Sanità. Punti di Primo Intervento: il destino di Soriano e Chiaravalle. I DETTAGLI
Nel “Documento di riorganizzazione della Rete ospedaliera, della Rete dell’Emergenza-Urgenza e delle Reti tempo-dipendenti” vergato dal commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro Massimo Scura sono presenti importanti informazioni che vanno ad incidere in maniera significativa sulla vita delle popolazioni delle Serre e delle Preserre. “A seguito della riconversione dell’attività di un ospedale per acuti in una struttura territoriale – viene specificato - potrebbe rendersi necessario prevedere, per un periodo di tempo limitato, il mantenimento nella località interessata di un Punto di Primo Intervento, operativo nelle 12 ore diurne e presidiato dal sistema 118 nelle ore notturne. Qualora gli accessi superino le 6.000 unità per anno la responsabilità clinica e organizzativa ricade sul DEA di riferimento, che potrà avvalersi di risorse specialistiche, con adeguata formazione, presenti nella struttura. La mission dei Punti di Primo Intervento - è il chiarimento - è la trasformazione in postazione medicalizzata del 118 entro un arco temporale predefinito, implementando l’attività territoriale al fine di trasferire al sistema dell’assistenza primaria le patologie a bassa gravità e che non richiedono trattamento ospedaliero secondo protocolli di appropriatezza condivisi tra 118, DEA, HUB o Spoke di riferimento e Distretto, mantenendo rigorosamente separata la funzione di urgenza da quella dell’assistenza primaria”. Saliente è il passaggio in cui viene sottolineato che “nei Punti di Primo Intervento non è prevista l’osservazione breve del paziente. Punti di Primo Intervento con casistica inferiore ai 6.000 passaggi annui sono direttamente affidati al 118 come postazione territoriale. Possono essere organizzati Punti di Primo Intervento anche per esigenze temporanee ed in occasione di manifestazioni di massa, gestiti funzionalmente e organizzativamente dal sistema 118”. Altre previsioni di rilievo: “nella fase di transizione verso la gestione del 118, la loro funzione per le urgenze si limita unicamente ad ambienti e dotazioni tecnologiche atti al trattamento delle urgenze minori e ad una prima stabilizzazione del paziente ad alta complessità, al fine di consentirne il trasporto nel Pronto Soccorso più appropriato. Per questa funzione sono necessari unicamente ambienti e dotazioni tecnologiche atti al trattamento delle urgenze minori ed a una prima stabilizzazione del paziente ad alta complessità, al fine di consentirne il trasporto nel Pronto Soccorso più appropriato. Esclusivamente per il tempo di mantenimento previsto, i Punti di Primo Intervento si distinguono in:
- Punti di Primo Intervento, mobili (allestiti per esigenze estemporanee) o fissi (con numero di accessi < 6.000 se attivi 24 ore o < 3.000 se attivi 12 ore, assegnati al “Servizio di Emergenza Sanitaria Territoriale 118”);
- Punti di Primo Intervento con numero di accessi > 6.000 fino a 20.000 se attivi 24 ore o > 3.000 se attivi 12 ore eventualmente assegnati alle strutture delle Aziende Sanitarie dopo l’attuazione della riorganizzazione della rete ospedaliera (PS, SPOKE, HUB);
- Punti di Primo Intervento in zona montana con un forte presidio del 118. I PPI in zona montana richiedono una particolare attenzione da parte dello SPOKE (o dell’HUB) a cui si riferiscono, con gestione diretta da parte degli stessi medici operanti nel Dea di riferimento e con la particolare implementazione di attività qualora i numeri lo richiedano (vedi anche Pronto Soccorso Semplice dell’Ospedale Generale)”.
"Nel Punto di Primo Intervento è però sempre prioritaria – viene aggiunto - la garanzia del trasferimento protetto del paziente stabilizzato al centro più idoneo. Attualmente il servizio dei PPI attivati negli ex ospedali riconvertiti in strutture territoriali, è erogato in 12H/24H per prestazioni in emergenza-urgenza per casi di media-bassa complessità. L’obiettivo, in linea con quanto sopra definito, è quello di trasferire delle attività previste per i PPI delle CdS alla gestione del 118 entro un anno (28 febbraio 2017), previa contestuale verifica della funzionalità della rete EMUR”.
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