Operazione "Panda": 4 persone arrestate per armi e droga

All'alba di oggi, a conclusione di articolate indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica, quattro persone sono state arrestate dalla Polizia. A dare esecuzione all'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice delle indagini preliminari presso il Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della DDA, sono stati gli investigatori del Commissariato  di Gioia Tauro e della Squadra Mobile. I quattro sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, di diversi episodi di cessione di sostanze stupefacenti e reati in materia di armi. in manette sono finiti il 25enne C.V., il 29enne I.S., il 36enne I.F. ed il 33enne S.V., tutti di Gioia Tauro. Nello specifico, a tutti gli indagati viene contestato il delitto di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, per essersi associati, secondo gli inquirenti, al fine di commettere una serie indeterminata di delitti di cessione di sostanze stupefacenti. A I.S. è attribuito il ruolo di capo e direttore della presunta associazione per delinquere; con l’aggravante dell’essere l’associazione armata, atteso che alcuni componenti (I.S. e C.V) avrebbero avuto la disponibilità di armi  (dal dicembre 2014, con condotta in atto). I.F, I.S e S.V. sono  accusati di aver ceduto 250 grammi di cocaina ad un acquirente, confezionata in due sacchetti (il 10 aprile 2015). A I.S e C.V.  è contestata la cessione ad un acquirente di 308 grammi di cocaina, contenuta in un panetto confezionato con pellicola trasparente (l'11 aprile 2015). Altri quantitativi imprecisati di sostanza stupefacente sarebbero stati ceduti, in diverse circostanze a terzi acquirenti da I.S. (in data 9, 14, 19, 21, 22, 25 marzo, 8 e 9 aprile 2015), da I.S. e S.V. (il 13 marzo 2015), da I.S. e I.F (il 21 marzo 2015). A I.S e C.V. è contestato anche il delitto di detenzione e porto abusivo  in luogo pubblico di una pistola (il 12 dicembre 2014 ed il 15 gennaio 2015), nonché l’esplosione di numerosi colpi di arma da fuoco (il 12 dicembre 2014). Le indagini - condotte dal Commissariato di Polizia di Gioia Tauro e dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria nel periodo che va da novembre 2014 a maggio 2015 -  hanno consentito di ricostruire, a parere degli investigatori, la struttura di un sodalizio criminale dedito al traffico di sostanze stupefacenti, con base operativa nel Comune di Gioia Tauro; di individuare i componenti dell’associazione, con l’attribuzione specifica di ruoli e compiti; nonché di contestare alcuni reati in materia di armi. L’attività investigativa - avviata per far luce sulla scomparsa di un giovane di Gioia Tauro (Maurizio Mammoliti), di cui si erano perse le tracce il 31 ottobre 2014 - si è incentrata ben presto sulla figura di C.V, cognato del soggetto scomparso, e su altri soggetti frequentati dallo stesso, ovvero, I.S., I.F. e S.V., accusati di essere attivi nel settore del narcotraffico. Le attività di intercettazione disposte dalla DDA di Reggio Calabria nel corso delle indagini avrebbero portato alla luce l’esistenza di un’organizzazione criminale dedita in maniera stabile e professionale alle attività di cessione di sostanze stupefacenti di vario genere, dall’hashish alla cocaina, che utilizzava come base operativa per gli incontri con gli acquirenti più fidati, un garage ubicato nel comune di Gioia Tauro. All’interno di tale immobile, i membri della presunta consorteria criminale nascondevano armi e munizioni, nonché quantitativi di droga destinati alla cessione agli acquirenti, per come risulta dalle riprese effettuate dalle telecamere autorizzate nel corso delle indagini. I sequestri di droga (250 grammi di cocaina in una circostanza e 308 grammi di cocaina nell’altra), operati dagli investigatori della Polizia di Stato in due circostanze, ovvero il 10 e l’11 aprile 2015, a carico di due acquirenti, immediatamente dopo la cessione presso l'edificio, in combinazione con il rinvenimento, effettuato a seguito di una perquisizione nel  garage, di bilancini di precisione e diluenti per la cocaina, ha corroborato l’assunto che il sito monitorato, nella piena ed esclusiva disponibilità degli indagati, fosse un vero e proprio laboratorio, munito di tutta la strumentazione necessaria per la preparazione delle dosi e per il loro confezionamento, nonché un "esercizio commerciale", avente quale oggetto sociale lo spaccio all’ingrosso dello stupefacente. All’interno della presunta organizzazione, i ruoli tra sodali erano interscambiabili, atteso che ciascuno aveva possibilità di accedere al sito e di incontrare i clienti ritenuti di particolare affidabilità. Per raggiungere la base operativa della presunta organizzazione, i sodali utilizzavano delle Fiat Panda. Da qui il nome dell’operazione. Un quinto soggetto è attivamente ricercato. 

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