Ancora successi per “Anime nere”
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Gioacchino Criaco, autore del romanzo “Anime Nere” (Rubbettino Editore), e Francesco Munzi, regista dell’omonimo film liberamente tratto dal libro, non si accontentano e vanno avanti.
Il loro prossimo appuntamento è previsto per lunedì a Palazzo di Città di Torino, dove incontreranno il pubblico.
“Tutto è partito dal «colpo di fulmine» per il libro di Gioacchino Criaco – racconta Munzi - un romanzo che mi ha catturato, per la carica emozionale e la qualità viscerale della scrittura, in cui si parla di ragazzi che si danno al crimine, senza esaltarne la violenza. Appena l’ho letto ho voluto saperne di più, in seguito, durante la lavorazione, è stato come una Bibbia, anche se, per restituirne il senso, bisognava tradirlo e quindi lo abbiamo re-inventato”.
“Anime Nere”, il film più applaudito della Mostra del Cinema di Venezia, vanta grandi sostenitori come Roberto Saviano: “Ho visto Anime Nere, film necessario, che consiglio. Per guardare in volto, finalmente, ciò che sino ad ora è stato ignorato. La Calabria come metafora di potere.”
Il libro, romanzo d’esordio di Gioacchino Criaco, pubblicato da Rubbettino nel 2008 (tradotto in Francia e a breve in Germania), è stato un caso editoriale sin dal suo primo apparire, capace di suscitare curiosità e dibattiti per l’originalità della scrittura e la prospettiva adottata, interna – come mai prima era accaduto - al mondo della criminalità calabrese, capace di penetrare fin nelle verità più profonde e scomode. Capace di mostrare, in un quadro di insieme, l’ancestralità e l’arcaicità dell’Aspromonte e il mondo modernissimo di Milano, dei traffici, della corruzione. Ovvero il volto oscuro della Nazione.
Il film, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, vincitore del Premio Pasinetti, del Premio Schermi di Qualità e del Premio Akai, ospite di molti festival internazionali e venduto in una dozzina di paesi, ha il dono di aver unito in un coro unanime la stampa di tutto il mondo: acclamato dalla stampa nazionale e paragonato da quella internazionale ai film di Visconti e Coppola, è stato accolto con lacrime e standing ovation dal pubblico alle anteprime in Calabria, dove il film è stato girato, in Aspromonte e nella Locride: 'Anime Nere' è la storia di tre fratelli, figli di pastori, vicini alla 'ndrangheta, e della loro anima scissa. Una vicenda che inizia in Olanda, passando per Milano, fino in Calabria, sulle vette dell'Aspromonte, dove tutto ha origine, e fine.
"Ho girato nel paese che la letteratura giudiziaria e giornalistica stigmatizza come uno dei luoghi più mafiosi d'Italia, uno dei centri nevralgici della 'ndrangheta calabrese: Africo. Quando raccontavo che avrei voluto girare lì, tutti mi dissuadevano dal farlo: troppo difficile la materia, troppo inaccessibile, troppo pericoloso", racconta Munzi. "Ho chiesto allo scrittore di 'Anime Nere', da cui il film è liberamente tratto, Gioacchino Criaco, di aiutarmi. Sono arrivato in Calabria carico di pregiudizi e paure - prosegue Munzi - Ho scoperto una realtà molto complessa e variegata. Ho visto la diffidenza trasformarsi in curiosità e le case aprirsi a noi".
"Ho mescolato i miei attori con gli africesi, che hanno recitato, lavorato con la troupe. Senza di loro questo film sarebbe stato più povero. Africo ha avuto una storia di criminalità molto dura che però può aiutare a comprendere tante cose del nostro paese. Da Africo – conclude Munzi - si può vedere meglio l'Italia”.
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