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La ‘prima’ del vicesindaco Callà: “Pronto a contribuire alla crescita della comunità”

SERRA SAN BRUNO – Sulle sue spalle grava una grande responsabilità. Perché è la figura chiamata a dare slancio ad un’amministrazione comunale che stava arrancando, perché la sua nomina è stata fortemente voluta dal capo dell’esecutivo Bruno Rosi, perché è l’uomo nuovo non avendo avuto finora compiti di gestione diretta. Raffaele Callà ha accettato la sfida, consapevole delle difficoltà ma anche voglioso di dimostrare che una ripartenza – più determinata, più convinta, più efficiente – è possibile. Subentrato a Bruno Zaffino, coraggioso per non essersi tirato indietro di fronte alla notizia dell’arrivo della commissione d’accesso, ‘bruciato’ dai suoi colleghi quando è stato candidato alla carica di consigliere provinciale, è stato per oltre due anni ‘in panchina’. Ha fatto sentire le sue ragioni, ha saputo attendere il suo momento mitigando la delusione e l’amarezza per l’esito delle elezioni di secondo grado di settembre con quella pazienza e quel senso della misura che, a volte, sono mancati agli altri inquilini del palazzo municipale di piazza Carmelo Tucci. Ora è finalmente pronto a fare il suo ingresso in campo da protagonista. “È un incarico prestigioso – dichiara in merito alla designazione a vicesindaco – che impone attenzione, serietà, lungimiranza ed equilibrio. Metto a disposizione le mie competenze per dare impulso all’azione amministrativa e per rafforzare il processo di crescita economica e sociale della nostra cittadina”. C’è poi un passaggio volto a riconoscere l’importanza del pieno coinvolgimento degli esponenti che compongono la maggioranza: “sono sicuro che tutti  i membri di questa squadra offriranno, ognuno secondo le proprie esperienze, le proprie conoscenze e l’energia delle proprie idee, un apporto rilevante. La collaborazione sarà un elemento caratterizzante ed essenziale per centrare tutti gli obiettivi”. Callà non dimentica inoltre di “ringraziare il sindaco per la fiducia che mi ha concesso e che cercherò di ripagare con un impegno costante per realizzare progetti di ampio respiro per la nostra comunità. A mio avviso – conclude – ci sono le condizioni per creare prospettive positive per Serra”.

Nucera: "Istituire in Calabria il reddito di cittadinanza"

“Una legge per istituire anche in Calabria il reddito di cittadinanza”.  Ad annunciarla è il capogruppo de 'La Sinistra' Giovanni Nucera che, con riferimento alla  Conferenza dei presidenti dei capigruppo tenutasi ieri, spiega: “nel corso dei lavori, il presidente Scalzo ha sollecitato una presa di posizione dei capigruppo sulla Fondazione Campanella e sul commissariamento della sanità, questione, quest’ultima, decisamente politica e la cui nomina è di competenza del governo presieduto tra l’altro da Renzi che appartiene allo stesso partito del presidente Oliverio. Pertanto, pur condividendo l’importanza di queste tematiche, ritengo che altri siano i problemi che debbano essere trattati con urgenza in questa fase di avvio della legislatura regione ed in particolare la povertà, che si segnala in grande crescita, non può lasciare indifferenti”. Nucera prosegue esprimendo “l’intenzione di presentare, nella prima riunione della commissione competente, una proposta di legge che istituisca anche in Calabria il reddito di cittadinanza. Si tratta – spiega - di una misura non più rinviabile,  perché nella nostra regione ormai una famiglia su tre vive ormai sotto la soglia di povertà. L’obiettivo della legge – osserva il consigliere regionale - è mettere in atto una serie di azioni di sostegno al reddito, dirette ed indirette, a favore di soggetti economicamente svantaggiati ed in sofferenza economica, corrispondendo una somma pari ad almeno 7000 euro lordi annuali, mentre il reddito indiretto consiste in una serie di agevolazioni per l’accesso a servizi pubblici e culturali, per la formazione professionale, per l’abitazione in locazione e per l’accesso al credito”. 

 

Agostinelli: "Uniformare il settore pesca con una legge regionale"

“Una legge regionale sulla pesca che uniformi il settore e risponda alla tante aspettative del ceto peschereccio che, in Calabria, vive una situazione di particolare disagio”. E’ questo l’invito che il direttore marittimo della Calabria Andrea Agostinelli, in visita istituzionale questo pomeriggio a Palazzo Campanella, ha rivolto al capo di gabinetto della presidenza del Consiglio regionale Ugo Massimilla. “Sarebbe auspicabile – ha asserito il Capitano di Vascello Agostinelli- che la Regione predisponesse un piano di gestione  per la pesca del novellame, così come previsto dal regolamento comunitario, per la successiva approvazione da parte del Ministero delle Politiche agricole e forestali e della stessa Commissione europea. Come si sa, la pesca del novellame è da tempo vietata; tuttavia, alcune marinerie calabresi, tradizionalmente dedite a tale pratica, chiedono con sempre maggiore insistenza che vengano attivate le procedure per il rilascio di permessi speciali, previa redazione, appunto, di un piano di gestione di competenza regionale. Da qui, l’opportunità di una legge regionale che superi gli ostacoli attuali, soddisfi le esigenze delle marinerie locali e consenta alla Calabria di diventare virtuosa in un settore vitale dell’economia marittima locale”.  Nel corso dell’incontro di cortesia, sono state affrontate diverse questioni di interessate dell’Amministrazione marittima, come il servizio di assistenza ai bagnanti durante la stagione estiva e la stipula di una convenzione quadro con la Regione. “Ho ascoltato con molto piacere – ha dichiarato il capo di gabinetto Massimilla - le proposte del comandante Agostinelli che ringrazio per l’attenzione dimostrata nei confronti del Consiglio regionale ed al quale esprimo fin da ora i sensi della massima collaborazione nella consapevolezza che più sinergia si crea più possibilità ci sono di operare al meglio. Pertanto, queste questioni che sono emerse oggi saranno approfondite nelle sedi competenti con l’obiettivo di contribuire, attraverso un dialogo  a tutto campo sulle diverse criticità e potenzialità che caratterizzano il territorio calabrese, al rilancio di una regione che, a fronte delle sue coste estese per più di 800 chilometri, ancora non ha fatto valere la sua spiccata propensione marinara”.

 

Tassone sulla giunta: “Riproposti assessori inadeguati”

SERRA SAN BRUNO - Non ci sarebbero novità di rilievo, sintomi di cambiamento o miglioramento dopo il rimpasto di giunta effettuato dal sindaco Bruno Rosi. Potrebbe essere riassunto così il pensiero di Mirko Tassone sull’esecutivo e, infatti, il consigliere di minoranza ricorre a quello che definisce “un clamoroso falso storico” per descrivere le modalità di superamento dell’impasse adottate per arrivare ai nuovi equilibri. “I detrattori del Regno delle Due Sicilie – ricorda al proposito l’esponente della lista ‘Al lavoro per il cambiamento’ - narrano che il regolamento della marineria borbonica prevedesse che ‘All'ordine Facite Ammuina': tutti chilli che stanno a prora vann' a poppa e chilli che stann' a poppa vann' a prora: chilli che stann' a dritta vann' a sinistra e chilli che stanno a sinistra vann' a dritta: tutti chilli che stanno abbascio vann 'ncoppa e chilli che stanno ncoppa vann' bascio passann' tutti p'o stesso pertuso: chi nun tene nient' a ffà, s' aremeni a 'cca e a 'll à. Con 'Facite Ammuina' si indicano, quindi, coloro i quali fingono di darsi da fare”. A suo avviso, sarebbe stato proprio questo il criterio adottato dal primo cittadino per disegnare la nuova giunta nella quale sono stati riproposti “assessori precedentemente estromessi” con il compito di “rilanciare l’azione amministrativa”. Una contraddizione che riconfermerebbe le tesi dell’opposizione sugli errori di chi amministra la cittadina della Certosa. In pratica, secondo Tassone, è “la dimostrazione che il sindaco o ha sbagliato prima, o sta sbagliando adesso”. Non esente da critiche è “la scelta del presidente del consiglio in pectore che, dopo aver minacciato fulmini e saette, è ritornato, tomo tomo, dove stava cinque mesi fa”. Il consigliere d’opposizione cerca poi di comprendere “le motivazioni che hanno giustificato il defenestramento” di Carmine Franzè che non sarebbero  “di carattere amministrativo” in quanto “la scelta di sacrificare Franzé non può essere motivata con un’eventuale deficienza in termini di produttività, poiché, in tal caso, il sindaco avrebbe dovuto sfiduciare, per primo, se stesso”. Le ragioni sarebbero, invece, da ricollegare alle “recenti elezioni regionali” e, in particolare, “la decisione di sposare la causa di un candidato diverso rispetto a quello sostenuto dal resto della maggioranza, molto probabilmente, deve aver reso Franzé reo della più capitale delle colpe, quella di lesa maestà”. Tassone precisa comunque di non avere “alcun desiderio d’entrare nelle dinamiche interne ai forzisti serresi”, ma non rinuncia a rilevare come “la ‘nuova’ Giunta sia stata composta, non sulla scorta del merito, delle competenze e delle capacità, ma solo sulla base dell’apparente fedeltà al capo”. “Ad un anno di distanza dalle elezioni per il rinnovo del consiglio comunale – afferma Tassone - era lecito aspettarsi qualcosa di più che la riproposizione, quasi integrale, di assessori che hanno dato ampia prova della loro inadeguatezza. Tuttavia – conclude rinnovando le negative valutazioni sulla controparte - il sindaco non ha stupito nessuno. Ancora una volta, ha scelto di rimanere fermo, immobile, probabilmente, nella consapevolezza che ha a disposizione, ancora, un anno per completare l’opera di fare di Serra lo zimbello del circondario”. 

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