Riceviamo e pubblichiamo la nota di Fioravante Schiavello, referente del Comitato “Trasversale delle Serre – 50 anni di sviluppo negato” per l'area delle Serre vibonesi.
Ecco, ci mancava solo questa notizia che oggi è apparsa sulle pagine della Gazzetta del Sud per gettare nello sconforto chi aveva creduto che, bene o male, qualcosa si sarebbe riusciti a recuperare: “EX STRADA STATALE 110 – LA CHIUSURA SARA’ LUNGA”. La Provincia di Vibo Valentia ha fatto sapere che non intende procedere con provvedimenti tampone ma che potrà solo accelerare i tempi dei lavori di messa in sicurezza, tempi previsti: altri due mesi, se tutto filerà liscio e se non ci saranno imprevisti di tipo tecnico o burocratico.
Pur nella consapevolezza che i previsti ed immediati provvedimenti tampone, sbandierati come un risultato di grande rilevanza dopo l’interlocuzione tra Provincia, Regione, Procura della Repubblica ecc. , avrebbero lasciato comunque la Strada Statale 110 in perenne emergenza perché, di fatto, non potevano garantirne la piena sicurezza, ci eravamo quantomeno illusi che potevano, se non altro, mitigare gli effetti di quella che ormai appare come la stagione estiva più disastrosa per tutti i comuni dell’entroterra Serrese.
Siamo a fine maggio, la stagione turistica per questa zona inizia con le carovane di studenti provenienti da tutta la Calabria e buona parte della Sicilia, nonché di tour operator che fanno arrivare comitive di tedeschi, inglesi ed altre nazionalità, che hanno quale meta Serra San Bruno con le sue bellezze naturalistiche e di arte, cultura e spiritualità (la Certosa e il suo Museo, Santa Maria del Bosco, le Chiese, il centro storico, i sentieri ecc. ecc.), nonché i paesi del circondario che offrono al turista un immenso patrimonio che aspetta solo di essere valorizzato (un plauso particolare va ai comuni di Mongiana e Soriano Calabro). I fatti ci dicono che ad oggi mancano all’appello circa 4.000 presenze, 80 pullman hanno disdetto il loro arrivo a Serra e dintorni per l’impossibilità di transitare. Dalla Stazione Ferroviaria di S. Eufemia, dall’Aeroporto di Lamezia e dall’Autostrada uscita Pizzo – Serre, essendo chiusa la S.S. 110, per arrivare a Serra occorre fare dei percorsi interminabili o tortuosi, la gente a questo punto ci rinuncia e i danni per l’economia della zona sono indescrivibili.
Ma la notizia cattiva non è solo questa, infatti il sindaco di San Nicola da Crissa durante la riunione di coordinamento dei comitati e delle associazioni sullo stato della viabilità, ha anticipato che si vedrà costretto, a breve, a chiudere al traffico la strada di accesso alla sua cittadina perché si registrano dei cedimenti in ben tre punti che stanno diventando estremamente pericolosi, questo vuol dire che, di conseguenza, verrà interdetto il traffico anche in direzione Serra San Bruno.
Il tutto mentre i lavori sulla Trasversale delle Serre sono ormai, da tempo, bloccati per le note vicende giudiziarie.
A cosa sono serviti i sacrifici e gli sforzi di tanti operatori turistici, commercianti, albergatori ecc., ma anche di tanti sindaci, che hanno cercato in tutti i modi di recuperare il gap di una zona sempre di più spopolata e abbandonata con un ritorno ed un richiamo di carattere turistico? Se non ci sono vie di collegamento agili e sicure, se non ci sono strade percorribili diventa tutto inutile … e questo ci fa piangere il cuore perché il nostro paese merita ben altro, perché tutti i paesi che vanno da Soverato a Nardodipace sono in possesso di potenzialità enormi che possono costituire una grande occasione di sviluppo …. Occorre solo aprire gli occhi, essere consapevoli che i cittadini di queste zone, per anni trascurati e asserviti al bisogno, devono finalmente alzare la testa, devono pretendere i propri diritti, devono capire e far capire che essi non sono elargizioni della politica ma sono conquiste per i quali, chi li rappresenta, deve rendersi interprete adempiendo al proprio mandato in modo democratico e civile.
A metà del mese di giugno chiediamo a tutti i cittadini, ai comitati, alle associazioni, ai sindaci con le loro comunità, ai sindacati ed ai politici che istituzionalmente ci rappresentano di partecipare ad una manifestazione che esprima il disagio di un intero territorio che rischia di rimanere sempre di più emarginato.