I cafoni sulla strada dei rifiuti

C’è uno stuolo di minus habentes che, evidentemente, abbandonato dal buon senso e dalle regole fondamentali della convivenza civile ha deciso di attingere alla favola di Pollicino. Il personaggio della fiaba, lasciato nel bosco dai genitori, riusciva a ritrovare la strada di casa grazie ai sassolini che faceva cadere lungo il sentiero. Non disponendo, forse, di una quantità sufficiente di pietruzze, gli epigoni della figura creata da Perrault, si servono di ciò che nella società dei consumi non manca mai. Così, i novelli Pollicino, segnano il loro inutile cammino con qualcosa di estremamente visibile ed appariscente, i sacchi dell’immondizia. La storia che raccontiamo, non è una fiaba per bambini, ma non dovrebbe essere neppure una storia per adulti. In un Paese mediamente normale, certe cose non dovrebbero accadere neanche nella fantasia di una testa priva di neuroni. Ci sono contesti, però, in cui la realtà supera di gran lunga la fantasia. Capita, quindi, d’imbattersi in scene alle quali si stenta a credere. Ci si stropiccia gli occhi, una, due, tre volte; ci si dà un pizzicotto per essere sicuri di non trovarsi in una stravagante dimensione onirica ma, alla fine, ci si rende conto che è tutto vero. Così, in un caldo pomeriggio di settembre, si sale a bordo della propria automobile e si decide di percorrere la strada che da Serra conduce a Spadola. Giunti all’altezza della località la “Stella”, anziché procedere dritti sulla Provinciale, si svolta a destra per seguire la stradina interpoderale che, dopo un brevissimo tratto in discesa, sbuca alla “Fontanella”. Avendo familiarità con il percorso, non sorprende certo la vegetazione che invade la carreggiata, quel che però lascia senza parole e` la lunga sequenza di sacchetti dell'immondizia lasciati nel bel mezzo della strada. Man mano che si va avanti, la sorpresa cede il posto all’incredulità. E’ una scena surreale, la spazzatura abbandonata è così tanta che, da un momento all’altro, ci si aspetta che sbuchi qualcuno con un cartello tra le mani con su scritto “siete su scherzi a parte”. Ma non è uno scherzo, è tutto vero, vero come l’inciviltà di gente che non meriterebbe di vivere nel consesso civile. Per superare lo smarrimento è necessario alzare gli occhi ed ammirare il verde dei boschi che si stagliano all’orizzonte. Ed è, proprio, in quel momento che si ha la dimensione di quanto avesse ragione Benedetto Croce nel definire certi posti "paradisi abitati da diavoli".

 

 

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