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Serra. Vincente ma non troppo: i difetti del centrosinistra

L’obiettivo è stato centrato: dopo 5 anni il centrosinistra ha riconquistato la guida della cittadina della Certosa facendo sedere sulla principale poltrona del palazzo municipale di piazza Carmelo Tucci il fedelissimo Luigi Tassone. Le previsioni della vigilia sono state rispettate, ma fino ad un certo punto: il largo vantaggio sulla seconda (chiunque fosse) è stato dissipato strada facendo a causa di una chiusura a riccio che si è tramutata nell’assenza di qualsiasi confronto. Non è in discussione il consenso ottenuto sul campo, perchè a quasi 2000 voti non si arriva per caso. Anzi, è il frutto di un “lavoro” quotidiano e capillare basato sulla conoscenza del territorio e dei cittadini. Insomma, Tassone è diventato sindaco perchè l’apparato di partito ha funzionato e perchè i candidati hanno saputo capitalizzare lo scontento nei confronti della passata amministrazione. Alcuni fattori non possono comunque essere ignorati. Il punto di forza, che poi è anche la principale contestazione mossa dagli avversari, è l’ingombrante presenza della storica triade. Il centrosinistra serrese era ieri ed è oggi rappresentato da Bruno Censore, Raffaele Lo Iacono e Giuseppe Raffele. Sul palco, nel corso dei diversi comizi, sono saliti tanti giovani che hanno illustrato il programma e sferrato attacchi ai concorrenti, ma l’essenza della compagine – inutile nasconderlo – sono ancora loro. Sono loro ad “avere i voti”, sono loro a dettare l’agenda politica, sono loro a disegnare la strategia. E fra loro, chi ha maggiore potere decisionale è senza dubbio il parlamentare del PD che ha imposto il suo candidato a sindaco. Lo ha selezionato nel tempo, gli ha aperto la strada, gli ha dato la possibilità di farsi conoscere e lo ha fatto vincere. Luigi Tassone ha affrontato una campagna elettorale a tratti complicata per via del suo ruolo di segretario particolare del consigliere regionale Michele Mirabello (incarico lasciato per dedicarsi completamente all’impegnativa carica di sindaco): le contestazioni, concentrate sull’aspetto concernente la busta paga, sono diventate sempre più pressanti e gli hanno fatto perdere del terreno. Ma non abbastanza da compromettere la vittoria. Forse perché c’è stato chi, senza farsi abbagliare dall’antipolitica, ha capito che Tassone è figlio di lavoratore, da sempre schierato sulla stessa posizione politica. Ora, però, deve dimostrare di saper amministrare senza commettere gli errori che hanno portato alla fine dell’ultima esperienza del centrosinistra, quella che vide sindaco Lo Iacono.

Serra. Tutti gli errori di un centrodestra senz’anima che ha (stra)perso le elezioni

Spento, senza una linea politica chiara, con paure e fantasmi sempre pronti ad emergere nei momenti cruciali. Il centrodestra serrese, eclissatosi dietro l’emblema civico di “In alto volare – Serra pulita”, è uscito con le ossa rotte dalla competizione elettorale, dimostrando di versare in uno stato semi-confusionale determinato da una rarefatta presenza nella vita sociale del paese. Con una lista chiusa sul gong e una serie sin troppo sfortunata di eventi, è probabilmente mancata la convinzione di essere in campo per vincere. Ma prima di volgere gli occhi verso la sorte, la compagine che è arrivata terza (con un numero di preferenze nettamente inferiore alle attese) deve guardare in maniera lucida e non rancorosa ai propri errori, alle proprie mancanze, al proprio rapporto con la gente. Il centrodestra ha (giustamente) deciso di presentarsi con una formazione civica ma ha snaturato il suo approccio alla tematica ideologica finendo per non farsi riconoscere dai suoi stessi elettori. Certo, le condizioni di partenza di “In alto volare – Serra pulita” non potevano essere delle più brillanti: sul groppone c’era la precedente fallimentare esperienza amministrativa (come non pensare alle voragini disseminate per le strade, ai rifiuti sparsi in ogni via, alla non potabilità dell’acqua) terminata con la destituzione del sindaco Bruno Rosi che, una volta appreso che non sarebbe stato ricandidato, stava lavorando (per come anche annunciato in diretta radiofonica) ad una lista avversaria. Altro sbaglio, commesso nella fase pre-elettorale, è stato quello di perdersi in un dialogo senza fine con esponenti fuoriusciti da altre squadre, le cui intenzioni non sono state comprese per tempo. Troppo spazio agli “esterni” insomma, poco alla voce della base. La candidata a sindaco Jlenia Tucci ha portato il suo ampio bagaglio di competenze ed esperienze, facendo emergere serietà e sincera voglia di fare nell’interesse della collettività. Tuttavia, la scelta di un tecnico non ha scaldato l’anima politica di un gruppo abituato allo scontro leale ma deciso fra opposte fazioni. Le responsabilità della gravissima sconfitta non sono dunque concentrate, ma diffuse: dai vertici all’ultimissimo sostenitore, tutti con un atteggiamento poco ottimistico, e di conseguenza tutt’altro che coinvolgente, hanno contributo proporzionalmente alla débâcle. Ripartire non è facilissimo, però non è nemmeno impossibile: servono idee fresche e uomini nuovi che abbiano la genuina passione di condurre battaglie politiche senza sconti e di essere al servizio della comunità. C’è bisogno di giovani coerenti e dotati di senso di appartenenza. La formazione di queste figure passa dalla conduzione di un’opposizione fuori dal palazzo che riesca a coniugare la protesta con il più ben complesso processo di elaborazione della proposta.

Dasà, Scaturchio nomina Barba vicesindaco e Scarmozzino assessore

Il sindaco di Dasà Raffaele Scaturchio ha nominato i componenti della Giunta che lo affiancheranno nel lavoro che sarà posto in essere per avviare lo sviluppo del centro delle Preserre vibonesi. Si tratta di Anna Maria Barba (vicesindaco) e Domenico Scarmozzino (assessore), entrambi di 35 anni, che insieme al primo cittadino, di 30 anni, vanno a costituire un esecutivo fresco e giovane. Ma non mancherà l’esperienza visto che nel curriculum di Scaturchio figuravano già i ruoli di vicesindaco e consigliere provinciale. Martedì alle ore 18 avrà luogo il primo Consiglio comunale del nuovo ciclo amministrativo.

Serra. Tappa Giro d’Italia: 80.000 euro stanziati per coprire il debito fuori bilancio

Sono ufficiali le cifre relative alla chiusura della vertenza generata dal mancato pagamento degli importi dovuti dal Comune di Serra San Bruno in riferimento alla IV^ tappa del Giro d’Italia “Policastro Bussentino – Serra San Bruno”, di 244 km, svoltasi il 7 maggio 2013. Il commissario prefettizio Sergio Raimondo ha siglato nei giorni scorsi una delibera con i poteri del Consiglio comunale con ad oggetto : “Decreto ingiuntivo Tribunale di Milano n. 19240/2015 del 19.06.2015 RG N. 26734/2015. Riconoscimento debito fuori bilancio. Approvazione schema di convenzione. Autorizzazione sottoscrizione”. In sostanza, è stato approvato “lo schema di transazione concordato con R.C.S. Sport S.p.A la quale a fronte di una pretesa riconosciuta in 125.604,65 euro (di cui 100.000 a titolo di capitale, 22.415,07 per interessi moratori e 3.189,58 a titolo di spese legali) si dichiara disponibile ad accettare l’importo omnicomprensivo di 80.000 euro a tacitazione di ogni pretesa, con pagamento in unica soluzione al 10 giugno 2016, che consente all’Ente di ottenere una notevole riduzione con benefici per il bilancio comunale”. Nella delibera viene inoltre disposto che “il responsabile dell’Area economico-finanziaria proceda all’immediata trasmissione degli atti alla competente Sezione della Corte dei Conti di Catanzaro”.

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