Operazione contro la 'ndrangheta, 84 misure cautelari

Ha preso il via all'alba di oggi, l'operazione 'Maestrale-Cathago' della Direzione distrettuale Antimafia di Catanzaro, con la quale sono state eseguite 84 misure cautelari su tutto il territorio nazionale. 

L'attività, condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia, ha impegnato 600 militari. 

Al termine dell'operazione 29 indagati sono finiti in carcere, 52 ai domiciliari e 3 sottoposti all'obbligo di presentazione alla p.g.. 

'Ndrangheta, beni per un valore di 700 mila euro sequestrati nel Vibonese

Beni per un valore di 700 mila euro, direttamente o indirettamente riconducibili all'esponente di una cosca di 'ndrangheta del Vibonese, sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza di Vibo Valentia.

Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Catanzaro, su richiesta della locale Procura distrettuale, in seguito ai risultati di un'indagine che ha coinvolto una persona condannata, con sentenza definitiva, per reati di associazione mafiosa e traffico di sostanze stupefacenti.

Gli accertamenti patrimoniali, condotti anche a carico del nucleo familiare e di terzi intestatari fittizi di beni, hanno consentito di rilevare una sproporzione tra il patrimonio accertato e la capacità reddituale dichiarata. 

Pertanto, sono stati sottoposti a sequestro: sei fabbricati, un terreno, una ditta operante nel settore del commercio di autovetture e di autoveicoli leggeri con 25 automezzi e disponibilità finanziarie di varia natura, detenute dall'uomo o dai suoi familiari in vari istituti di credito.  

 

'Ndrangheta, narcotrafficante calabrese estradato dal Libano

E’ rientrato oggi in Italia dal Libano, dove era stato arrestato a giugno, Bartolo Bruzzaniti, ritenuto uno dei principali broker del narcotraffico internazionale, capace di organizzare traffici, tra il Sud America e l’Italia, per oltre 2 tonnellate di cocaina al mese.

Il ricercato - consegnato, a Beirut, dalle autorità libanesi – è giunto all’aeroporto di Roma Ciampino scortato dal personale dell’Unità I-Can del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia, unitamente ai finanzieri dello Scico e del Nucleo di polizia economico finanziaria di Reggio Calabria. Questi ultimi, d’intesa con la Polaria dello scalo romano, hanno provveduto a notificare il mandato d’arresto spiccato, nei suoi confronti, dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria.

Come accaduto per il rintraccio e l’arresto, anche in questa occasione, l’Aise ha assicurato la propria fattiva collaborazione.

Nel mese di ottobre 2022, nell’ambito dell’operazione “Tre croci”, condotte dal Gico di Reggio Calabria, Bruzzaniti si era sottratto all’esecuzione di una misura cautelare emessa nei confronti di 36 persone ritenute coinvolte in un traffico internazionale di sostanze stupefacenti aggravato dalla finalità di agevolare la ‘ndrangheta. In quell’occasione, tra l’altro, i finanzieri avevano sequestrato oltre 4 tonnellate di cocaina, sottraendo alla criminalità organizzata calabrese introiti stimati in 800 milioni di euro.

'Ndrangheta nel Vibonese, eseguite 32 misure cautelari

Questa mattina, i finanzieri del Comando Provinciale di Catanzaro, con la collaborazione del Servizio centrale investigazione criminalità organizzata, hanno eseguito un provvedimento con il quale il gip del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia, ha disposto misure cautelari personali nei confronti di 32 soggetti, indagati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, usura, trasferimento fraudolento di valori.

In particolare, i provvedimenti restrittivi della libertà riguardano l’esecuzione di 11 custodie  cautelari in carcere; 7 arresti domiciliari; 13 obblighi di presentazione alla pg e 1 divieto di dimora nella regione Calabria. Contestualmente, è stato disposto il sequestro di tre ditte operanti nel settore turistico, che si sono avvicendate nella gestione di uno stabilimento balneare a Nicotera Marina (Vv), tuttora in esercizio, e di un’attività commerciale, operante nel settore floreale, ubicata a Milano, tutte riconducibili a presunti appartenenti ad una cosca di ‘ndrangheta, egemone nel Vibonese.

Inoltre, è stato confermato il sequestro preventivo nei confronti di diversi fabbricati, terreni, quote di partecipazione, complessi aziendali, ditte individuali e autoveicoli, per un valore complessivo di oltre 12 milioni di euro, tra cui un noto villaggio turistico.

I provvedimenti emessi, eseguiti nelle province di Vibo Valentia, Catanzaro, Reggio Calabria, Roma, Catania, Milano, Sondrio, Monza e Brianza, Cosenza, Caserta, Chieti e L’Aquila, con l’impiego di oltre 140 finanzieri e l’ausilio di unità antiterrorismo e pronto impiego, concludono un’attività d’indagine svolta dagli specialisti del Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Catanzaro.

Gli esiti degli approfondimenti investigativi hanno consentito di delineare, nella fase delle indagini preliminari, che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa, la gravità indiziaria circa la presenza di un gruppo criminale, riconducibile ad una consorteria operante nella provincia vibonese che, avrebbe acquisito il controllo di fatto di diverse attività commerciali, soprattutto nel settore turistico-alberghiero, tanto da condizionarne la gestione. A suffragare le ipotesi investigative della Direzione distrettuale antimafia, le dichiarazioni di collaboratori di giustizia.

Operazione “Malea”: scacco alla cosca, tra gli arrestati anche un poliziotto

Sono 12 i provvedimenti restrittivi (8 in carcere e 4 agli arresti domiciliari) disposti dal gip di Reggio Calabria, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, eseguiti questa mattina dalla polizia.

Gli arrestati sono ritenuti affiliati alla locale di Mammola, di cui è stata ricostruita tutta la catena di comando e le sue proiezioni in Lussemburgo, dove con il coordinamento di Eurojust e il supporto dell’Unità I-Can del Servizio cooperazione internazionale di polizia, sono state eseguite 3 delle 12 misure cautelari, per le quali è stato emesso un mandato d’arresto europeo.

 Secondo quanto ricostruito dalle indagini, gli indagati esercitavo sul territorio un asfissiante controllo criminale, imponendo il pagamento del pizzo agli imprenditori che eseguivano lavori pubblici nell’area di competenza. Tra le vittime delle richieste estorsive figurano anche i titolare delle giostre installate in occasione della festa patronale di san Nicodemo. L’operazione è stata convenzionalmente denominata “Malea”, dall’antico nome del piccolo centro ionico.

Tra gli indagati, destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari, figura anche un sovrintendente della polizia di Stato, in servizio presso il commissariato di Siderno, a cui carico viene ipotizzato il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, per aver notizie riservate, anche in cambio di alcune regalie.

'Ndrangheta, operazione "ultimo atto" scatta il sequestro dei beni

Nei giorni scorsi, a Cirò Marina (Kr), i Carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della locale Compagnia hanno dato esecuzione ai sequestri preventivi di beni immobili, mobili e disponibilità finanziarie, riconducibili a sei persone coinvolte nell’operazione “Ultimo Atto”, che ha riguardato le cosche della ‘ndrangheta cirotane.

I sequestri preventivi hanno riguardato 3 magazzini, ubicati a Cirò Marina, e quanto in essi contenuto, tra cui svariate celle frigorifero del tipo industriale, 2 imbarcazioni per la pesca d’altura, ormeggiate nel locale porto turistico, 3 società operanti nel settore ittico, 2 furgoni per il trasporto del pescato, 3 conti correnti bancari e per un valore complessivo di circa 100 mila euro.

Si tratta di sequestri preventivi, disposti sulla base delle indagini svolte dai Carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Cirò Marina.

Le infiltrazioni della 'ndrangheta nel commercio dei prodotti petroliferi, sequestrati beni per 80 milioni di euro

I finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, con il supporto operativo dello Scico, sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia reggina, hanno eseguito – in Piemonte, Lombardia, Trentino Alto-Adige, Emilia Romagna, Lazio, Campania, Calabria e Germania – un sequestro di beni - per un valore complessivamente stimato in oltre 80 milioni di euro - riconducibili a tre imprenditori reggini operanti prevalentemente nel settore del commercio dei prodotti petroliferi.

La presunta figura criminale degli imprenditori era emersa nell’ambito dell’operazione “Andrea Doria”, conclusasi nell’aprile del 2021 con l’esecuzione di provvedimenti cautelari personali nei confronti di 23 persone, tra cui i destinatari dei provvedimenti eseguiti oggi.

L’operazione ha fatto luce su un presunto sistema di frode fiscale, realizzata nel settore del commercio di prodotti petroliferi, imperniata su fittizie triangolazioni societarie, finalizzate ad evadere l’Iva e le accise, nonché sull’impiego di false dichiarazioni di intento, istituto che consente di acquistare in regime di non imponibilità.

In particolare, l’associazione avrebbe gestito l’intera filiera della distribuzione del prodotto petrolifero dal deposito fiscale fino ai distributori stradali, interponendo tra queste due estremità della catena una serie di operatori economici - imprese “cartiera” di commercio di carburante, depositi commerciali e brokers locali - con lo scopo di evadere le imposte, attraverso l’emissione e l’utilizzo delle dichiarazioni di intento. Le società “cartiere” avrebbero asserito di possedere tutti i requisiti richiesti al fine di poter beneficiare delle agevolazioni previste dalla normativa di settore, acquistando il prodotto petrolifero senza l'applicazione dell’Iva. Tale prodotto, a seguito di meri passaggi “cartolari” tra le società coinvolte, sarebbe stato ceduto a prezzi concorrenziali a specifici clienti, ai danni, peraltro, degli onesti imprenditori del settore. Da ultimo, il sistema di ripulitura degli incassi sarebbe avvenuto anche per il tramite di famiglie di ‘ndrangheta portatrici di interessi nel settore della distribuzione dei prodotti petroliferi.

Pertanto, la Direzione distrettuale antimafia reggina ha delegato il Gico a svolgere un'indagine a carattere economico/patrimoniale finalizzata all’applicazione misure di prevenzione personali e patrimoniali.

L’attività, anche valorizzando le risultanze delle precedenti indagini, ha consentito di rilevare, attraverso una complessa e articolata attività di riscontro, il patrimonio direttamente e indirettamente nella disponibilità dei tre imprenditori, il cui valore sarebbe risultato sproporzionato rispetto alla capacità reddituale manifestata.

Su queste basi, il Tribunale di Reggio Calabria ha disposto il sequestro di 20 imprese - 3 delle quali con sede in Germania, attive prevalentemente nei settori del trasporto merci su strada, del commercio di prodotti petroliferi e del trattamento e smaltimento di rifiuti non pericolosi - 50 terreni, 10 fabbricati, 86 tra automezzi ed autoveicoli, anche di lusso, oltre 1 milione di euro in denaro contante e disponibilità finanziarie, per un valore complessivamente stimato in oltre 80 milioni di euro.

Infiltrazione della 'ndrangheta in giochi e scommese, confiscati beni per oltre 3 milioni di euro

I finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria e dello Scico, con il coordinamento della locale Direzione distrettuale antimafia, hanno eseguito - in Toscana, Lazio e Calabria - un provvedimento emesso dal Tribunale reggino con il quale è stata disposta la confisca di beni - per un valore di oltre 3 milioni di euro - riconducibili a due imprenditori reggini, operanti prevalentemente nel settore dei giochi e delle scommesse.

La figura dei destinatari del provvedimento era emersa nell'ambito dell’operazione “Galassia”, con la quale, il Nucleo di polizia economico finanziaria di Reggio Calabria e lo Scico, hanno fatto luce su un sistema finalizzato ad una presunta illecita raccolta di scommesse on-line, con base operativa a Reggio Calabria e ramificazioni anche all’estero tramite società con sedi a Malta, Romania,  Austria e Spagna.

L’associazione avrebbe avuto collegamenti con la ‘ndrangheta, alla quale avrebbe garantito una parte dei proventi in cambio di protezione e diffusione dei marchi on line e in esercizi commerciali locali. Infine, i punti affiliati avrebbero trasferito le somme incassate alla direzione amministrativa dell’associazione allocata all’estero, sottraendole all’imposizione fiscale italiana.

Quanto alle società con sede legale in Austria e Malta, di fatto, avrebbero operato in Italia attraverso una stabile organizzazione, costituita da punti commerciali distribuiti sul territorio e dediti alla raccolta di puntate su giochi e scommesse, attraverso siti non autorizzati, tra i quali quelli gestiti dai destinatari del provvedimento di confisca. In particolare, i due imprenditori avrebbero svolto il ruolo di capi, promotori e gestori di un sito internet attraverso il quale venivano raccolte le puntate sul territorio nazionale.

Pertanto, la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria ha delegato il Gico ed il Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata a svolgere un'indagine a carattere economico/patrimoniale.

L’attività ha consentito di rilevare il patrimonio direttamente e indirettamente nella disponibilità dei due imprenditori, il cui valore sarebbe risultato sproporzionato rispetto alla capacità reddituale manifestata.

Pertanto, dopo averne, a giugno 2021, disposto il sequestro, il Tribunale di Reggio Calabria ha emesso un provvedimento di confisca di 4 società operanti nei settori ludico ed immobiliare, 11 fabbricati, 3 terreni e disponibilità finanziarie, per un valore complessivamente stimato in oltre 3 milioni di euro.

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