Apicoltura, Bova: "Combattere il parassita Aethina Tumida"

“Martedì 31 marzo, a Roma, in occasione di un incontro istituzionale da me richiesto, ho avuto modo - assieme al collega Mauro D’Acri - di confrontarmi con il dottor Silvio Borrello, direttore generale della Sanità animale e farmaci veterinari del ministero della Salute in merito alle possibili azioni da intraprendere per contrastare il diffondersi della Aethina Tumida (o Murray), parassita che nuoce al comparto dell’apicoltura”. E’ quanto rende noto il consigliere Arturo Bova (Democratici Progressisti). “Il motivo della riunione - spiega Bova - risiede nell’urgenza di adottare rimedi che siano più efficaci e meno invasivi contro il diffondersi di questo parassita importato dall’Africa, ed individuato a settembre 2014, in Calabria, regione in cui è a rischio la sopravvivenza delle api e del relativo comparto, che oggi si trova letteralmente in ginocchio”. “All’incontro, al quale hanno partecipato il professor Vincenzo Palmeri (dipartimento Gesaf - Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria) ed il dottor Gaetano Mercadante della APROCAL (Apicoltori Professionisti Calabresi) - informa il consigliere - si è convenuto di redigere un documento ufficiale che legittimi la costituzione di un osservatorio permanente composto dagli apicoltori calabresi e da rappresentanti del Corpo Forestale dello Stato e del ministero della Salute. Gli esiti del meeting romano hanno fatto registrare un successo della delegazione calabrese che - fa presente Bova - ha proposto la sperimentazione di una nuova metodologia di contrasto al parassita Aethina Tumida attraverso modalità indicate proprio dagli apicoltori calabresi, più attente alla conservazione delle arnie e indubbiamente meno invasive rispetto a quelle adottate in origine dal ministero della Salute. Preme infatti evidenziare - ricorda il consigliere - che nell’immediatezza dell’allerta, al fine di contenerne il propagarsi dell’infestazione, il ministero della Salute aveva disposto oltre ad indagini epidemiologiche, l’apposizione di sigilli agli alveari considerati irrecuperabili e la successiva distruzione degli stessi a mezzo bruciatura. Una catastrofe economica per gli operatori del settore” - evidenzia Arturo Bova. “La radicalità della soluzione lascia intendere come Aethina Tumida sia considerato dalla comunità scientifica veterinaria il portatore di una vera e propria pandemia. Va detto che il metodo di contrasto proposto dalla delegazione calabrese sarà discusso dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin in Commissione Europea. C’è grande attesa per gli esiti di questa discussione tra gli apicoltori calabresi, che ad ogni modo hanno espresso grande soddisfazione e riconoscenza per l’impegno da me profuso assieme al consigliere D’Acri. Della materia in oggetto mi sono ampiamente occupato rendendomi tra l’altro promotore del marchio Amaroni mieli. A conclusione dell’incontro e malgrado i tempi ristretti, abbiamo visitato il presidio degli agricoltori in protesta contro il decreto sull’IMU agricola e la delegazione Coldiretti che, nella medesima giornata, manifestava a Roma contro le ‘quote latte’”. 

 

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