Falso e truffa, deferite 8 persone
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Otto persone sono state deferite in stato di libertà, perché ritenute responsabili, a vario titolo e in concorso tra loro, dei reati di falsità ideologica e falsità materiale commessa da pubblico ufficiale, truffa ai danni dello Stato e false attestazioni e certificazioni in servizio.
Le denunce rappresentano l'epilogo di un’indagine condotta dai militari della Stazione di San Martino di Taurianova, con il coordinamento dalla Procura Ordinaria presso il Tribunale di Palmi.
Nel corso dell’attività investigativa, i militari avrebbero fatto luce su una serie di condotte illecite finalizzate ad ottenere elargizioni pubbliche nell’ambito previdenziale e assistenziale.
L’indagine è scaturita in seguito ad un accertamento, nel corso del quale era emersa l’assunzione fittizia di una 45enne taurianovese, da parte di un’azienda agricola.
In particolare, il titolare della ditta, un 40enne di Rizziconi, avrebbe attestato un inesistente rapporto di lavoro dipendente, al fine di far ottenere alla donna illeciti compensi previdenziali e assistenziali. La 45enne, infatti, senza mai svolgere alcun lavoro agricolo, avrebbe ottenuto cospicue indennità di disoccupazione per malattia e maternità, nonché altre prestazioni sociali.
Coinvolti, inoltre, il cognato della donna, un rizziconese di 40 anni ed un medico dell’ospedale di Polistena, il quale, al fine di giustificare le assenze per malattie della finta bracciante, ne avrebbe falsamente attestato l’ingresso al pronto soccorso, diagnosticando, peraltro, patologie inesistenti. L’intervento del medico sarebbe stato richiesto, anche, quando la donna non veniva trovata a casa durante le visite fiscali disposte nei periodi di assenza per malattia.
Grazie al rapporto di lavoro fittizio, la donna avrebbe percepito dall’Inps, indennità previdenziali e assistenziali per oltre 27 mila euro.
Nella rete investigativa sono finiti, anche, un avvocato del foro di Palmi, un impiegato della Federazione nazionale agricoltura di Laureana di Borrello e un medico di famiglia, i quali, grazie a connivenze e conoscenze, avrebbero falsamente attestato visite mediche e patologie al fine di istruire favorevolmente istanze di riconoscimento di pensioni di invalidità.
Altri due medici dell’ospedale di Polistena, dovranno, invece, rispondere in concorso di truffa aggravata e falsa attestazione in servizio, perché accusati di aver falsamento attestato la loro presenza in servizio.
I due, in accordo tra loro, attraverso una fraudolenta timbratura del badge, avrebbero nascosto la loro ingiustificata assenza dal lavoro, inducendo in errore l’amministrazione nel pagamento della loro retribuzione.
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