I buoni…amici dell’Occidente
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Gli Houti, i combattenti yemeniti filo-iraniani, hanno annunciato di aver lanciato un missile balistico contro il palazzo reale di Riad, in Arabia Saudita.
Dal canto loro, i sauditi hanno affermato di aver intercettato il missile a sud della capitale.
L'Arabia Saudita è direttamente impegnata in una campagna militare nello Yemen, dove dal 2015 infuria una sanguinosa guerra civile, scoppiata dopo che i guerriglieri sciiti hanno scalzato il governo di Sana'a sostenuto da Riad.
Diventa ogni giorno più sanguinoso il conflitto in Yemen. Dopo il massacro di civili compiuto nei giorni scorsi dagli aerei sauditi, con puntualità chirurgica è arrivata la reazione dei miliziani houthi fedeli al presidente Saleh. I guerriglieri sciiti hanno, infatti, devastato un convoglio di Riad causando la morte di 40 soldati e la distruzione di tre carri armati, sette blindati e numerosi altri veicoli. A mettere fine alla strage, il provvidenziale intervento degli elicotteri sauditi. L'assalto è stato condotto, nel governatorato di Al Jawf, con ordigni esplosivi collocati ai margine della carreggiata e con armi automatiche. Si tratta di uno degli attacchi più sanguinosi compiuti dai miliziani houthi ai danni della coalizione guidata dall'Arabia Saudita.
Diversi missili sono stati lanciati dalle coste yemenite all'indirizzo della Uss Mason, una nave militare statunitense che stava navigando nelle acque del Mar Rosso. La salva di missili è andata a vuoto grazie alle contromisure presenti sull'imbarcazione. Si tratta del terzo episodio del genere in poco meno di una settimana. Dal 2015, nello Yemen è in corso una feroce guerra civile che vede contrapposti gli Huthi, alleati dell'Iran ed i miliziani del govero di Aden spalleggiati da una coalizione panaraba sostenuta da Arabia Saudita e Stati Uniti
La reazione di Mosca al bombardamento aereo americano che ha causato circa 100 morti tra le fila dei soldati siriani in lotta contro l'Isis nella citta siriana di Deir el Zor, non si è fatta attendere. Alcune navi da guerra russe che incrociano nel Mediterraneo hanno lanciato una salva di missili Klibr che ha colpito e distrutto un centro operativo degli insorti nel quale si trovavano una trentina di componenti dei servizi segreti israeliani ed occidentali. La notizia è stata riportata dall'agenzia Sputnik che ha citato fonti militari di Aleppo. Il centro operativo distrutto dai missili di Mosca si trovava all'interno di vecchie cave situate sul monte Saman, nella parte occidentale della provincia di Aleppo. Tra le vittime ci sarebbero anche ufficiali dell'intelligence di Stati Uniti, Turchia, Arabia Saudita, Qatar e Regno Unito. I militari dei paesi che, in teoria, starebbero combattendo contro il terrorismo si trovavano nel centro operativo per dirigere gli attacchi condotti dai terroristi su Aleppo e Idlib. L'attacco, compito lunedì scorso dalle forze navali russe, ha quindi annientato il centro di comando della coalizione diretta da USA ed Arabia Saudita che dirigeva le operazioni dei gruppi terorristi affiliati al “Jabhat Fatah Al-Sham” (ex Fronte al-Nusra) ed al fantomatico ELS. I diversi miliziani che operano in Siria sono armati ed addestrati dagli USA e dal Regno Unito e in alcuni situazioni ricevono ordini dall’Arabia Saudita. In ogni caso, tutti i gruppi sono coordinati dallo stesso centro di comando inter-alleato che i russi avevano scoperto intercettandone le comunicazioni. Il centro di comando e la sua localizzazione era stato individuato da tempo e si sapeva che al suo interno vi erano ufficiali delle forze speciali USA, Saudite e Turche con la presenza sicura di alcuni ufficiali israeliani. Prima di entrare in azione i russi hanno aspettato. La circostanza induce, quindi, a pensare che l’azione abbia rappresentato la risposta all’attacco, contro le truppe siriane, compiuto lo scorso 17 agosto dall'aviazione guidata dagli USA a Deir el Zor.
Gli attentatori dell'11 settembre ricevettero sostegno e supporto da funzionari del governo saudita. E' quanto ha rivelato al Guardian un ex membro della commissione d'inchiesta Usa a dodici anni di distanza dalla pubblicazione del rapporto che ha escluso il coinvolgimento dell'Arabia Saudita nell'attacco alle Torri Gemelle. John F Lehman, segretario della Marina durante la presidenza Reagan, sostiene che la commissione ha commesso un errore nel non dichiarare esplicitamente che funzionari di Riad facevano parte di una "rete di sostegno" ai terroristi. Le prove del coinvolgimento saudita sarebbero contenute nelle famose 28 pagine dell'inchiesta secretate di cui ha recentemente parlato anche l'ex direttore della Cia, John Brennan.
Non si e` fatta attendere la reazione del popolo iraniano all'esecuzione del religioso sciita Nimr al Nimr, ucciso ieri in Arabia Saudita insieme ad altri 46 oppositori del regime della dinastia Al Saud. Una folla inferocita si e` riversata nelle strade di Teheran dando l'assalto all'ambasciata saudita. La sede diplomatica e` stata saccheggiata dopo essere stata colpita con decine di bottiglie incendiare. Situazione analoga nella citta` Mashad, dove e` stato parzialmente bruciato il palazzo che ospita il consolato saudita. Proteste e disordini anche a Qatif, la principale citta` sciita dell'Arabia Saudita, dove i manifestanti hanno incendiato alcuni edifici governativi.
Sono 47 le condanne capitali eseguite in Arabia Saudita ai danni di altrettanti oppositori politici. La notizia e` stata diffusa dal ministero dell'Interno di Riad. Tra le vittime della brutale repressione del Governo saudita anche un religioso sciita, Nimr al-Nimr, condannato a morte l'anno scorso con l'accusa di sedizione. L'esecuzione di al - Nimr ha provato la reazione dell'Iran che ha minacciato ritorsioni. Nel 2015, secondo numerose organizzazioni umanitarie, in Arabia Saudita sono state eseguite 157 condanne a morte, molte delle quali ai danni di semplici oppositori politici.