Assassinio e tentati omicidi nel Vibonese: inflitta una condanna all'ergastolo
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Ergastolo: è questo il verdetto emesso dai giudici della Corte di Assise di Catanzaro nei confronti di Pasquale Quaranta, ritenuto personaggio di rilievo delle organizzazioni criminali che gravitano nell'area di Vibo Valentia. Sarebbe, infatti, legato alle cosche La Rosa, attiva a Tropea, e Mancuso, con base a Limbadi. E' stato condannato per l'assassinio di Saverio Carone e giudicato responsabile dei tentati omicidi di Pietro Carone, Giuliano Palamara, Ivano Pizzarelli. Episodi che risalgono a diverso tempo addietro. Secondo quanto ricostruito in aula da Camillo Falvo, pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia, sarebbe stato lui ad ordinare i delitti con l'intento di liberare la sua zona d'influenza, ricadente sul territorio di Ricadi, dalla presenza di rivali. A ricevere l'incarico di far fuori i nemici è stato, sulla scorta di quanto emerso nel corso delle indagini, Peter Cacko che, avviando una collaborazione con i magistrati, ha dato una grossa mano agli inquirenti nell'individuazione dei responsabili di svariati crimini, alcuni commessi da lui stesso. Per l'imputato, gli avvocati Antonio Porcelli e Gregorio Viscomi si erano spesi affinché fosse assolto in quanto le tesi accusatorie non sarebbero state sufficientemente solide e perché la versione fornita da Cacko non era attendibile. Quaranta era finito in manette poco meno di tre anni fa: rimase invischiato nell'inchiesta "Peter Pan".
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