Furto di energia elettrica, 71enne in manette nel Vibonese
- Published in Cronaca
E’ di due persone ferite il bilancio di un incidente avvenuto questa mattina nei pressi dello svincolo di Sant’Onofrio (Vv) dell’A2 “Autostrada del Mediterraneo”.
L’impatto ha interessato due veicoli che viaggiavano in direzione Villa San Giovanni.
I feriti sono stati soccorsi in eliambulanza.
Il tratto di autostrada è rimasto chiuso per consentire le operazioni di soccorso e la rimozione dei veicoli incidentati.
I carabinieri del Nucleo investigativo di Vibo Valentia e dello Squadrone Cacciatori hanno messo fine alla latitanza di Domenico Bonavota, ritenuto esponente di punta dell’omonimo clan.
Latitante da circa due anni, dopo essersi sottratto alla carcerazione a seguito della sentenza “Conquista” con la quale è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Domenico Di Leo e destinatario di due ordinanze cautelari nell’ambito delle operazioni “Rinascita-Scott” e “Imponimento”, Bonavota è stato rintracciato in una casa, nel centro di Sant’Onofrio.
Al termine delle operazioni, sono state arrestate altre due persone: Pino Lucio Laria, 45 anni, affittuario della casa dove è stato individuato il ricercato e Antonino Ruggiero, 23 anni, trovato in compagnia di Bonavota.
I due sono stati posti ai domiciliari, mentre Bonavota è stato tradotto in carcere.
Proseguono gli interventi di manutenzione programmata della pavimentazione, lungo l’A2 ‘Autostrada del Mediterraneo’, tra le province di Vibo Valentia e Reggio Calabria.
Nel dettaglio, fino al 20 giugno prossimo, sarà in vigore la chiusura della carreggiata nord con disposizione del traffico veicolare sulla carreggiata sud, predisposta a doppio senso di circolazione tra il km 350,700 (svincolo di Sant’Onofrio) e il km 393,500 (svincolo di Gioia Tauro).
Gli interventi, affidati mediante procedura di Accordo Quadro, consistono nella rimozione della vecchia pavimentazione e nel suo rifacimento ex novo con l’utilizzo di asfalto drenante.
La scelta del sito per la discarica rischia di essere degradata ad una querelle tra sindaci o peggio ancora tra cittadini di comuni vicini con i quali intercorrono da sempre rapporti di buon vicinato e di stima reciproca pur nella diversità culturale e storica di ciascuno. La scelta ,invece, impone una riflessione sugli aspetti tecnici –scientifici-ambientali e politici che essa comporta. Nei verbali delle varie riunioni dell’ATO ,tranne in qualche intervento , mancano i criteri generali prima di quelli tecnici che il sito dovrebbe avere per un insediamento così importante. Tali criteri dovrebbero rientrare in un piano più generale dello sviluppo della provincia, delle sue potenzialità, delle sue risorse naturali, dei suoi insediamenti produttivi presenti e futuri e dei dati economici. In questo senso non è indifferente scegliere un sito piuttosto che un altro. Nella discussione tra i sindaci sembrano invece prevalere altre considerazioni basate su preconcetti, sul temuto inquinamento del proprio territorio, su un paventato utilizzo improprio e sconsiderato dell’impianto, sugli appetiti che potrebbe scatenare e su una sostanziale contrarietà dei propri amministrati. Non è un caso che sono pochi i sindaci che hanno manifestato la disponibilità di accogliere l’impianto nel proprio paese. Una scelta così importante avrebbe dovuto coinvolgere invece tutte le categorie sociali della Provincia, i sindacati, le associazioni ambientaliste, i partiti politici nessuno di loro invece ha battuto ciglio. I partiti si sono defilati per l'assenza di un orientamento comune e condiviso tacendo o esprimendo posizioni diverse da quelle assunte a livello regionale e nazionale. I sindacati hanno completamente ignorato il problema e non si comprende il motivo del loro atteggiamento, la stessa cosa hanno fatto le associazioni ambientaliste .Un problema cosi importante non può essere disgiunto dalla situazione generale della Provincia, dai costi benefici in termini occupazionali , ambientali, turistici, dal fatto che la realizzazione della discarica potrebbe rappresentare un'occasione di crescita o addirittura decrescita del territorio. Probabilmente la Regione avrebbe dovuto ,nel determinare gli ambiti territoriali , escludere la nostra provincia proprio in virtù della sua vocazione turistica ed ambientale. Il flusso turistico nella provincia è maggiore che nelle altre province ed incide considerevolmente sul pil della Regione. In questo senso la proposta di alcuni sindaci di consorziarsi con Lamezia in deroga alla legge regionale non è peregrina
I criteri tecnico-scientifici ed ambientali per la scelta del sito dai quali non è possibile derogare sono quelli previsti dalle numerose leggi e sentenze nazionali e regionali esistenti sono così sintetizzabili:
1) Distanze minime dai centri abitati,
2) Classificazione zona sismica della zona,
3) Distanza da embrioni acquiferi,
4) Parchi o aree protette.
Il sindaco ed i cittadini di Filogaso, il comitato per il no sorto a S. Onofrio che ha raccolto più di mille firme contro la discarica, i cittadini ed il sindaco di Stefanaconi ,nonché presidente della Provincia , nelle numerose riunioni tenutesi hanno sempre sostenuto che il sito scelto in località “ Vajoti” ricadente nel territorio di S.Onofrio, non rispecchia i requisiti di legge per i seguenti ordini di motivi:
1) L’ubicazione della discarica dista a circa un chilometro e mezzo dal centro abitato di Filogaso,
2) Manca un’indagine geotecnica e geologica che assicuri la stabilità del sito al carico cui verrà sottoposto, ( la zona è altamente sismica tanto che l’epicentro del terremoto del 1659 fu individuato proprio a Filogaso),
3) Il sito ricade in una zona idrogeologica significativa ( a poca distanza scorre il fiume Mesima) ,
4) Il sito è soggetto a forti venti che soffiano in direzione del paese,
5) È a ridosso di un bosco la cui vegetazione ed i prodotti del sottobosco famoso per i funghi verrebbero fortemente compromessi,
6) Il sistema viario non è idoneo a sostenere l’immancabile aumento del traffico,
7) si compromette lo sviluppo di una zona che presenta diversi insediamenti produttivi.
Il sopralluogo dei tecnici regionali pare abbia confermato l’esistenza di alcune criticità del sito. Il sindaco di S.Onofrio e l’Assemblea dell’Ato, con in testa il sindaco di Vibo, nonostante le ragionevoli osservazioni , non vogliono recedere da una scelta così invisa ai cittadini ed hanno scelto quel sito subordinandolo agli esiti dello studio di fattibilità il cui finanziamento dovrebbe essere a carico della Regione.
L’ordinanza della governatrice Santelli ha fatto precipitare una situazione alquanto controversa acuendo il malcontento di tutti i cittadini pronti ad intraprendere qualsiasi iniziativa per la salvaguardia del loro ambiente ,del loro territorio, della loro salute