Operazione "Ercole", scoperto un giro di doping: 20 indagati
Questa mattina, nelle province di Reggio Calabria, Catania e Firenze, i carabinieri del Comando provinciale reggino, con il supporto dei reparti territorialmente competenti e l’ausilio dei militari del Nas e dei Cacciatori di Calabria, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale, emessa dal Tribunale di Palmi, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 9 persone (di cui 3 agli arresti domiciliari, 6 all’obbligo di dimora nel comune di residenza e 1 all’obbligo di firma) ritenute responsabili, a vario titolo, di commercio di sostanze anabolizzanti, commercio di farmaci stupefacenti, somministrazione di farmaci dopanti per alterare le prestazioni agonistiche, ricettazione, esercizio abusivo di professione e somministrazione di farmaci pericolosi per la salute pubblica.
Nel corso delle operazioni, durante le quali sono state eseguite anche diverse perquisizioni in Toscana, Calabria e Sicilia, è stata data esecuzione, unitamente a militari della guardia di finanza, alla misura cautelare reale del sequestro preventivo di beni mobili e immobili per un valore di oltre 100 mila euro, riconducibili a due degli indagati.
Nel contesto dell’attività investigativa sono state ricostruite responsabilità penali a carico di 20 persone e tra gli arrestati figura anche un carabiniere forestale.
I destinatari della misura cautelare degli arresti domiciliari sono: C.G., 50enne reggino, preparatore atletico e sportivo, appuntato scelto dei carabinieri forestale; R. F., 30enne polistenese, preparatore atletico e sportivo; F. C., 43enne di Laureana di Borrello, gestore di palestre e commerciante. Obbligo di dimora nel comune di residenza per: C.G.G., 45enne catanese, commerciante; K.D.O, 49enne ungherese, rappresentante commerciale; R.P., 54enne polistenese, gestore di palestre, sportivo e preparatore atletico; R.A., 36enne di Cinquefrondi, commerciante; G.S., 27enne fiorentino; mentre è stato sottoposto all’obbligo di presentazione alla P.G., G.F.., 26enne di Ferruzzano, magazziniere.
L’operazione, convenzionalmente denominata “Ercole”, giunge al termine di un'articolata attività investigativa, supportata da serrati monitoraggi tecnici, analisi documentali e indagini tradizionali, condotta dalla Compagnia carabinieri di Taurianova con il supporto specialistico del Nas di Reggio Calabria, avviata nell’ottobre 2017 in seguito alla morte sospetta di un 40 enne di Taurianova.
L’uomo venne trovato privo di vita in casa dai familiari in circostanze anomale e improvvise, ma inizialmente fu ipotizzato un arresto cardio-respiratorio.
Tuttavia, l’assenza di patologie pregresse o altri elementi sintomatici e le successive informazioni raccolte dai carabinieri di Taurianova, hanno fatto emergere il sospetto che il decesso fosse, in realtà, connesso all’attività sportiva praticata dall’uomo nell’ambito del fitness e del body building.
All’esito delle lunghe e complesse indagini è in effetti emerso come la vittima, nella sua attività sportiva, facesse sistematico uso di farmaci e sostanze anabolizzanti, che gli avevano anche causato forti scompensi di salute, e che l’uomo assumeva dietro prescrizione di un personal trainer, poi identificato in uno degli indagati.
Durante le indagini è emerso un esteso e allarmante commercio illecito di sostanze dopanti e anabolizzanti, con un giro d'affari di centinaia di migliaia di euro.
Nel corso dell’attività investigativa sono state sequestrate oltre ottomila fiale e compresse di farmaci anabolizzanti e stupefacenti.
I prodotti commerciati erano i più disparati, “Gh", “nandrolone”, “trembolone”, “Stanazolo”, “testosterone”, con le loro varie declinazioni sintetiche, ormoni e farmaci androgeni e steroidei, vietati in Italia oppure destinati alla cura di gravi patologie e sindrome umane o addirittura a scopo veterinario.
Per quanto scoperto dai carabinieri reggini, i canali di approvvigionamento erano per lo più riconducibili all’estero, soprattutto da paesi est-europei e orientali, con metodi di pagamento basati sui circuiti internazionali, ma anche “bitcoin”, contanti e ricariche post-pay.
Sono state individuate però, anche alcune farmacie che, “sottobanco”, riuscivano a cedere a conoscenti e amici farmaci soggetti a prescrizione medica e solo per gravi patologie, anche tumorali, o destinati ad uso veterinario, con quindi grave pericolo per la salute in caso di abuso.
Nella rete degli investigatori è finito anche un appuntato dei carabinieri forestale, accusato di essere il preparatore atletico del deceduto, al quale avrebbe prescritto, ma anche fornito, i farmaci anabolizzanti, che, secondo quanto ricostruito dalla Procura della Repubblica di Palmi, sarebbero stati la principale causa della morte.
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