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L’amministrazione comunale sposa la Pro loco: “Collaborazione proficua”

SERRA SAN BRUNO – “Viva soddisfazione per la buona riuscita delle manifestazioni carnevalesche organizzate dalla Pro loco”. Dal palazzo municipale di piazza Carmelo Tucci parte un plauso verso tutte quelle attività che contribuiscono ad animare la vita sociale e culturale della comunità serrese. “Abbiamo intenzione di intensificare la collaborazione con la Pro loco – spiegano gli amministratori guidati dal sindaco Bruno Rosi – visti i brillanti risultati ottenuti dalla rassegna estiva, dalla ‘Festa del fungo’ (evento che si punta a far diventare un appuntamento fisso), dal concorso ‘Poesia dialettale’ dedicato a Mastro Bruno Pelaggi, dal ‘Presepe vivente’ predisposto nel cuore del paese. Abbiamo dato e daremo anche in futuro – concludono – tutto il supporto possibile, cercando di superare le consistenti difficoltà economiche del momento, alle iniziative che valorizzano l’immagine della nostra cittadina”.

Riequilibrio finanziario, Callipo: "Per Pizzo è un nuovo inizio"

"Per Pizzo questo è un nuovo inizio, una vera e propria rinascita amministrativa resa possibile da un lavoro durissimo che alla fine però ha dato i risultati sperati". All'indomani del Consiglio comunale che ha approvato il piano pluriennale di riequilibrio finanziario, il sindaco Gianluca Callipo torna sulla questione per sottolineare l'eccezionalità di un risultato che mette il Comune nelle condizione di tornare a investire in servizi e opere pubbliche. "Oggi - sostiene Callipo - il Comune di Pizzo non ha più debiti fuori controllo. Quando ci insediammo, poco più di 2 anni e mezzo fa, trovammo una situazione disastrosa. Davanti a noi c'erano soltanto due opzioni: avviare le procedure di dissesto o rimboccarci le maniche e provare a mettere ordine nei conti. Scegliemmo la seconda strada, ma è stata tutta in salita, con momenti davvero difficili". Per come racconta l'esponente renziano "allo stato attuale, alcuni dei debiti più consistenti sono stati pagati (come i crediti vantati dalle imprese e il risarcimento per la Chiesetta di Piedigrotta), mentre altri gravami, come l'obbligo di restituzione al Ministero dell'Interno di un milione e 300mila euro per trasferimenti statali indebitamente percepiti in passato dal Comune, hanno trovato spazio nel piano pluriennale di riequilibro finanziario approvato sabato scorso dal Consiglio comunale. "Questo importante strumento finanziario - continua Callipo - consente di assorbire in diversi anni deficit ancora esistente, pari a circa 8 milioni di euro, attraverso precise procedure di accantonamento delle risorse necessarie. Per la prima volta, quindi, si evita di riversare sulle future amministrazioni il peso dei debiti ereditati, ma viene adottata dal Comune una programmazione puntuale per la loro progressiva estinzione con le dovute coperture". Questo risultato è stato perché "Palazzo San Giorgio ha aderito due anni fa alla sperimentazione ministeriale dell'armonizzazione contabile, che impone bilanci esclusivamente di cassa, cioè basati sulle risorse effettivamente disponibili e non più sulle entrate presunte, spesso utilizzate impropriamente per far quadrare i conti soltanto sulla carta. Una rivoluzione contabile - sottolinea Callipo - che da quest'anno sarà obbligatoria per tutti gli enti locali italiani, ma due anni fa rappresentava una sorta di prova di coraggio per chi decideva di adottare in anticipo questo metodo. Insomma, siamo orgogliosi sia del lavoro svolto nel nostro Comune sia del contributo concreto che abbiamo dato per testare a livello nazionale il nuovo sistema contabile". Infine, il primo cittadino di Pizzo esprime apprezzamento anche per il senso di responsabilità espresso dai consiglieri di opposizione Holmo Marino e Francesco Gammo, che avrebbero potuto far saltare la seduta decisiva dell'ultimo Consiglio comunale per mancanza del numero legale. "Pur avendo votato contro il provvedimento per coerenza con le proprie posizioni politiche - spiega Callipo - non hanno abbandonato l'aula, consentendo così il corretto svolgimento del Consiglio e l'approvazione a maggioranza del piano di riequilibrio. Un segnale di forte responsabilità, che mi auguro possa rappresentare il viatico per una collaborazione più proficua con la minoranza, nell'esclusivo interesse per la città, fermo restando i diversi ruoli e prerogative". 

Imu sui terreni agricoli, mozione di Bova

Una mozione con cui  “il Consiglio regionale impegni il presidente della Giunta  ad intervenire presso il Governo nazionale affinché venga tempestivamente sospeso il Decreto Interministeriale del 28 novembre 2014 che ridefinisce l’elenco dei Comuni che beneficiano dell’esenzione dall’IMU sui terreni agricoli”. A presentarla agli uffici della segreteria d’Assemblea di Palazzo Campanella è stato il consigliere regionale Arturo Bova (Democratici e Progressisti). Fra gli altri obiettivi del documento quello di “costituire un Tavolo Stato-Regioni al fine di concordare nuovi e più equi criteri di individuazione e classificazione delle zone montane e collinari esenti IMU; e comunque, di porre in essere ogni più opportuna e necessaria azione al fine di tutelare il settore agricolo, particolarmente vessato nel nostro Paese, specialmente nelle aree montane e ancor di più nell’entroterra calabrese”. Nel documento, il consigliere ricostruisce l’iter della vicenda. “Con l’ordinanza del 21 gennaio 2015, il TAR del Lazio, ha rinviato al 17 giugno 2015 la data dell’udienza pubblica per la trattazione nel merito del ricorso promosso da alcune ANCI regionali (Umbria, Liguria, Veneto, Abruzzo e Lazio) sulla legittimità del Decreto Interministeriale del 28 novembre 2014, disponendo che 'le esigenze della parte ricorrente appaiono adeguatamente tutelabili con la sollecita definizione del giudizio nel merito’. Con la stessa decisione - prosegue Bova -  il Tar Lazio non ha confermato la sospensione degli effetti del provvedimento, già disposta, fino all’udienza del 21.1.2015, dal decreto del Presidente della seconda sezione del Tar in data 22 dicembre 2014. Pertanto, nell’ambito di questo giudizio - sottolinea  l’esponente politico - riacquistano validità i criteri di imponibilità dei terreni montani indicati dal decreto del 28 novembre scorso. Sullo stesso tema, tuttavia, il Tar Lazio si e’ pronunciato con un ulteriore decreto cautelare emanato in data 14 gennaio 2015, con riferimento ad un altro ricorso, promosso da alcuni Comuni siciliani che aveva effetto fino alla trattazione in Camera di Consiglio, fissata per il 4 febbraio 2015 e, dunque, per una data evidentemente successiva al termine per il pagamento dell’IMU sui terreni agricoli montani. Termine che, come noto, e’ fissato al 26 gennaio 2015 (comma 692 della Legge di Stabilità 2015)”. Al contempo, Bova fa presente che “l’udienza del 4 febbraio 2015 è stata rinviata”. “Alla luce di tutto questo - sostiene il consigliere regionale -  il regime fiscale dei terreni agricoli montani resta caratterizzato da confusione normativa ed incertezza giurisprudenziale, con gravi ripercussioni sia sui Comuni che sui contribuenti coinvolti. I Comuni, inoltre, si trovano nella condizione di aver subito tagli, complessivamente pari a 359 milioni di euro, a fronte di un gettito potenziale già dubbio in ordine al quantum, e più in generale discutibile in ordine ai criteri previsti, ed ora ancora più incerto”. Fra le altre motivazioni addotte da Bova vi è la seguente: “I contribuenti sono in oggettive condizioni di incertezza circa il pagamento e si ricorda che, per effetto di consolidati principi di affidamento e buona fede, non sono applicabili sanzioni ai contribuenti qualora sussistano ‘obiettive condizioni di incertezza sulla portata e sull’ambito di applicazione della norma tributaria’”. “A fronte della situazione prospettata, e come più volte sollecitato anche dall’ANCI  - conclude Arturo Bova - appare indispensabile abbandonare il proposito di ottenere gettito aggiuntivo dai territori montani con riferimento al 2014 ed abolire i tagli in corso di effettuazione nei confronti di oltre 4 mila comuni. I criteri di imponibilità, come indicato anche da recenti pronunciamenti parlamentari, potranno poi essere profondamente innovati attraverso una necessaria condivisione con le parti sociali e con i Comuni”.

Tallini contro Oliverio: "Logica di occupazione del potere"

“L’onorevole Magorno e il presidente Oliverio, ora che a quanto pare il Governo non intende calpestare la legge sull’incompatibilità fra Presidenti di Regione e Commissari alla sanità, dovrebbero riconoscere di aver fatto perdere alla Regione tre mesi di tempo". Lo afferma in una nota il consigliere regionale Domenico Tallini. "Dall’inizio della legislatura il presidente Oliverio - spiega l'esponente di Forza Italia -  ha tentato di tutto per occupare il settore che assorbe la gran parte del bilancio regionale. Per questa ragione, il presidente Oliverio e il Pd hanno paralizzato la Regione, fatto inciuci e tralasciato di affrontare i tanti drammi della sanità.  Non hanno mai insistito - aggiunge Tallini -  perché il Governo nominasse un commissario alla sanità, vista l’urgenza delle questioni irrisolte, ma si sono dati da fare esclusivamente perché quell’incarico andasse al presidente Oliverio. Anche qui è prevalsa la logica dell’occupazione del potere fine a se stesso.  Ma adesso  che il Governo li ha ‘delusi’, perché ha rispettato la legge - conclude Tallini - c’è da chiedersi come spiegheranno ai calabresi l’assurdità di una scelta politica che mentre ha fatto perdere tempo prezioso alla Calabria li vede tornare da Roma con un pugno di mosche in mano".

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