Ospedale Jazzolino di Vibo, la Cisal 'avvisa' Scura
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Quando il neo Commissario straordinario per l’emergenza sanitaria per la Calabria, Massimo Scura, sarà in Calabria, qualcuno, tra gli addetti ai lavori del suo ufficio, dovrà sottoporgli all’attenzione anche una lettera che la Cisal di Vibo Valentia ha inviato per fargli conoscere il pensiero del sindacato sullo stato di salute della sanità pubblica vibonese. Un’iniziativa che rappresenta una seria presa di posizione del segretario generale della Cisal, Franco Cavallaro, che segue da vicino la drammatica vicenda che riguarda la sanità calabrese. Cavallaro ha invitato il segretario provinciale a provvedere a trasmettere un concreto memoriale a Massimo Scura. E Filippo Curtosi nella comunicazione fatta pervenire all’ufficio di Massimo Scura, a Catanzaro, ha evitato di intrattenersi sulla già ampiamente nota e più complessa oltre che fortemente più discutibile funzionalità ed erogazione delle prestazioni sanitarie delle strutture vibonesi per soffermarsi soprattutto sulla inderogabile necessità di sbloccare il turn over garantendo, in particolar modo al presidio ospedaliero ‘Jazzolino’ di Vibo Valentia, un preciso intervento finanziario utile a risolvere le criticità più urgenti. Le notizie dei giorni scorsi, peraltro annunciate dal presidente della giunta regionale, Mario Oliverio, non sono state tra le più confortanti se è vero che ci sarà nella spinta iniziale una priorità e che riguarderà gli ospedali Hub della regione e quindi l’ospedale di Vibo Valentia almeno in questa prima fase viene escluso da qualsiasi attenzione. La Cisal, che ha ritenuto opportuno sollecitare l’avvio dei lavori per la realizzazione del nuovo ospedale, invita il Commissario Massimo Scura a pensare anche agli ospedali spoke, in cui rientra Vibo Valentia, proprio perché la situazione è divenuta insostenibile. Pronto Soccorso, Radiologia, Rianimazione sono, tra le altre, le unità operative dove è richiesto un immediato intervento. Proprio “in questa direzione – spiega la Cisal - ci preme richiamare l’attenzione’ soprattutto sul Pronto Soccorso dove la condizione dell’attività di servizio è quasi drammatica. Perché esiste una assurda situazione derivata dal fatto che non si intende, nonostante le emergenti necessità di tutti i giorni, trasformare il rapporto di lavoro a tempo pieno dei lavoratori part time degli ausiliari specializzati. In dotazione organica – chiarisce il sindacato - figurano dipendenti con il profilo professionale di ausiliario specializzato, categoria A1 del sistema di classificazione previsto dall’art. 23 CCNL del comparto Sanità 1998/2001 e che con contratti individuali di lavoro mantengono un rapporto di lavoro a tempo parziale, non effettuato con le modalità previste dall’ all’art. 24, commi 2 e 3 del CCNL 1998/2001; in realtà gli interessati svolgono, di fatto, mansioni di lavoro a tempo pieno, proprio perché costretti ad evitare, come accade all’interno del servizio del Pronto Soccorso dell’Ospedale ‘Jazzolino’, situazioni organizzative gravi e particolari che potrebbero ritorcersi, inevitabilmente, sulla pelle degli ammalati”. La Cisal “nel garantire il suo più completo patrocinio alle legittime esigenze dei dipendenti iscritti, sottopone alla attenzione la possibilità di ricorrere, nell’ambito di una programmazione triennale, come del resto previsto dalla vigente normativa in materia, di inserire i già esistenti profili professionali degli Ausiliari Specializzati in questo strumento programmatorio. Perché questa condizione permetterebbe loro di ottenere la trasformazione del loro rapporto di lavoro da part-time a full-time. In subordine si potrebbe valutare anche l’opportunità di portare le attuali 18 ore di lavoro a 24 ore, proprio in riferimento alla sempre più impellente urgenza di assecondare con perfetta efficienza i reali bisogni dell’ammalato che ricorre all’emergenza del servizio ospedaliero. Il tutto nasce anche dalla conseguenza che i dipendenti interessati, oltre al responsabile, amorevole e pieno impegno professionale e umano svolto nell’esercizio delle mansioni, forniscono, nei fatti, prestazioni di lavoro supplementare nella misura massima. Come se fossero a tempo pieno. Senza dimenticare – conclude il sindacato - che, assurdamente, da anni si vedono costretti a rinunciare ad un loro espresso diritto, ovvero il godimento delle giuste, proprio per assolvere, responsabilmente, alle continue e quasi quotidiane chiamate in servizio per rispondere alle richieste ed eccezionali, oltre che specifiche e comprovate esigenze organizzative, spesso provocate, inevitabilmente, dalla perenne carenza di personale in servizio”.