio e di Fabrizia, costituisce l’occasione per rimarcare, qualora c’è ne fosse bisogno, la marginalità di una comunità nel contesto sociale di un territorio abbandonato a sé stesso dove la viabilità, in primis, associata alla carenza degli altri servizi pubblici lo penalizzano e lo relegano ai confini della comunità nazionale e regionale. Serve un sussulto di orgoglio da parte delle istituzioni locali e dei comitati spontanei per sottoporre con maggiore vigore all’attenzione del Prefetto, la gravità della condizione in cui è costretta a vivere la comunità fabriziese per i suoi spostamenti quotidiani. Serve rimarcare con determinazione la volontà di un comune montano delle zone interne che non ha nessuna volontà di rassegnarsi o ricorrere a forme di suicidio assistito in conseguenza di un abbandono scientificamente programmato e voluto da una politica inetta ed incapace. Serve, al contrario, guardare verso orizzonti di sviluppo di interi territori ricchi di valori storico, culturali, ambientali e sociali che nel corso della loro storia hanno reso grande l’Italia e che ora rischiano di disperdersi per l’abbandono di chi li abita, avendo riscoperto l’emigrazione di ritorno quale unico sbocco per il loro futuro e quello dei loro figli. Pertanto, il gruppo “Ramoscello d’ulivo per Fabrizia”, rappresentato per l’occasione dal consigliere comunale Pino Suppa e dal suo portavoce Avv. Antonio Carè, saranno presenti alla manifestazione per segnalare al Prefetto, anche, la condizione atavica di abbandono della viabilità locale che mette a rischio quotidianamente la sicurezza dei cittadini e di quanti la percorrono. Non si vince sempre, non siamo sempre i più forti, i più sani, i più intelligenti, e quando succede di farci male, ricordiamo di essere così fragili che tutto si può scompaginare all’improvviso con la facilità con cui si soffiano le briciole dalla tavola".
È quanto scrive in una nota il gruppo "Ramoscello d'ulivo per Fabrizia".