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Le Iene a Serra per il “Caso Alaco”

Le Iene, celebre trasmissione irriverente e provocatoria di Italia1 alla cui base c’è la volontà di occuparsi anche di temi d’interesse pubblico, è sbarcata nella cittadina della Certosa per occuparsi del “Caso Alaco”, l’invaso artificiale che attualmente rifornisce di acqua potabilizzata 88 comuni delle Province di Catanzaro e Vibo Valentia, per un totale di circa 400 mila abitanti. L’intento di Giulio Golia, accompagnato da alcuni membri del Comitato civico Pro-Serre, è quello di raccontare il dramma dei cittadini dei tanti comuni serviti dall’invaso artificiale che dormono con l’incubo di non poter bere dell’acqua salubre e di non potersi lavare in tutta tranquillità ormai da anni. Una storia assurda, tutta calabrese. In queste ore sono molti i cittadini intervistati sul problema della presunta “non potabilità” dell’acqua che attanaglia Serra San Bruno e il suo comprensorio ormai da diverso tempo cosi come molti sono gi amministratori che vengono sentiti e altrettanti quelli che si sottraggono, anche maldestramente, alle telecamere “inquisitorie” delle Iene. L’inviato si è recato nei bar e in Corso Umberto I per sentire le opinioni della popolazione e per invitarli, provocatoriamente, a bere un po’ di acqua; per poi recarsi in municipio per parlare con i membri dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco, Bruno Rosi. Ma non è  tutto qui. Ad essere preso di mira dalla popolare trasmissione televisiva il problema acqua nella sua interezza, non risparmiando amministratori che “siedono in alto” e andandoli a scovare adagiati sulle loro comode poltrone, fresche d’estate e calde d’inverno. Non ci rimane ora che vedere il servizio, con la speranza che, anche questa volta, Le Iene abbiano “sbranato il nemico”. La vicenda dell’invaso dell’Alaco che si trova Comune di Brognaturo (VV) è balzata agli onori della cronaca con l’inchiesta “Acqua sporca” condotta dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia. 16 le richieste di rinvio a giudizio per gli accusati a vario titolo di   avvelenamento colposo di acque provenienti dal bacino dell'Alaco, inadempimento contrattuale, falso, interruzione di servizio e omissione. Sequestrati inoltre l’invaso dell’Alaco e l’impianto di potabilizzazione in quanto i trattamenti in atto potrebbero, ad avviso degli inquirenti, risultare non idonei. Quanto alla rete di distribuzione dell’acqua, la Procura ha proceduto al dissequestro dei soli impianti che allo stato non risultano utilizzati, confermando invece il sequestro per gli altri impianti in quanto anche nei siti con giudizio di conformità emesso dall’autorità sanitaria, i custodi giudiziari avrebbero rilevato la persistenza di visibili criticità.

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