'Ndrangheta nelle Preserre Vibonesi: 155 anni di carcere inflitti nel processo "Luce nei boschi"

Sono complessivamente 155 gli anni di reclusione che i giudici della Corte d'Appello di Catanzaro hanno inflitto a quattordici persone imputate nel processo scaturito dall'inchiesta "Luce nei boschi" che mise nel mirino le attività criminali delle cosche attive nelle Preserre Vibonesi, responsabili di una guerra cruenta. Bruno Emanuele, considerato personaggio apicale della 'ndrangheta a Sorianello, è stato condannato a 24 anni di carcere. Al fratello Gaetano, il Collegio Giudicante ha comminato una pena di 15 anni. Nei confronti di Antonio Altamura, da sempre ritenuto boss della cosca di Ariola di Gerocarne, è stata decisa una condanna a 16 anni. I magistrati hanno punito Francesco Capomolla con 14 anni di reclusione, a Franco Idà è stata irrogata  una pena di 12 anni e 2 mesi di reclusione, 12 anni ciascuno resteranno in prigione Vincenzo Bartone, Pasquale De Masi e Giovanni Loielo. Otto anni di carcere sono stati assegnati a Leonardo Bertucci e Antonio Gallace, 7 a Nazzareno Altamura e Vincenzo Taverniti, 6 a Domenico Falbo, collaboratore di giustizia e 1 anno e 6 mesi a Giuseppe De Girolamo.

“Luce nei boschi”, assoluzione definitiva per l’ex sindaco di Gerocarne Michele Altamura

Incubo finito per Michele Altamura, ex sindaco di Gerocarne che vede diventare definitiva la sua assoluzione, dopo che la Procura generale di Catanzaro non ha appellato la sentenza di primo grado del processo “Luce nei boschi” con la quale il 44enne era stato riconosciuto innocente. L’accusa pendente nei suoi confronti era quella di associazione mafiosa atta a pilotare appalti, specie nel settore boschivo. Ma Altamura non si è mai arreso, professando in ogni occasione la sua correttezza. Di più, ha raggiunto la laurea in Ingegneria civile in carcere. Carattere riservato, pacato nei toni, Altamura cerca di ricostruirsi una vita cancellando una macchia che ha sempre rigettato.

 

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