Democratici per Reggio Città Metropolitana: "Criminali le trivellazioni lungo le nostre coste"
"Il 17 Aprile l’Italia è chiamata, attraverso un referendum abrogativo, ad esprimersi circa l’opportunità di fermare o proseguire le trivellazioni entro le 12 miglia marine dalla costa per ricercare petrolio e gas, una volta scadute le concessioni alle attuali compagnie petrolifere". Inizia così una nota trasmessa dai consiglieri comunali aderenti al Gruppo "Democratici per Reggio Città Metropolitana". "Numerosi - dichiarano congiuntamente Filippo Quartuccio, Demetrio Martino e Nicola Paris - sono stati i motivi che, dopo attenta analisi, ci hanno portato a sostenere il referendum e votare SI per dire NO alle trivellazioni. Innanzitutto, noi "Democratici per Reggio metropolitana", siamo convinti che nessun governo possa decidere di imporre le trivellazioni “forzate” ad una regione senza previamente ascoltare la voce del popolo e degli organismi che ha eletto per rappresentarla. Il mare Mediterraneo , si sa, è un mare 'chiuso' e qualunque incidente sulle piattaforme rappresenterebbe la fine della nostra civiltà fondata sul mare e sulle sue risorse. Come dimostrano anche dati statistici, nel 2016, il petrolio e il gas scisto (risorse fossili) sono ormai in esaurimento ovunque. In modo particolare, è dimostrato che, in Italia, i giacimenti di petrolio sono pari all’1% e quelli di gas all’3% e quindi, operando una elementare comparazione statistica tra rischi e benefici, comprendiamo bene che il gioco non vale la candela". "La Calabria, inoltre, è una terra a rischio altamente sismico e la possibilità che vengano impiantate piattaforme petrolifere nelle nostre coste che usano la tecnologia delle esplosioni sottomarine è una prospettiva - secondo i componenti del Gruppo consiliare - assolutamente criminale e incosciente. La Calabria è tutta un 'parco marino': dal Tirreno allo Ionio abbiamo l’immensa fortuna di godere di spazi e paesaggi unici al mondo che hanno solo bisogno di essere protetti e valorizzati e non riempiti di piattaforme petrolifere. Consentendo la proroga delle concessioni alle compagnie petrolifere, andremmo a minare la stabilità lavorativa di tutti quegli operatori del turismo impegnati da anni a valorizzare e rilanciare le bellezze naturali e artistiche dell’Italia che non hanno di certo il desiderio di vedersi compromesso il lavoro da eventuali inquinamenti che danneggiano il mare". "Concludiamo - termina la nota - dicendo che il futuro della nostra politica energetica non può e non deve riferirsi ancora alle esaurite fonti fossili; il futuro va nella direzione delle fonte energetiche alternative e rinnovabili che non hanno un impatto invasivo sui territori".
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