Il Mu.Ma.k. - Museo delle Antiche Ancore e del Mare del Villaggio Blanca Cruz di Caminia (Stalettì, Cz) – cresce e mette un altro importante tassello al suo mosaico. Il progetto museale fatto di valori storici, archeologici, architettonici e ambientalisti si arricchisce dell’inedito contributo della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Catanzaro e Crotone.
Le suggestioni delle stagioni fredde hanno regalato nuove linfa alla ricerca storico-artistica che gravita intorno al Museo: la volontà dell’Associazione Ka’Minia (artefice della sua realizzazione) di ampliare sempre più gli orizzonti delle sue azioni positive, abbinata all’opportunità di creare nel territorio stalettese un luogo di relax ma anche di valorizzazione culturale, sociale ed economica, ha portato alla realizzazione di una nuova area della struttura museale. Dal 15 luglio prossimo sarà possibile visitare il nuovo “Modulo Archeosub” in cui è stata allestita la mostra temporanea “Le vie del Mare” che avrà come protagonisti indiscussi i reperti archeologici subacquei recuperati nel golfo di Squillace negli ultimi anni, nonché importati ritrovamenti provenienti dal territorio di Stalettì.
La Soprintendenza ha premiato l’impegno profuso dall’Associazione negli ultimi anni ed ha reso possibile l’esposizione di reperti, fino a questo momento non visibili al pubblico, all’interno di una struttura realizzata con tutti i requisiti di sicurezza e nel solco artistico del grande mosaico azzurro che contraddistingue l’immagine del Museo. Insieme alle collezioni già da tempo esposte all’interno del Mu.Ma.K, il visitatore potrà compiere un nuovo viaggio nel tempo apprezzando la singolarità degli antichi manufatti, tra cui spiccano sicuramente un’anfora globulare bizantina pervenuta completamente integra, una rara lucerna medievale di probabile provenienza islamica e un ceppo d’ancora in piombo di età arcaica che fa luce sui primi utilizzi di questo materiale nella costruzione navale. Tutti elementi che testimoniano la grande importanza del Golfo di Squillace all’interno delle rotte commerciali dell’antichità ed in varie epoche. Non mancano d’altra parte anche reperti recuperati sulla terraferma, come le granate bizantine rinvenute durante gli scavi del castrum di Santa Maria del Mare (Stalettì, Cz) e finalmente mostrate al pubblico grazie alla volontà dell’archeologa Chiara Raimondo. A corredo del percorso, ed in pieno spirito didattico del Mu.Ma.K., saranno inoltre visibili reperti quali monete, manufatti e una mappa cinquecentesca della Magna Grecia sempre legati ai traffici commerciali nell’antichità.
L’iniziativa è stata pensata per moltiplicare ancor di più le ricadute positive del progetto che ha dato vita al Mu.Ma.K e va a ricompensare soprattutto l’investimento intellettuale ed il lavoro svolto con i ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado provenienti da varie parti d’Europa, oltre che dalla Calabria, che hanno sempre sostenuto le iniziative del Museo e condiviso la sfida di ristabilire un equilibrio tra uomo e ambiente credendo in un progetto culturale nonché turistico. Questo connubio tra arte e ambientalismo, spinte localistiche e internazionali, ha consentito negli anni a tanti giovani di abbracciare la causa dell’Associazione Ka’Minia e di prendere parte attivamente ad un’azione di sensibilizzazione per il rispetto e la valorizzazione del territorio. In più, la collaborazione con esperti ed archeologi subacquei dell’Associazione Subacquea Nucleo Nazionale Sommozzatori AISA, ha consentito di estendere l’intervento ambientalistico e artistico anche al tratto di mare antistante la baia di Caminia, comprendendo ancor di più quanto sia importante agire per la tutela dell’ambiente marino e dei suoi tesori. Tutti elementi, questi, di cui la Soprintendenza ha tenuto conto, consentendo quindi tale delicata operazione. Tutti gli aspetti tecnici del progetto sono stati curati, per l’Associazione Ka’Minia, dall’archeologa Giulia Armone che ha lavorato a stretto contatto con la soprintendente Abap, Paola Caruso, con la condivisa finalità di valorizzare componenti storiche dal riconosciuto valore archeologico del territorio stalettese in cui ricadono rilevanti consistenze concentrate e consistenze isolate riconducibili a periodi diversi.