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David di Donatello, il trionfo di "Anime nere"

"Vince Francesco Munzi, soprattutto: ha fatto il film che voleva fare, e dentro c’è tutta la sua bravura e la sua sensibilità artistica. Ma accanto a lui vince la Rubbettino, e Florindo Rubbettino, che ha sostenuto il progetto di un libro, prima, e di un film dopo. E poi, libro e film vanno oltre, superano la loro natura artistica per diventare fatto sociale, facendo vincere quella Calabria considerata senza speranza: la Calabria delle rughe della Locride, dei balzi d’Aspromonte. Vincono gli Africoti, i locridei che hanno dato il meglio di loro stessi perché Munzi realizzasse la sua opera. Vincono gli ultimi che hanno dato l’anima, davanti e intorno la camera da presa, per dimostrare che il male non è un fatto genetico, ma un prodotto sociale e basta avere opportunità e il destino muta. E perde la Calabria dei vinti, di quelli che tanto non si può far nulla. Quella del rancore, della mediocrità. Quella dei migliori siamo noi e gli altri sono feccia. Perde un’autoproclamata intellighenzia da sagra paesana. Una politica che non ha visione e non ha entusiasmo. Perde la Calabria che si sente migliore ed è la peggiore e non ha visto che il film aveva vinto a Venezia, nei festival internazionali, fra i calabresi normali; e vincerà ancora. Perché non è solo un film, ma un piccolo grande sogno, dei calabresi ultimi che vogliono diventare i primi". Ha la voce rotta dall’emozione Gioacchino Criaco. E, certo, non capita tutti i giorni di raggiungere un traguardo simile. “Anime nere” il film tratto dal suo omonimo romanzo pubblicato da Rubbettino, dopo i successi di critica e di botteghino, si è aggiudicato XXX David di Donatello al termine di un testa a testa al cardiopalmo con il film “Il giovane favoloso” di Martone.
È una doppia soddisfazione per lo scrittore di Africo: un riconoscimento per un romanzo tanto amato dai lettori quanto avversato da certa intellighenzia meridionale e un momento di riscatto per quei tanti giovani calabresi e locridei per i quali la storia stessa di Criaco è un segno di speranza in un futuro migliore.
La storia di Criaco si lega infatti a doppio filo con la storia del successo del suo romanzo prima e del film poi.
Un film partito quasi in sordina, realizzato con pochi mezzi per poi arrivare a conquistare il pubblico del festival del cinema di Venezia (tredici minuti di applausi) e via via delle kermesse cinematografiche di tutto il mondo, da Londra a New York, da Oslo a Taipei fino al traguardo di questa sera.
Una storia così bella da essere raccontata anch’essa in un libro curato da Goffredo Fofi e Luigi Franco che Rubbettino annuncia in libreria per il prossimo autunno. Si intitolerà “Anime Nere: dal libro al film”. Il libro oltre a ripercorrere le tappe che hanno portato alla trasposizione filmica del romanzo attraverso le parole dello scrittore e del regista, offre la lucida analisi di Goffredo Fofi; le testimonianze fotografiche di Francesca Casciarri; le voci dei tanti protagonisti registrate da Maria Teresa D’Agostino; la sceneggiatura originale del film; due racconti sull’Aspromonte e Africo di Umberto Zanotti Bianco.

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