Chiaravalle, Donato e Foti attaccano: “Oltre 9.2 milioni di debiti, ecco da dove derivano”
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Sono state esposte diverse situazioni meritevoli di approfondimento durante la conferenza stampa dal titolo “Informazione sul debito” promossa lunedì scorso dal sindaco di Chiaravalle Centrale Mimmo Donato e dalla sua squadra di maggioranza.
Ha introdotto i lavori il primo cittadino il quale ha ribadito che i due principi chiave della sua amministrazione sono “la legalità e la trasparenza”. Tra questi due pilastri si muove l'azione amministrativa, fino ad ora indirizzata “ad abbattere le inefficienze e gli sprechi ereditati”. Tutto ciò, ha argomentato Donato, “non per fissarsi sul passato, ma per ripartire senza commettere gli stessi errori di chi ci ha preceduto”.
È seguita la relazione dell'assessore al Bilancio, Claudio Foti, il quale ha ribadito “l'impegno prioritario della trasparenza e della partecipazione” da parte della maggioranza, aggiungendo che “una analisi sul debito è doverosa, per individuare dove sono stati commessi gli errori e capire come andare avanti”. Per far meglio comprendere come si è giunti alla cifra di “9,2 milioni di euro di massa passiva, cifra recentemente approvata dalla Commissione straordinaria di liquidazione nominata per gestire l'emergenza dissesto e che potrebbe ulteriormente lievitare in virtù della rivalutazione monetaria e degli svariati contenziosi in itinere”, Foti ha raggruppato le criticità per macro-aree: consumi per energia elettrica e gas, fornitura idrica, spese telefoniche, spese gestione rifiuti, manutenzione e forniture, contenzioso, personale e indennità, ecc. È emerso che per spese di energia elettrica e gas affiora il dato negativo complessivo di 1.337.128,63 euro. Debito che comprende “la fornitura elettrica da parte del gruppo Eni, pari a circa 933mila euro, maturata in poco più di 24 mesi quando l'ex sindaco decise il trasferimento di circa dodici utenze”. Per consumo idrico il passivo è di 3.329.093,59 euro, di cui 2.028.000 euro nei confronti della Regione Calabria, maturati dal 1994 al 2004. Ulteriori debiti sono stati indicati: per utenze telefoniche 144.226,54 euro; gestione rifiuti 922.637,17 euro; contenziosi 442.535,13 euro; dipendenti comunali 188.828,15 euro; professionisti 57.419,72 euro; manutenzione e forniture 929.488,82 euro; spese varie circa 147.000 euro. La differenza, per raggiungere l'importo certificato dalla Commissione, “è da imputare agli interessi”. Altra sottolineatura rimarcata da Foti, l'importo dei debiti fuori bilancio: “Circa 3.3 milioni di euro che, sommati ai debiti fuori bilancio approvati da Tino tra il 2011 e 2012, raggiungono quota 4.8 milioni di euro. Se consideriamo che i debiti fuori bilancio si riferiscono a fattori imprevisti e non programmati, non si comprende quale evento così eccezionale sia accaduto in quegli anni”. Inoltre “se pensiamo che nel 2013 è stato redatto un piano dei debiti di circa 5.8 milioni di euro e, oggi, con il lavoro della Commissione, ne affiorano ulteriori 6.8 milioni, tutto ciò deve far riflettere”.
Non poteva mancare un accenno alla Pro Loco, recente oggetto di polemiche molto accese per gli oltre 40mila euro passati nelle casse del sodalizio di promozione turistica e culturale negli anni 2011-2014. “Di fronte a 9 milioni di euro di massa passiva - ha spiegato il sindaco - quei 40mila euro potrebbero apparire poca cosa. Ma noi contestiamo il metodo, non la cifra. Poteva, un ente nelle condizioni appena descritte, permettersi il lusso di devolvere quelle somme ad una Pro Loco? E per fare cosa? Come sono stati spesi, poi, quei soldi? Per quali finalità?”. Donato ha, comunque, ribadito che “l'amministrazione comunale va avanti nonostante la gravissima situazione finanziaria in atto, producendo fatti, fornendo risposte ai cittadini, attivando servizi, partecipando a bandi, recuperando risorse, all'insegna della buona gestione della cosa pubblica, grazie ad una squadra di maggioranza forte, coesa, compatta e competente in tutti i settori”.
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