Regione, Tallini (Misto): "Non servono altri passi per il referendum"
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“Se qualcuno, tra i consiglieri di opposizione, non è più d’accordo sull’iniziativa referendaria, non ha bisogno di ricorrere ad espedienti o mandare messaggi in codice. A loro - asserisce il consigliere regionale del Gruppo misto Mimmo Tallini - basterebbe ritirare la firma liberamente apposta alla richiesta ufficiale di sottoporre a referendum popolare il testo della legge di revisione statutaria. Si, perché, al di là delle libere interpretazioni che ognuno può dare, il documento sottoscritto da otto consiglieri regionali non è un generico comunicato stampa come si vorrebbe fare intendere, bensì l’atto formale di richiesta di indizione del referendum, redatto in piena conformità con quanto dispone la legge". "La presentazione di questo documento - spiega Tallini - è sufficiente ad innescare la procedura referendaria, essendo garantito il numero dei firmatari previsto dalla legge. Lo stesso documento contiene espressamente il quesito da sottoporre al giudizio degli elettori: ‘Approvate il testo della legge di revisione statutaria recante “modifiche e integrazioni alla legge regionale 19 ottobre 2004 n. 25 (Statuto della Regione Calabria) approvato dal Consiglio Regionale con seconda deliberazione il giorno 30 marzo 2015 e pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione n. 22 del 3 aprile 2015’. Non ci sono dubbi che non occorrono ulteriori passi formali per l’indizione del referendum. Mi meraviglia piuttosto il fatto che si sia aspettato tanto per la presentazione ufficiale, nonostante sia passato quasi un mese dalla sottoscrizione degli otto consiglieri”. Aggiunge il consigliere regionale d’opposizione: “Sull’ammissibilità o meno della richiesta si pronunceranno gli organismi preposti, anche se non vediamo obiettivamente alcun vizio formale nella procedura seguita. Se, lo ripeto, ci sono consiglieri che non condividono più l’iniziativa e ritengono di fare venire meno il numero di firme necessario, Forza Italia e il coordinamento dell’opposizione di centrodestra non potrebbero che prenderne atto. Si aprirebbe, a quel punto, un’inevitabile fase di chiarimento politico, perché questa iniziativa è stata il frutto di un’elaborazione collettiva e unitaria del partito e del centrodestra, presentata con grande enfasi dal coordinamento regionale di Forza Italia. Dobbiamo avere, come centrodestra, l’orgoglio di credere nelle battaglie politiche che intraprendiamo, scacciando il dubbio che purtroppo emerge nell’opinione pubblica che il referendum sia nelle intenzioni di qualcuno solo un’arma di pressione per potere trattare in condizioni di forza con il presidente Oliverio, magari su questioni che riguardano gli equilibri in un’importante città della Calabria dove si voterà tra un anno o sul mantenimento in vita di qualche fondazione regionale. Se il referendum non si farà, non saranno i presunti falchi ad essere sconfitti, ma l’intero gruppo dirigente di Forza Italia”.
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