Un dibattito elettorale inutile nel quale non c'è traccia dei problemi reali

Simboli, liste, alleanze, ideologie e massimi sistemi. Di tutto si sta parlando in questa campagna elettorale, tranne che di problemi reali.

La realtà "questa sconosciuta" per una classe politica che continua a evitare il confronto su quattro questioni chiave come: l'ancòra irrisolto caro energia, l'occupazione giovanile che non decolla, il Sud che si spopola e la promessa (mai attuata) della detassazione del lavoro. Proprio il lavoro, per dirla tutta, è in assoluto il tema dal quale i partiti si tengono più prudentemente alla larga. Al massimo c'è qualche richiamo agli ammortizzatori sociali, vecchi e nuovi, come il Reddito di cittadinanza. Ma che ne sarà dell'impresa in questo nostro Paese? E del commercio? Dell'agricoltura? Dell'innovazione?

Per non dire della scuola... se non per accenni a futuri, cervellotici concorsi, Cfu e aumenti di stipendio selettivi solo per presunto merito (ma chi lo valuterà e come?). Insomma, zero capitoli nei programmi dei vari schieramenti, tutti impegnati a comporre gli scacchieri dei vari collegi in modalità "salva poltrona". Ovviamente, a fine giostra, ci si lamenterà della disaffezione degli elettori e dell'astensionismo record. Poi tutto tornerà come prima. Anzi, no. Perché per l'autunno si preannuncia una recessione che qualcuno dovrà pure affrontare. Magari un nuovo premier "nominato" e non eletto. Quindi, forse, avranno avuto ragione proprio quelli che alla necessità di andare voto già non ci credevano più.

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