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Ancora criminalità nelle Serre. Villì: “Cresce la preoccupazione, è emergenza sicurezza”

È emergenza criminalità nelle Serre. Nei paesi dell’entroterra Vibonese la popolazione è sempre più scossa a causa del proliferare di episodi di illegalità. Furti, rapine, violenze: nessuno si sente più al riparo e ora la paura fa novanta. Soprattutto per gli anziani che temono le incursioni notturne di gente senza scrupoli alla ricerca di facili bottini, ma anche per i genitori che vedono nell’entrata e nell’uscita da scuola motivi di rischi per gli alunni. A Vazzano, dopo gli ultimi avvenimenti, il sindaco Domenico Villì ha deciso di avviare delle iniziative per accendere i fari sulla difficile situazione. “Intendo convocare un consiglio comunale aperto – ha affermato il primo cittadino appositamente interpellato - con all'ordine del giorno la discussione su sicurezza e legalità. Inviterò tutte le figure istituzionali dal prefetto ai consiglieri regionali ed alla deputazione locale. Sono preoccupato per i gravi fatti che si stanno verificando a Vazzano. Bisogna alzare la guardia – ha concluso - e non arrendersi a questi balordi che minano la serenità della comunità”.

Serra, salta la fiera del 6 dicembre: problemi con la gestione dei rifiuti

La fiera di Ognissanti, che avrebbe dovuto essere spostata a domenica 6 dicembre, non avrà luogo. A comunicarlo è il sindaco Bruno Rosi che ha ritenuto non opportuno procedere con la predisposizione dell’evento in seguito alle poco confortanti notizie provenienti dal Tribunale del riesame che ha confermato il sequestro dell’isola ecologica della cittadina della Certosa. Lo svolgimento della fiera avrebbe infatti prodotto una ulteriore mole di rifiuti, soprattutto cartoni, che in questo frangente temporale sarebbe stato difficile gestire. Da qui la decisione di fermare la macchina organizzativa. L’appuntamento per chi ama passeggiare fra le bancarelle è, di conseguenza, posticipato al 26 dicembre con la tradizionale fiera di Santo Stefano.

Isola ecologica di Serra, il Tribunale del riesame conferma il sequestro

Diventa sempre più delicata la situazione relativa alle modalità di gestione dei rifiuti nella cittadina della Certosa. Le speranze riposte in un possibile pronunciamento di dissequestro dell’isola ecologica da parte del Tribunale del riesame sono andate deluse: l’emergenza dunque permane e, anzi, rischia di divenire sempre più soffocante, incidendo sulle condizioni igieniche del paese. Stringato il commento dell’avvocato nominato dal Comune Antonio Carnovale: “Attendiamo il deposito delle motivazioni per determinarci di conseguenza”. Ma, intanto, il problema è quello di assicurare un servizio di raccolta differenziata efficiente, perché la visione per residenti e visitatori è sempre meno gradevole. E spiacevole, perché aumentano i randagi che rovistano fra i cumuli di spazzatura per le vie del principale centro delle Serre. I disagi, insomma, sono evidenti. Serve un intervento risolutivo che, però, al momento è difficile intravedere.

Furti e rapine, ora l’illegalità rischia di dilagare: l’identità smarrita delle Serre

Una banca (la Carime) rapinata, un ufficio postale (quello di Brognaturo) quasi, una gioielleria (Monilia) derubata. E poi tanti furti, spesso in case di anziani indifesi, vetture sospette e uomini incappucciati  che si aggirano nei centri montani del Vibonese creando allarme e incertezze. Gli ultimi mesi sembrano raccontare la storia di un’area in cui gli eventi criminali si susseguono perché ci sono risparmi e ricchezze tali da garantire soddisfacenti bottini. E, invece, ci troviamo in una delle zone più desolate del Paese, dove lavoro fa rima con miraggio e dove la guerra non è quella al terrorismo ma quella fra poveri. Perché la scarsità di risorse porta a contrasti sociali, a ferite che difficilmente si rimarginano. In questo territorio, in cui le speranze di realizzazione personale sono ridotte al lumicino, le condizioni di vita paiono via via peggiorare: i soldi in tasca diminuiscono, i rischi relativi alla sicurezza e alla salute aumentano. I servizi spariscono, l’isolamento – soprattutto culturale – dilaga. Le migliori menti si trasferiscono e qui rimane una popolazione sempre più vecchia, non tanto demograficamente quanto dal punto di vista della mentalità. In questo contesto, c’è spazio per il principio della sopraffazione, per l’idea di appropriarsi di ciò che è nella disponibilità degli altri. Non è semplice arginare quest’ondata di illegalità. Le forze dell’ordine sono presenti e attive, ma il loro compito è combattere un nemico invisibile: la convinzione che rimanere sia un’impresa possibile solo al prezzo di rinunciare ad una vita normale. Diventa decisivo il ruolo della politica e della società: va innanzitutto ritrovato il senso di appartenenza a questa comunità, sempre più lesionata da spinte individualiste e isolazioniste; serve concretizzare un progetto organico di sviluppo, che permetta ai giovani di intraprendere la strada della costruzione di un nucleo familiare e a tutti i cittadini di recuperare la fiducia nella classe dirigente; va rafforzato il sistema educativo con una reale sinergia fra genitori e insegnanti; è necessario tornare al concetto di dedizione al lavoro e alla capacità di sacrificio abbandonando l’abbaglio del “guadagno facile” e degli eccessi impuniti. La parola d’ordine dovrà essere aggregare, non dividere. Questa terra è stata la patria di sapienti maestri e la culla della spiritualità certosina. Ma ora il bivio è inevitabile: o risorge la collettività serrese o il fallimento individuale diventerà lo scenario più probabile.

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