Calabria, Calci, pugni e schiaffi alle "Iene" che avevano intervistato un prete in provincia di Cosenza
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"Questa è la conclusione di una giornata di lavoro qualunque in Calabria" Così parte il post di denuncia, pubblicato sul proprio profilo Facebook, da Valeria Castellano, inviata della trasmissione di Mediaset "le Iene" che, suo malgrado, l'ha vista protagonista di una furiosa aggressione avvenuta in un paesino della provincia di Cosenza.
Secondo quanto lei stessa racconta attraverso il suo account social, si trovava, appunto, in un paesino dell'hinterland cosentino per girare un servizio che dovrebbe andare in onda nel mese di Febbraio. "Eravamo in un paese per intervistare un prete, dopo l’intervista (che abbiamo realizzato nel privato di una stanza, lontano da sguardi indiscreti, per tutelare la reputazione della persona coinvolta, della quale non avremmo mandato in onda né il nome né altri riferimenti personali), all’uscita dalla chiesa, i familiari del parroco e alcuni parrocchiani si sono scagliati contro di noi.
Cinque uomini contro due donne: calci, pugni, schiaffi, minacce. Tutto questo con lo scopo di sottrarre la nostra telecamera. Veniamo buttate a terra, in quel momento qualcuno mi strappa la borsa e la porta via.
Io non so con quale forza, ma io e la mia collega, Giulia, siamo riuscite a proteggere l’attrezzatura. Non senza contusioni. Giulia si ritrova un labbro rotto, a seguito di un pugno in faccia da un omone tanto grosso quanto cafone, e la mano sanguinante. Io mi ritrovo le mani nere e livide, oltre a diverse contusioni alla testa e alla schiena.
Intorno a noi c’erano circa 20 spettatori, passivi difronte alle nostre suppliche quando da terra chiedevamo di smetterla. Il prete anziché fermare le bestie, inveiva contro di noi aiutandoli a strappare la cinepresa.
Soltanto, l’intervento dei carabinieri ha evitato il peggio, il suono della sirena ha allontanato il branco. Dopo ore di caserma, due denunce, il deposito delle riprese come prova dell’agguato, la nostra giornata è finita.
Non era l’immagine che avrei voluto dare della mia terra, ma se questa è...allora non posso fare altro che testimoniare l’inciviltà e sperare di cambiare qualcosa".