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Serra, Mirko Tassone: “Inutili quei politici che si candidano senza spiegare cosa vorrebbero fare”

"Dovrebbe essere in piena attività, ma invece quella serrese è la solita giostra elettorale a mezzo servizio. Anzi, più che una giostra sembra una girandola, spinta dai venti del momento. Basta leggere le dichiarazioni rilasciate quotidianamente dai protagonisti, veri o presunti, od osservare l’ansia affannosa di qualcuno gettatosi con largo anticipo nell’arena alla ricerca di preferenze per capire che la vera assente della campagna elettorale rischia di essere Serra”. L’analisi critica di Mirko Tassone pone l’accento sulla fase confusionaria che sta vivendo la vita politica della cittadina della Certosa con i fari che sembrano puntati più sugli aspiranti protagonisti che sugli ormai pressanti problemi. “Al paese – sottolinea il consigliere di minoranza - ai suoi cittadini, non sembra pensare nessuno. Diversamente, i discorsi pubblici e privati avrebbero ben altro tenore. Allo stato, le uniche opinioni espresse riguardano il giudizio sull’amministrazione in carica. Un giudizio, a destra quanto a sinistra, duro ed inappellabile. Certo, l’operato del sindaco Rosi e della sua squinternata compagine è quello che è, ma – è il rilievo - chi si propone di guidare la nostra cittadina non si può limitare a descrivere il presente”. Oltre che sugli aspetti localistici, Tassone si concentra sui complessi processi che riguardano il concetto stesso di sviluppo e fa emergere le contraddizioni dell’apparato centrale e regionale. “L’acqua ed i rifiuti – sostiene - non sono gli unici problemi che affliggono Serra. C’è il nodo irrisolto dell’ospedale fantasma e quello degli uffici pubblici che, dal Giudice di pace, all’Inps, all’Agenzia delle entrate, alle Poste, hanno chiuso o stanno per farlo. Con i presidi dello Stato che, uno dopo l’altro, abbandonano Serra e con essa un intero comprensorio, il futuro sarà, ovviamente, tutt’altro che roseo. Un futuro i cui prodromi si vedono già nel presente, con le partenze che, giorno dopo giorno, concretizzano lo spettro dello spopolamento”. “Del resto – è la pessimistica riflessione - chi può voler desiderare di vivere in un luogo nel quale le tasse pagate assomigliano ad una tangente, dal momento che lo Stato che te le chiede non ti restituisce più niente in termini di servizi. Chi potrebbe voler vivere in un luogo in cui per accedere ad una prestazione sanitaria bisogna percorrere, nella migliore delle ipotesi, 50 Km? Chi può voler vivere dove i servizi sono stati smantellati? In un contesto del genere – attacca Tassone - la pochezza della classe dirigente la si misura con la banalità delle osservazioni pronunciate sull’operato dell’amministrazione in carica. Certo, è giusto sollevare le mancanze, evidenziare gli errori marchiani di chi ha amministrato, ma chi si propone come classe dirigente ha il dovere di spiegare ai cittadini i suoi progetti per ridare una speranza a Serra. Ed, invece, politici vecchi e nuovi, assomigliano al famoso ‘Profeta muto’ di Roth. Così come il ‘Profeta muto’ è inutile, perché il suo compito è fare le profezie e comunicarle, altrettanto inutile è il politico o sedicente tale che si candida ad un ruolo senza spiegare cosa vorrebbe fare”. L’assunto dell’esponente dell’opposizione è che “nella situazione in cui versa Serra, non servono ricette vaghe o generiche, occorre piuttosto un’accurata pianificazione anche perché, delle poche risorse disponibili non può essere sprecato neppure un centesimo. Chi si candida a guidare Serra, se ne è capace, deve stilare una lista di priorità che vada al di là del contingente e dell’ordinario. Ripulire il paese è importante, ma non è la soluzione di tutti i problemi. Se non s’interviene immediatamente, infatti, il problema dei rifiuti si risolverà da solo, perché non ci saranno più gli abitanti che li producono. Pertanto, è necessario intervenire tempestivamente per mantenere tutti i presidi che stanno lasciando Serra”. Operazione difficile, ma Tassone indica almeno l’inizio della via chiamando alle proprie responsabilità chi ha incarichi tali da poter incidere sulle scelte romane. “Trattandosi per la gran parte di uffici pubblici statali, quindi sottoposti ai ministeri ed al Governo – specifica il fautore della lista ‘Al lavoro per il cambiamento’ - sarebbe opportuno, ad esempio, convocare un consiglio comunale aperto invitando la deputazione del Pd che in quella sede potrebbe comunicare ai cittadini come sta operando per difendere un territorio sempre più marginale. Non si può pensare di far ripartire Serra, senza mettere mano alla riorganizzazione della macchina amministrativa, rendendola più snella, moderna ed efficiente. Compiuta una ricognizione sulla situazione debitoria è necessario, poi, lanciare il cuore oltre l’ostacolo ed elaborare un progetto di recupero del centro storico, trasformando le tante case cadenti in un volano di sviluppo. Per arginare lo spopolamento e creare lavoro – è la ricetta di Tassone - è fondamentale pensare ad un grande progetto che faccia di Serra un modello per tutto il Sud. Un progetto da realizzare attraverso idee innovative, competenze, professionalità e tanta passione; utilizzando le risorse disponibili con trasparenza e mirando al raggiungimento di obiettivi misurabili e di risultati concreti in termini di miglioramento della qualità della vita, incremento dei livelli occupazionali, attrattività del territorio. Un progetto che potrebbe invertire definitivamente la ruota della storia – conclude Tassone non rinunciando alla speranza - perché il destino di Serra non sia, necessariamente, il declino”.

La difficile sfida (senza mezzi) all’illegalità: il caso del Commissariato di Serra San Bruno

A parole, l’attenzione dei governanti romani – poco importa se di destra, di centro o di sinistra – sulle aree marginali, sui quei territori che presentano ritardi di crescita soprattutto a causa del prevalere delle forze criminali e della diffusione di una mentalità mafiosa o paramafiosa, è talmente alta da fare la barba alla stratosfera. La realtà, nuda e cruda, è che la presenza dello Stato a queste latitudini è percepita dai cittadini come un’entità astratta, intangibile, quasi come un teorema pseudopolitico difficile da dimostrare. Nelle montagne del Vibonese c’è chi spara e chi minaccia, chi ricatta e chi intasca. Ci sono ambienti oscuri dove si incontrano interessi e illegalità e dove la tracotanza e l’oppressione non sempre portano la coppola e la lupara, ma talvolta indossano la cravatta ed hanno il colletto bianco. In un contesto privato delle migliori risorse intellettuali, condizionato dall’isolamento geografico e dalla ritrosia mentale, è facile la penetrazione di concetti criminali quali l’omertoso guadagno facile e l’emulazione della barbarie. A sfidare radicate organizzazioni criminali, ad intromettersi in cruente faide, a combattere le diverse forme di illegalità sono uomini armati di buona volontà e poco altro. Nel Commissariato di Polizia di Serra San Bruno c’è la consapevolezza della complessità della sfida. C’è determinazione, ma anche quegli umani sentimenti che si provano al cospetto del rischio. Le intenzioni si scontrano con la carenza dei mezzi a disposizione. L’unica vettura 4x4 utilizzabile per i servizi di montagna è una non trascendentale Fiat Panda: ci sarebbe anche un Mitsubishi Pajero, ma è tutt’altro che fiammante e quindi riposto in un parcheggio. “Ci sono carenze – sottolinea la segreteria provinciale del Sap, che è in stato di agitazione come tutto il sindacato con in testa il segretario nazionale Gianni Tonelli, che da 23 giorni sta attuando lo sciopero della fame in piazza Montecitorio per attirare l’attenzione delle Istituzioni sulle carenze strutturali della Polizia e delle forze dell’ordine in generale – che riflettono l’andamento nazionale: tanti agenti vanno in pensione, ma non vengono sostituiti o comunque le nuove assunzioni sono insufficienti. Questa situazione si riflette a cascata nei piccoli centri e tutto diventa più complicato”. E all’orizzonte c’è un pericolo mai del tutto scongiurato: quello di una chiusura che significherebbe il definitivo abbandono dello Stato.

Censore e Mirabello annunciano costituzione Comitato referendario per il “Sì” dell’area centrale della Calabria

“L’obiettivo è duplice: da un lato, la sensibilizzazione verso uno strumento, il referendum, che consente ai cittadini di contribuire in prima persona al cambiamento e, dall’altro, rafforzare l’azione riformatrice del Governo guidato da Matteo Renzi”. È quanto affermano il deputato del PD Bruno Censore ed il consigliere regionale Michele Mirabello annunciando la costituzione del Comitato referendario per il “Sì” dell’area centrale della Calabria. “Nei prossimi giorni -  proseguono Censore e Mirabello – sarà formalizzata la composizione del Comitato referendario per il ‘Sì’ dell’area centrale della Calabria, che abbraccia le province di Catanzaro, Vibo Valentia e Crotone e che vedrà attivamente coinvolti sindaci, amministratori, dirigenti di partito, militanti ed esponenti del mondo culturale calabrese. Informare i cittadini, confrontarsi sulla riforma e attenzionare la valenza del referendum confermativo saranno quindi i nostri impegni per i prossimi mesi, nella convinzione che il referendum confermativo sulla Riforma costituzionale rappresenti un importante, decisivo passo, dopo oltre trent’anni di discussioni, per rendere il nostro sistema istituzionale più moderno ed efficace”.

Il commosso addio della comunità serrese a Rocco “Sgomma”

Prima le note di “Anima mia” dei Cugini di campagna, poi le sirene di Vigili del fuoco e Polizia. La comunità serrese ha idealmente accompagnato così Rocco Caglioti nel suo ultimo viaggio, quello verso un mondo in cui a contare è la ricchezza spirituale e non quella materiale. Nei suoi 53 anni trascorsi in allegria battendosi il petto o con la radio sulle spalle, Rocco “Sgomma” ha saputo farsi amare da tutti per la sua spontaneità e per la sua spensieratezza. L’onda emotiva del mesto evento ha coinvolto tutti coloro che lo hanno conosciuto: in molti durante la cerimonia funebre officiata da don Gerardo Letizia, coadiuvato da don Bruno Larizza e don Leonardo Calabretta, non sono riusciti a trattenere le lacrime. Occhi gonfi e sguardi bassi per giovani e anziani: la consapevolezza è che Rocco non lo si potrà più incontrare per strada mentre accelera e frena all’improvviso. È finita la sua esistenza terrena, ma il ricordo rimarrà indelebile. 

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