«Non esistono uomini nati sotto buone o sotto cattive stelle. Esistono solo uomini che sanno/non sanno leggere il cielo stellato» diceva il XIV Dalai Lama.
Un gruppo di ricercatori dell’Università di Losanna, infatti, ricorda come la vera importanza del “nascere sotto una buona stella” non sia tanto riconducibile agli astri del firmamento, quanto a quelli localizzati nel nostro cervello, gli astrociti.
Un mistero si è sempre celato attorno alla funzione di queste cellule stellate, che costituiscono la gran parte della massa cerebrale dei mammiferi, ma da sempre sono considerate come meri elementi accessori al funzionamento del cervello.
Nello studio apparso il 20 agosto scorso sulla prestigiosa rivista scientifica “Molecular Psychiatry” (https://www.nature.com/articles/s41380-018-0226-y), viene svelato il ruolo nascosto, benchè fondamentale degli astrociti nello sviluppo di funzioni cerebrali superiori che definiscono il nucleo della nostra personalità.
Che cos’è la personalità? Quali parti del cervello sono coinvolte e quali cellule? Quali funzioni cerebrali possono definire meglio la personalità?
La personalità è un compendio complesso di caratteristiche comportamentali più o meno stabili, che si formano in base alle esperienze e sulle quali influiscono sia la genetica (cioè le caratteristiche trasmesse dai genitori) che il corretto sviluppo e funzionamento di alcune aree del cervello.
Opinione comune nel mondo scientifico è che gli attori principali nella formazione della personalità siano i neuroni localizzati in un’area specifica del nostro cervello, la corteccia prefrontale.
Localizzata nella parte frontale del cervello, risulta essere il substrato neuroanatomico da cui dipendono processi cognitivi e comportamentali essenziali per la formazione della personalità quali la flessibilità mentale, la regolazione delle emozioni, la capacità di distinguere tra pensieri conflittuali, la coordinazione dei pensieri e delle azioni (o memoria di lavoro).
Lo studio effettuato a Losanna (Svizzera), coordinato dalla Prof.ssa Paola Bezzi, neurobiologa al Dipartimento di neuroscienze fondamentali, ha fatto emergere una verità quasi sconvolgente: lo sviluppo e la funzionalità della corteccia prefrontale, così come quello dei processi cognitivi ad essa associati, dipendono dal buon funzionamento delle cellule stella (o astrociti).
Ma come possono influire queste cellule sui meccanismi responsabili del buon funzionamento della corteccia prefrontale?
“Da sempre bistrattate – ha precisato la Prof.ssa Bezzi – queste cellule hanno rivelato potenzialità sorprendenti; le cellule stella nella corteccia prefrontale regolano e mantengono i livelli di dopamina, una molecola fondamentale per la regolazione della personalità. Io e il mio team abbiamo dimostrato che in caso di mal funzionamento degli astrociti, la quantità di dopamina non è più sufficiente per regolare le funzioni cognitive della corteccia prefrontale e cosi facendo crea disturbi della personalità comunemente associate a patologie psichiatriche”.
Tra i componenti del team di ricerca figura, quale primo autore del lavoro, Francesco Petrelli, giovane ricercatore originario di Oriolo in provincia di Cosenza che, dopo la laurea in Chimica e tecnologie farmaceutiche presso l’Unical e il dottorato in Farmacologia conseguito a Cosenza con la supervisione della Prof.ssa Diana Amantea, ha continuato l’attività di ricerca nel campo delle neuroscienze all’Università di Losanna, città dove vive dal 2012. Nell’ultima parte del suo dottorato Petrelli ha trascorso sei mesi nel laboratorio della Prof.ssa Paola Bezzi che, da molti anni ormai, vanta una proficua collaborazione con il Prof. Giacinto Bagetta, ordinario di Farmacologia all’Unical e responsabile della Sezione di Farmacologia preclinica e traslazione del Dipartimento di Farmacia SS&N dell’Università della Calabria.
Già nel 2001 la virtuosa sinergia tra le due università aveva dato i suoi frutti approdando sull’autorevole rivista di settore Nature (https://www.nature.com/articles/nn0701_702), per il lavoro di ricerca sul ruolo degli astrociti nei meccanismi patofisiologici della demenza legata all’infezione con virus HIV.
Spiega il Petrelli: “Nel nostro lavoro abbiamo innanzitutto dimostrato i meccanismi molecolari attraverso i quali gli astrociti della corteccia prefrontale regolano i livelli di dopamina durante lo sviluppo post natale del cervello e di come queste cellule possano influenzare la nostra capacità di adattamento imposta dall’ambiente. La dopamina è uno dei neurotrasmettitori più importanti del nostro sistema nervoso perché è conosciuto come il neurotrasmettitore del piacere. La sua funzione principale è quella di attivare i circuiti di ricompensa del cervello, ma ne compie anche altre meno note come quella, appunto, di regolare le funzioni cognitive complesse della corteccia prefrontale”. La ricerca pubblicata sulla prestigiosa rivista “Molecular Psychiatry” (https://www.nature.com/articles/s41380-018-0226-y), conferma che accanto alle vie principali di elaborazione dei processi comportamentali ne esistono altre che coinvolgono le cellule stella.
La formazione della personalità è un processo complesso che prevede il corretto sviluppo di molte aree cerebrali di cui la corteccia prefrontale risulta essere la più importante.
Le ricerche in quest’ambito, unitamente a quelle relative al funzionamento del cervello, sono alla base della comprensione delle malattie ad esso collegate.
Attualmente, ad esempio, molteplici ricerche mirano a scoprire meccanismi cellulari e molecolari legati alle patologie psichiatriche che colpiscono prevalentemente la corteccia prefrontale – come la schizofrenia o il deficit dell’attenzione o ancora il disturbo ossessivo compulsivo – al fine di individuarne i potenziali farmaci. In tal senso, i risultati ottenuti dal gruppo di ricerca losannese potrebbero gettare nuova luce su alcuni meccanismi di base delle succitate patologie. Questa nuova scoperta suggerisce che le cellule stella sono tutt’altro che accessorie, ma dei veri e propri regolatori dell’intelligenza e della personalità. È proprio il caso di dire... “essere nato sotto una buona stella”.