Il brano di Gabry Ponte “Tutta l’Italia”, è diventato in breve tempo un tormentone di successo: cosa significa davvero la canzone che sta spopolando in radio.
Un motivetto coinvolgente, un testo semplice ed un ritmo incalzante. Molto spesso sono questi gli ingredienti sufficienti a fare di una canzone un successo. É quello che è successo nel mese di febbraio a “Tutta l’Italia”, brano firmato dal deejay e produttore discografico Gabry Ponte.
Classe 1973, nato a Torino, ha alle spalle una carriera ultraventennale che lo ha visto trionfare in vetta alle classifiche. Era appena la fine degli anni Novanta in effetti, quando insieme agli altri componenti degli Eiffel 65 portò al successo l’indimenticabile canzone “Blue”. Soltanto una delle hit che lo hanno condotto in seguito anche da solista, a girare per le discoteche e le piazze del mondo.
“Tarantella”, “Crusade” e “Che ne sanno i 2000” sono alcuni tra i brani iconici dell’era più recente. A quanto pare Gabry Ponte ha deciso di non perdere il vizio di far ballare il Paese intero e lo ha dimostrato nel corso dell’ultimo Festival di Sanremo.
Sono bastate tre parole di “Tutta l’Italia”, scelte come stacchetto della settantacinquesima kermesse musicale, per decretare l’ennesima vittoria. La canzone non era in gara, ma è sicuramente una di quelle entrate immediatamente nella testa degli italiani.
I fan hanno chiesto a gran voce la sua partecipazione all’Eurovision. Una prospettiva che potrebbe trasformarsi in realtà dal momento che il deejay ha deciso di partecipare al San Marino Song Contest che si svolgerà in questi giorni. Ma cosa si cela davvero dietro questo brano di successo? Il suo reale significato è sorprendente.
Cosa significa la canzone “Tutta l’Italia”: i riferimenti nascosti
Gabry Ponte non era in gara al Festival di Sanremo, ma ne è stato sicuramente protagonista. In molti sperano che sia lui, seppur gareggiando per San Marino, a portare l’italianità sul palco dell’Eurovision. Il brano “Tutta l’Italia” in effetti, non è soltanto un invito a “ballare con un bicchiere in mano”, mettendo da parte per un momento le ansie e le preoccupazioni.
Lo stesso autore ha rivelato di aver mirato a creare una canzone che riunisse e facesse divertire il Paese, nel quale però si alternano come sempre contraddizioni e tradizione. Sulle note di tamburelli e fisarmoniche si susseguono infatti, immagini legate strettamente alla storia e all’attualità. Emblematica è quella della Gioconda, simbolo di arte italiana che però è custodito a Parigi.
Allo stesso tempo non mancano riferimenti politici, come l’episodio di Craxi del 1993 con le monetine lanciate. L’analisi ironica si legge anche nelle “collanine d’oro sulle canottiere” o nella “cucina stellata di avanzi beati”. Gli stereotipi culturali italiani si ritrovano infine, nelle immancabili rassicurazioni alla mamma.
Nonostante una serata di fuoco fuori casa trascorsa “in qualche letto”, “siamo tutti dei bravi ragazzi, a posto. Spaghetti, vino e Padre Nostro”. Non manca proprio nulla quindi, per riconoscersi negli italiani che sanno sentirsi parte di un tutto, ma che non perdono mai quel tocco di autoironia che rende la vita più leggera e che concede, almeno per un po’, di ballare e cantare senza pensieri.
