Truffa per il Reddito di cittadinanza, 17 persone indagate nel Vibonese
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I carabinieri delle Stazioni di Tropea e San Calogero hanno segnalato all’autorità giudiziaria nove persone, accusate di aver indebitamente percepito il reddito di cittadinanza.
In quattro casi, i beneficiari avrebbero omesso di comunicare all’ente erogatore la perdita dei requisiti in seguito alla sottoposizione a misura cautelare personale, mentre nei rimanenti cinque casi gli indagati avrebbero attestato falsi domicili e stati di famiglia mendaci inducendo in errore l’Inps.
Il caso più eclatante ha riguardato un soggetto, ritenuto elemento di spicco della criminalità organizzata di Tropea, arrestato nell’operazione Olimpo, condotta dalla polizia lo scorso gennaio, tuttora detenuto, che avrebbe continuato a percepire il reddito di cittadinanza fino a maggio. Complessivamente, il danno per le casse dello Stato si aggirerebbe intorno a 80 mila euro. I presunti responsabili saranno chiamati ora a chiarire la loro posizione e a rispondere dei reti di truffa aggravata e falsità ideologia in atti pubblici.
I finanzieri del Gruppo di Gioia Tauro (Rc) hanno passato al setaccio le posizioni di 173 beneficiari del Reddito di cittadinanza.
Si tratta, in gran parte, di cittadini extracomunitari residenti tra Rosarno e San Ferdinando.
L’indagine ha consentito di individuare 164 soggetti di nazionalità straniera che, attestando falsamente di risiedere nel territorio nazionale da almeno dieci anni, avrebbero indebitamente percepito il beneficio economico.
Attraverso le false attestazioni, gli indagati avrebbero complessivamente intascato 263 mila euro.
L’attività condotta dalla fiamme gialle ha permesso d’interrompere le procedure di assegnazione del contributo per oltre un milione di euro, segnalando i beneficiari all’Inps ai fini della revoca del sussidio.
Inevitabile, inoltre, la denuncia delle 164 persone accusate di aver indebitamente percepito il Reddito di cittadinanza attestando falsità o omettendo di dichiarare informazioni veritiere.
I carabinieri dell'Ispettorato del lavoro di Reggio Calabria, coadiuvati da militari della Stazione di Bova, hanno denunciato un 49enne del posto, proprietario di un’abitazione nel comune grecanico.
In particolare, i militari dell’Arma, durante un controllo hanno constatato la presenza di un vero e proprio cantiere allestito in corrispondenza della casa di proprietà dell’uomo e accertato la presenza di due lavoratori in nero.
Inoltre, dalle successive verifiche è emerso che gli operai non erano stati sottoposti alla visita medica finalizzata ad accertarne l’idoneità allo svolgimento della mansione assegnata. Come se non bastasse, uno dei lavoratori è risultato beneficiatio del reddito di cittadinanza e pertanto è stato segnalato all’Inps ai fini della revoca del sussidio.
Al proprietario dell’abitazione, invece, sono state contestate sanzioni per un importo complessivo di circa 13 mila euro.
I finanzieri della Compagnia di Corigliano-Rossano (Cs) hanno eseguito una serie di controlli, durante i quali hanno individuato e segnalando all’autorità giudiziaria 65 persone, per lo più straniere, ritenute responsabili di indebita percezione del Reddito di cittadinanza. Per beneficiare di tale contributo pubblico, è necessaria la residenza in Italia da almeno 10 anni al momento della presentazione della richiesta, dei quali, almeno gli ultimi 2, in maniera continuativa. L’attività di controllo, eseguita anche attraverso le informazioni messe a disposizione dal Nucleo speciale spesa pubblica e repressione frodi comunitarie della guardia di finanza e condotta in stretta collaborazione con l’Inps, è stata indirizzata alla verifica dei requisiti, accertando l’utilizzo di false attestazioni nelle Dichiarazioni sostitutive uniche da parte di beneficiari, molti dei quali extracomunitari, i quali, pur non avendo maturato il requisito della residenza, avrebbero comunicato all’ente erogatore di esserne, comunque, in possesso. Emblematiche, in tal senso, sono risultate le posizioni di due cittadini stranieri che hanno percepito il sussidio, nonostante fossero residenti in un centro d’accoglienza.
L’importo complessivo delle somme indebitamente conseguite e segnalate all’autorità giudiziaria per l’adozione di provvedimenti cautelari ammonta a circa 500 mila euro. Oltre ad essere stati denunciati, i percettori del sussidio sono stati segnalati all'Inps per la revoca del beneficio e il recupero di quanto indebitamente percepito.
Inoltre, il gip del Tribunale di Castrovillari ha emesso una serie di provvedimenti di sequestro delle somme indebitamente percepite, spesso riqualificando il reato nella fattispecie più grave della truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
Nei giorni scorsi, i poliziotti della Questura di Vibo Valentia hanno controllato diversi locali nel comune di Tropea. Nel corso delle attività ispettive, gli agenti hanno individuando due persone che svolgevano attività lavorativa senza un regolare contratto. Come se non bastasse, i due percepivano anche il reddito di cittadinanza.
Pertanto, i due lavoratori sono stati denunciati per percezione indebita del reddito di cittadinanza.
“Il reddito di cittadinanza rischia di diventare in modo strutturale un mero strumento di sostegno dei consumi. E' una strategia fallimentare per lo sviluppo del Mezzogiorno già sperimentata nel corso degli ultimi 60 anni, perchè non crea sviluppo, ma alimenta dipendenza”. E’ quanto argomenta il Professore Francesco Aiello, Ordinario di Politica Economica dell’Unical e presidente del think tank OpenCalabria in occasione della presentazione del XXI Rapporto INPS che si è tenuta all’Università della Calabria, in presenza del Presidente dell’INPS Pasquale Tridico.
“Alla fine del processo di revisione dell’aiuto al reddito di cui si parla molto in questi giorni” - continua Aiello – “molti degli attuali percettori del reddito di cittadinanza potranno rimanere senza lavoro”. Dipenderà sia dall’efficacia delle politiche attive che saranno adottate, “ma questo – continua Aiello - richiede sforzi immani in un paese in cui i Centri per l’Impiego hanno vincoli organizzativi non banali e le agenzie private hanno poco spazio di azione”, sia dalle prospettive economiche dell’Italia. Uno scenario verosimile che potrà manifestarsi nei prossimi due-tre anni è che per garantire “pace sociale”, si dovrà pensare a forme di sostegno del reddito alle persone che rimarranno senza sostegno e senza lavoro. La soluzione più immediata, ma molto rischiosa, è di perpetuare meri trasferimenti di reddito. Ecco perché la riforma del reddito di cittadinanza diventa una nuova sfida del paese, perché oltre ad azioni finalizzate ad aumentare l’occupabilità dei beneficiari dell’income support, è necessario che aumenti la domanda di lavoro delle imprese, ossia che l’Italia inizi a crescere dopo quasi tre decenni di stagnazione. “E’ complicato immaginare la creazione di nuova occupazione se il paese non riprende a crescere”.
E’ importante anche capire cosa succederà nella fase di transizione. Se l’attuale aiuto diventa temporaneo – le ipotesi al vaglio sono 6 mesi, o un anno - ed è pensato solo per chi cerca lavoro, la platea di beneficiari non cambia rispetto allo scenario attuale, perché tutti cercheranno lavoro e aderiranno al Patto per il Lavoro o similari (che diventa condizione di accesso al sostegno). Alcuni troveranno lavoro e, al fine di rendere capillare questa circostanza, è cruciale aumentare il differenziale tra il sussidio e la retribuzione. Tanto maggiore è questa differenza tanto più attrattivo sarà il lavoro. "La questione della congruità dei salari da parte del settore privato è di difficile risoluzione, ma la differenza deve essere sostanziale, di almeno il 30%, affinché chi rinuncia all’aiuto possa essere sanzionato con la revoca del sostegno. E’ complicato applicare sanzioni se il mercato del lavoro non remunera con salari congrui". L’effetto sarà anche di ridurre il lavoro in nero, se parallelamente si riduce l’onere contributivo a carico delle imprese.
In alternativa, in questa fase di modifiche, gli attuali percettori non lavoratori riceveranno un sussidio per la formazione: l’ammontare della spesa per gli occupabili non cambierà, ma cambierà la fonte del finanziamento. Per esempio, la proposta del presidente del consiglio, Giorgia Meloni, è di utilizzare per la formazione dei percettori del reddito di cittadinanza il canale dei fondi europei. Alla fine del periodo di formazione, si può trovare occupazione o no. Per coloro che rimarranno non occupati - molti a Sud - l’alternativa può essere di irrobustire il terzo settore o l’impiego obbligatorio in servizi di pubblica utilità gestiti dai comuni.
E’ un percorso tortuoso, con rischi ed opportunità sia per i lavoratori che per il Paese. La natura «tortuosa» di questo percorso dipende non solo dalle caratteristiche individuali dei percettori del sostegno, ma anche dal funzionamento dei Centri per l’Impiego, dalla diffusione della cultura del lavoro e soprattutto dal fatto che il sistema Italia riesca ad uscire dalla bassa crescita che si osserva da almeno 25 anni. Il rischio da annullare, a Sud, è che l’income support diventi un nuovo canale di finanziamento dei consumi interni dei meridionali. E’ un’ipotesi che bisogna evitare perché, in modo analogo all’occupazione non necessaria nella pubblica amministrazione degli anni ‘70 e ‘80 o a tutte le forme di trasferimento e di sussidi incondizionati di cui hanno goduto le regioni del Sud, non aiuta lo sviluppo, ma alimenta la dipendenza.
Nei giorni scorsi, i carabinieri del Gruppo di Gioia Tauro (Rc) hanno denunciato 12 persone, residenti nei comuni di Giffone e Molochio, che, dal 2019 ad oggi, avrebbero percepito illecitamente circa 120 mila euro in qualità di beneficiari del Reddito di cittadinanza.
In particolare, dall’esame dei dati documentali acquisiti, i militari hanno riscontrato che gli indagati, tutti di età compresa tra i 20 e i 60 anni, avrebbero reso false dichiarazioni o omesso volontariamente di comunicare informazioni ostative alla concessione del beneficio.
Gli esiti dell’attività investigativa sono stati segnalati alla autorità giudiziaria e all’Inps, ai fini dell’interruzione dell’elargizione del sussidio e del recupero delle somme indebitamente percepite.