CASO LUPI : Gli esperti ne confermano la presenza nel territorio delle Serre
- Written by Mirko Tassone
- Published in Cronaca
- 0 comments
Trova un importante riscontro scientifico la notizia della presenza del lupo nel territorio delle Serre. A confermarlo, già nel settembre scorso, era stato, nel corso di una conferenza stampa, Luigi Esposito, docente presso il Dipartimento di medicina veterinaria e produzioni animali dell’Università Federico II di Napoli, a conclusione del progetto “Angitola Fish H2O”, finalizzato a tutelare gli habitat naturali, la flora e la fauna del lago Angitola situato nel Parco naturale regionale delle Serre. Nel corso dell’incontro con la stampa, Esposito ha sottolineato come: “lungo la porzione di territorio del lago Angitola sono stati rinvenuti escrementi di lupo che confermano l’esistenza di questa specie nell’area protetta del Parco delle Serre». L’affermazione, oltre che nei riscontri scientifici, trova ulteriore conferma nella parole del naturalista Francesco Bevilacqua, autore di numerosi volumi sulle montagne calabresi. In una nota, invita, al “Redattore” Bevilacqua nell’avvalorare la presenza del lupo sul territorio calabrese, dichiara:
“ La presenza del Lupo sulle montagne della Calabria meridionale (Serre ed Aspromonte, ossia al di sotto dell'Istmo di Marcellinara) non è affatto eccezionale. Così come non lo è per tutto l'Appennino centro-meridionale, dove, negli anni "bui" per la specie (metà Novecento), aveva l'ultimo suo rifugio. Dopo le ricerche etologiche avviate dal Parco Nazionale d'Abruzzo e le norme di protezione della specie (divenuta non cacciabile), il Lupo ha riconquistato gradualmente tutti i territori ove era presente nei secoli passati, irradiandosi soprattutto verso le Alpi e raggiungendo la Francia. Le stime sulla consistenza numerica del lupo non sono precise. Tuttavia possiamo dire, con qualche approssimazione, che in Italia vi siano ormai un migliaio di esemplari. In Calabria, dal Pollino all'Aspromonte, vi sono non meno di un centinaio di lupi. Detto questo, occorre innanzitutto dire che la foto usata nell'articolo, in mancanza di maggiori informazioni, non può essere commentata. Trattandosi di foto non nitida e ravvicinata, si potrebbe trattare di lupi ma anche di cani rinselvatichiti. Si tenga conto che in Italia si stima che vi siano intorno ad un milione di cani rinselvatichiti, ossia tornati a vivere allo stato selvatico, esattamente come il lupo. Va poi, per l'ennesima volta sfatato un luogo comune molto diffuso: in Europa non è mai stato tentata alcuna reintroduzione del Lupo o ripopolamento. Cosa, per altro, estremamente complicata sul piano scientifico. Tutte le dicerie su reintroduzione di lupi da parte della Forestale circolate in questi anni sono false. Quanto alle prede dei lupi: gli studi ci dicono che finché vi erano le discariche abusive dei paesi, essi si nutrivano in massima parte con gli avanzi di cibo lì facilmente reperibili. La chiusura delle discariche è fortunatamente coincisa con un forte aumento dei cinghiali. Oggi le prede principali dei lupi sono i cinghiali, appunto, ed i cani rinselvatichiti. E' possibile che i lupi predino anche animali domestici. Ma se questi sono ben custoditi, specie se con grossi cani maremmani, per i lupi non si tratta di prede preferite: i rischi sono superiori ai vantaggi. Mentre va considerato che, in proporzione, i danni al bestiame domestico da parte dei cani rinselvatichiti sono molto più frequenti. Oltretutto i cani rinselvatichiti, provenendo dalle cucciolate degli uomini, non hanno la paura atavica dell'uomo che è tipica di tutti gli animali selvatici e quindi anche dei lupi. La legge, infine, prevede l'indennizzo dei danni prodotti al bestiame domestico dai grandi predatori come il lupo. Sarebbe auspicabile che anche i danni fatti dai cani rinselvatichiti vengano indennizzati, anche se occorrerebbe un maggior controllo sui cani randagi e vaganti e su quelli di proprietà degli uomini, per evitare che si rinselvatichiscano. Ciò non di meno, l'uomo (i calabresi in particolare) continuano a guardare al Lupo come ad una specie nociva e pericolosa. Perché? E' semplice: il Lupo è sempre stato un "competitore" alimentare dell'uomo, nemico di pastori e contadini. Nell'immaginario cristiano, inoltre, il lupo, come molti altri predatori selvatici, ha incarnato il diavolo o comunque gli spiriti del male. Anche la storia dell'ammansimento del Lupo da parte di San Francesco è simbolica e rappresenta la vittoria del bene sul male. Una corretta informazione sul Lupo deve ricercarsi sui libri scientifici e divulgativi (segnalo, tra gli altri, quelli di Luigi Boitani, Giorgio Boscagli e Franco Tassi) e su romanzi molto belli come "Il branco della rosa canina" di Gianni Padoan e "Storia del lupo Kola" del calabrese Francesco Perri.
Related items
- Cammino narrato da “La rosa nel bicchiere” all’abbazia di Corazzo
- Il festival delle Erranze e della Filoxenia riparte con un’escursione narrata su monte Mancuso
- Sanità, Bevilacqua: “Incomprensibile il mancato incarico al colonnello Bortoletti”
- A San Vito lo scrittore Bevilacqua: “Basta eolico, qui non serve”
- Comunali, Bevilacqua: “Affermazione liste ‘Coraggio Italia’ nel Vibonese segnale nuovo corso”