Presso la tendopoli del Ministero dell’Intero di San Ferdinando, un cittadino extracomunitario di nazionalità ghanese, di 25 anni, al culmine di una lite con un connazionale, è stato attinto da un fendente all’altezza del torace destro con abbondanti perdite di sangue. Sul posto è intervenuta subito un’ambulanza del 118 che, constatata la gravità della ferita, ha trasportato in codice rosso il giovane ghanese presso l’Ospedale Civile di Polistena dove è stato ricoverato con prognosi riservata.
Immediatamente i carabinieri della Stazione di San Ferdinando, agli ordini dal Maresciallo Capo Francesco Vadalà, e sotto il coordinamento del Comando della Compagnia di Gioia Tauro diretta dal Tenente Gabriele Lombardo, si sono recati sul posto unitamente a militari del Nucleo Operativo ed alcuni equipaggi dell’Aliquota Radiomobile, per cercare di comprendere l’esatta dinamica dei fatti.
In poco tempo i carabinieri hanno identificato alcuni extracomunitari che vivono in una baracca adibita a bazar posta dentro la tendopoli e li hanno condotti in caserma per sentirli in qualità di possibili testimoni. Dopo qualche ora di intensa attività istruttoria, si è arrivati al nome ed al volto del presunto autore del grave ferimento: si tratta di un connazionale della vittima, di 28 anni, di cui non si hanno più notizie dalle 18.30 circa del 25 gennaio, ora dell’aggressione. È scattata così la caccia all’aggressore: i carabinieri con l’impiego di numerosi equipaggi, hanno iniziano ad identificare tutti i cittadini extracomunitari di presumibile provenienza centrafricana che gravitano intorno alle Stazioni ferroviarie di Gioia Tauro e Rosarno.
Dopo intense e serrate ricerche, nella tarda serata, i carabinieri hanno acquisito la notizia che il sospettato possa essersi rifugiato all’interno di una baracca: immediatamente sono entrati nella tendopoli, che come è noto ospita al momento circa 1800 migranti di origine centrafricana, hanno setacciato tutti i capanni abusivi fino a quando non lo hanno trovato nascosto all’interno di una baracca di piccolissime dimensioni. Il giovane, anche lui ghanese, alla vista dei militari ha alzato le mani in alto in segno di resa, dicendo di chiamarsi Kofi Samson e confessando di essere l’autore del grave ferimento. È stato quindi ammanettato e condotto in caserma dove è stato dichiarato in stato di arresto e sottoposto ad un fermo di indiziato di delitto da parte della polizia giudiziaria.
Del fermo è stato subito notiziato il Pm di turno presso la Procura di Palmi il quale ha disposto che l’arrestato, al termine delle formalità di rito, venisse associato presso la casa circondariale di Palmi a disposizione dell’Autorità giudiziaria. Il Gip del Tribunale di Palmi ha convalidato il tutto.