Dipendente di una tabaccheria accusato di essersi appropriato di 160mila euro: assolto
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Il Tribunale di Castrovillari, in totale accoglimento della richiesta avanzata dall’avvocato Francesco Nicoletti, ha emesso una sentenza di assoluzione nei confronti di un cinquantaduenne rossanese, dipendente di una nota tabaccheria di Rossano e accusato di appropriazione indebita.
I FATTI L’uomo era accusato di essersi appropriato di 160.326,28 euro, importo corrispondente agli ammanchi di cassa emersi a seguito dei controlli contabili effettuati sulla attività svolta nella tabaccheria nella quale lavorava. L’attività di indagine scaturiva in seguito alla querela presentata dal titolare della tabaccheria, con il quale il cinquantaduenne aveva instaurato un rapporto di lavoro protrattosi per ben 13 anni. Nello specifico, la sua attività lavorativa consisteva nella vendita dei prodotti e nella gestione degli incassi che venivano registrati su un “libro giornale” consegnato al titolare.
I fatti contestati, per come narrati dalla costituita parte civile, trovavano riscontro, secondo l’accusa, nelle dichiarazioni dei testimoni escussi nel corso dell’istruttoria dibattimentale. La parte civile, inoltre, produceva durante il processo una dichiarazione, sottoscritta dall’imputato, con la quale lo stesso ammetteva di essersi indebitamente appropriato della somma di 160.326,28 euro che si impegnava a restituire.
IL PROCESSO Durante l’istruttoria dibattimentale veniva depositata tutta la documentazione contabile della tabaccheria, già allegata alla denuncia, dalla quale emergeva l’importo in contestazione e venivano escussi i testi indicati dalla pubblica accusa. Questi ultimi, nello specifico, riferivano che l’imputato non solo aveva la gestione della cassa dell’attività ma era stato visto giocare, personalmente, alle slot machine e ai video poker presenti all’interno della tabaccheria. Veniva poi riferito un episodio, in particolare, relativo ad una notte in cui i proprietari della tabaccheria erano stati chiamati d’urgenza poiché era stata notata la saracinesca semi aperta. In quell’occasione, allertati i carabinieri, gli stessi trovavano all’interno l’imputato, unitamente ad un’altra persona intenta a giocare ai video poker.
LA DECISIONE DEL TRIBUNALE All’esito dell’istruttoria dibattimentale il Pubblico Ministero concludeva la propria requisitoria chiedendo la condanna dell’imputato; richiesta alla quale si associava il procuratore speciale della parte civile. Il Tribunale di Castrovillari, in totale accoglimento delle tesi argomentate durante l’arringa e della richiesta avanzata dall’avvocato difensore Francesco Nicoletti, ha emesso una sentenza di assoluzione nei confronti dell’imputato con la formula “perché il fatto non sussiste”.
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