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Trasversale delle Serre, prorogata la chiusura al traffico della rampa n. 4 dello svincolo di Torre

Prorogata fino al 7 maggio 2015 la chiusura al traffico della rampa n° 4 dello svincolo di Torre di Ruggiero, al km 27,330 della strada statale 713 "Trasversale delle Serre", nel Comune di Chiaravalle Centrale. Lo comunica l’Anas. Inizialmente la riapertura al traffico era prevista per l’8 marzo. Il provvedimento si è reso necessario per consentire la prosecuzione dei lavori in prossimità del muro di contenimento limitrofo alla rampa n° 4 dello svincolo. Durante la chiusura il traffico sarà deviato sulla rampa n° 3 dello svincolo di Torre di Ruggiero, attraverso l'istituzione di un senso unico alternato, regolato da un semaforo. L'Anas raccomanda agli automobilisti prudenza.

 

Fondazione Campanella, il Codacons punge la giunta regionale

A distanza di una settimana, il responsabile del Codacons nelle Serre, Antonio Carnovale, torna sulla vicenda della Fondazione Campanella e cerca di fare breccia nel “silenzio assordante che avvolge il polo oncologico”. Un ossimoro amaro quello usato per descrivere quanto accadde intorno ad “un centro di eccellenza che chiude i battenti insieme alle speranze del personale, ma soprattutto insieme a quelle dei pazienti che, adesso, si vedono sottrarre il diritto di scegliere dove essere curati”. L’esponente dell’associazione a tutela dei consumatori apprezza “l’encomiabile condotta dei medici che continuano, sino a quando le porte non verranno chiuse, ad assistere i propri pazienti senza, tuttavia, ricevere lo stipendio” ma esprime “qualche perplessità sulla giustificazione data in questi ultimi giorni dalla politica regionale circa le motivazioni per cui non sarebbe possibile salvare la Fondazione, ovvero, non si vorrebbe suggellare un atto illegittimo rappresentato dall’accordo transattivo predisposto dalla precedente giunta regionale e che dovrebbe essere eseguito dall’attuale governatore”. E qui si materializzano i dubbi poiché “la motivazione non è convincente per una serie di motivi: in primis – spiega Carnovale - non si incorrerebbe in nessuna responsabilità nell’eseguire un atto transattivo predisposto dalla precedente giunta e che permetterebbe il mantenimento di un’offerta sanitaria vitale per il territorio” e poi “se da un lato si dichiara di non voler eseguire un atto illegittimo, contemporaneamente, anche in assenza della nomina del commissario alla Sanità, vi è la volontà di iniziare le procedure di assunzione di personale sanitario, espletando i relativi concorsi”. Ne consegue un pungente interrogativo: “non sarebbero anche questi atti illegittimi? E, infatti, in assenza della nomina del commissario, tutte le procedure concorsuali risulterebbero, probabilmente, affette da un’illegittimità rilevabile dalla magistratura amministrativa ed afferente ai profili della violazione di legge e l’eccesso di potere, patologie insite agli atti amministrativi che rischierebbero di travolgere inesorabilmente l’intero iter. Si potrebbe – si domanda ancora Carnovale - dire che vale la pena rischiare per consentire ai servizi sanitari regionali di potenziare la propria offerta, ma lo stesso rischio non conviene correrlo anche per salvare la Fondazione Campanella?”

Alaco, Tassone: “Amministrazione opera senza logica e buon senso”

SERRA SAN BRUNO - “Come una lampadina mal funzionante; rimane spenta per mesi ed ogni tanto emette qualche bagliore. La questione Alaco sembra funzionare proprio così. Alle inchieste giudiziarie segue sempre un gran clamore mediatico, passa, poi, qualche giorno e tutto finisce nel dimenticatoio”. Paragone che bada poco all’estetica ma che è molto calzante quello utilizzato da Mirko Tassone per sottolineare una vicenda che si trascina da anni, che rimane tuttora irrisolta e che “disorienta soprattutto i cittadini”. In questo “marasma generale” a colpire l’esponente della minoranza è “l’assenza di alcune amministrazioni comunali” e, in particolare, di quella serrese che, a suo avviso, “ancora una volta, si caratterizza per la somma indifferenza”. A lasciare il segno “è l’intollerabile ignavia, tanto più, che, come andiamo ripetendo da tempo, la soluzione del problema sarebbe, parzialmente, a portata di mano. Una soluzione – precisa Tassone - per la quale non servono ricette miracolose o fantasmagoriche risorse finanziarie. Basterebbe usare il comune buon senso. Si tratta di una soluzione semplice, immediatamente cantierabile, che, stranamente, il sindaco e la sua maggioranza continuano ad ignorare. Per risolvere buona parte del problema, non bisognerebbe fare altro che riattivare l’acquedotto comunale di località ‘Sorgive’ situato nella zona della ‘Scorciatina’”. Il rappresentante di “Al lavoro per il cambiamento” entra nei dettagli tecnici e specifica che “con una capacità di 12/14 litri al secondo, lo storico acquedotto, potrebbe soddisfare per un terzo il fabbisogno cittadino, permettendo, al contempo, di limitare, in maniera considerevole, la dipendenza da Sorical”. I vantaggi sarebbero molteplici poiché “oltre a consentire al Comune di erogare acqua di qualità, la riattivazione assicurerebbe un considerevole risparmio per le casse comunali, quantificabile in una cifra che si aggira intorno ai 100 mila euro all’anno. Se a ciò si aggiunge che l’acquedotto in questione è inutilizzato dal 2011, si comprende il duplice danno arrecato alla cittadina”. I teorici benefici, in mancanza degli adeguati provvedimenti, si sarebbero trasformati in effetti nefasti e Tassone puntualizza che “da una parte sono stati dispersi milioni di metri cubi di vero e proprio oro blu, dall’altra si sono spesi non meno di 400 mila euro per acquistare acqua d’infima qualità. A ciò si aggiunga che, secondo le stime fatte dai tecnici comunali, per riattivare l’acquedotto basterebbero meno di 40 mila euro. Una spesa, quindi, che potrebbe essere ripagata in appena cinque mesi”. La nota di biasimo evidenzia inoltre che “se si fosse proceduto tempestivamente alla riattivazione, l’amministrazione comunale, avrebbe potuto mettere da parte un tesoretto da impiegare, a suo piacimento, nella soluzione definitiva del problema, per abbassare le tasse ai cittadini, per migliorare la qualità dei servizi. Visto il tempo sprecato, la logica ed il buon senso imporrebbero di procedere alla riattivazione immediata dell’acquedotto. Ma la logica ed il buon senso – ammonisce Tassone - come hanno imparato a proprie spese i cittadini, non albergano certo in casa della maggioranza azzurra”.

Un unico Comune nelle Preserre: primi passi verso la fusione

I tagli imposti dal governo centrale, che a sua volta è a corto di risorse, le difficoltà a predisporre i servizi, il venir meno dei vecchi campanilismi che spesso si sono rivelati controproducenti. Organizzarsi con forme di amministrazione condivisa è ormai un’esigenza per i centri calabresi, sempre più in difficoltà nella gestione di problemi dalle origini lontane e dalla soluzione assai complessa. Serve unire le forze e sfruttare le occasioni che si presentano, guardando al futuro e non al passato. Il dibattito sollevato dal Redattore circa la necessità del “mettersi insieme” di diversi Comuni sembra trovare riscontri nella realtà, a dimostrazione del fatto che qualcosa, in questo senso, si muove.  E’ viva, infatti, la discussione nelle Preserre dopo il disco verde da parte del civico consesso di Torre di Ruggiero alla mozione, presentata dal sindaco Giuseppe Pitaro, per la fusione con i Comuni di Chiaravalle Centrale e Cardinale.

Interessante è, in particolare, il pensiero del primo cittadino di Chiaravalle Gregorio Tino che trova “apprezzabile” l’iniziativa del suo omologo rilevando che “si tratta di 3 comunità già aggregate da un punto di vista culturale e sociale”. A suo avviso, sarebbero indiscutibili “i vantaggi che si avrebbero nella gestione dei servizi ed in riferimento ai trasferimenti erariali”, ma il processo non deve essere calato dall’alto. Più opportuno è, invece, “cominciare a percepire gli umori delle comunità ed eventualmente procedere con gli atti propedeutici all’indizione di un referendum”. Sostanzialmente, il progetto ha i favori degli amministratori che, però, vogliono agire solo con un convinto sostegno della popolazione. Rilevante è, ad ogni modo, il fiorire di elementi innovativi nella mentalità della classe dirigente che ha preso atto della richieste di efficienza e competitività della società moderna. Tino sembra avere la lungimiranza di allargare gli orizzonti e propone di “coinvolgere anche Argusto e Gagliato” in un piano ambizioso ma allo stesso tempo concreto. La realizzazione non è semplice ma potrebbe essere l’unica via per sopravvivere agli effetti dello spopolamento e ai colpi frenetici della globalizzazione.

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