"Caso Pizzo", Lo Slai Cobas: "Siamo scioccati ma tuteleremo il nostro buon nome"
- Written by Bruno Vellone
- Published in Cronaca
- 0 comments
«Siamo scioccati, non avremmo mai immaginato nulla di simile». A parlare è il coordinatore provinciale dello Sali Cobas Nazzareno Piperno che «era completamente all'oscuro» del fatto che ci fosse, a Pizzo, un sedicente sindacalista dello Slai Cobas prometteva posti di lavoro in cambio di denaro. La vicenda è messa nera su bianco della telecamere della trasmissione televisiva “Mi manda Raitre” che ha incastrato il finto sindacalista, Carmelo Furciniti, grazie alla segnalazione di un ragazzo di Pizzo che si è visto chiedere dal finto sindacalista dello Slai Cobas 650 euro per lavorare come marittimo su una nave. Anche il difensore di fiducia dello Slai Cobas, Francesco Mobilio, si è detto sbigottito del fatto e ha invitato a eventuali tentativi di estorsione all’Autorità giudiziaria. Sta di fatto che lo Slai Cobas a Pizzo non ha mai avuto una sede: «Le riunioni ha spiegato Mobilio - le facevamo al municipio grazie all’interesse dell’assessore del momento e l’unico ad poterne autorizzare una è il coordinatore provinciale, cioè Piperno. Una cosa è certa lo Slai Cobas è un sindacato scomodo... e sicuramente c’è qualcosa che non va». Ma un contatto dello Sai Cobas con Furciniti c’era stato 7-8 anni fa quando l’ex marittimo si sarebbe mostrato interessato a entrare nel sindacato tutto divenne subito chiaro che l’uomo non fosse affidabile. Piperno ha poi raccontato di quando tre anni fa una telefonata aveva segnalato che qualcuno, a Pizzo, prendeva soldi per sbrigare pratiche pensionistiche, ma si pensò forse ad uno scherzo o a quale tentativo di strumentalizzazione di qualcuno e la cosa, presa sottogamba non andò avanti anche perché la donna che telefonò non volle sporgere denuncia ai carabinieri ed il tutto morì sul nascere. Ora invece la necessità di smentire categoricamente ogni coinvolgimento dello Slai Cobas con il falso sindacalista Furciniti. Il sindacato promette battaglia nella difesa del suo buon nome e di quello di tutti i lavoratori che onestamente si guadagnano il pane ed il posto di lavoro.