A Fabrizia partono i festeggiamenti in onore di Sant'Antonio
- Written by Redazione
- Published in in evidenza
- 1 comment
E’ giugno inoltrato e a Fabrizia, un lembo di terra che si adagia tra l’Allaro e il ventre della montagna, tra l’acqua benedetta da Bruno di Colonia e quella salata del mare di Caulonia iniziano i festeggiamenti in onore del Patrono, Sant’Antonio di Padova, che troveranno il culmine domani 18 e domenica 19. Il Santo padovano a Fabrizia, allora un villaggio di pastori, c’è giunto fortuitamente, custodito in una cassa abbandonata da briganti in fuga dall'esercito d'oltralpe dopo un saccheggio avvenuto nel decennio francese ai danni di qualche chiesa. Le tradizioni più antiche sono ricche di significati ed esemplificativi della tradizione contadina fabriziese. La più sentita forma di devozione è “la Tridicina”, ovvero il pellegrinaggio che si effettua nei tredici giorni antecedenti la festa del Santo, con i pellegrini che giungono a piedi da tutte le contrade e i paesi limitrofi. Durante la “Tridicina” si celebrano altri riti in onore del Santo: “Li rachatiadhi”, cioè una funzione ricca di tradizione che dimostra il grande senso di devozione al Santo: il pellegrino giunto innanzi al portone della Chiesa si mette in ginocchio e “si racha” (striscia) sino alla Statua, posta ai piedi dell’altare, e ripete il rito per tredici volte consecutive. “Li virginiadhi”, invece, è il rito con il quale si ringrazia S. Antonio per una grazia ricevuta, organizzando un pranzo in cui commensali siano 13 ragazze nubili (“li virginiadhi”) e due ragazzi celibi (“li bambiniadhi”). La tradizione si rifà alle antiche usanze dei contadini che, con enormi sacrifici, sostenevano rilevanti spese per allestire tale pranzo. Vengono infatti preparate e servite 13 diverse pietanze che devono essere completamente degustate dai commensali, (il ricorrere del numero 13 sta a simboleggiare il giorno della dipartita del santo). Alle tradizioni e al programma prettamente religioso si affianca quello civile che trova un giusto confluire nella processione durante la quale la statua di Sant’Antonio viene portata in trionfo per le vie del paese. Festeggiamenti solenni e festeggiamenti popolari dunque, per una delle poche feste dell’entroterra vibonese che conserva tutto il retrogusto del passato.
1 comment
-
Tony Caristino Venerdì, 17 Giugno 2016 08:46 Comment Link
Una volta il nostro Santo patrono (S. Antonio) attirava tanti devoti e pellegrini, di questi tempi attira pure i Midia, che bello!!!