Parco delle Serre, i sindaci del comprensorio scrivono a Irto: “Nomina il presidente”
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Intervento deciso, anche se animato da “spirito costruttivo”, da parte degli amministratori delle zone interne del Vibonese che, decorsi i sei mesi dalla designazione di Tonino Errigo a commissario del Parco delle Serre, chiedono ufficialmente al presidente del consiglio regionale Nicola Irto la nomina del presidente dell’Ente di tutela ambientale. A scrivere al principale inquilino di palazzo Campanella sono i sindaci di Serra San Bruno (Bruno Rosi), Spadola (Giuseppe Barbara), Brognaturo (Giuseppe Iennarella), Fabrizia (Antonio Minniti), Mongiana (Bruno Iorfida) e Pizzoni (Tiziana De Nardo) e il rappresentante di Sorianello (Bruno Ciconte). Premesso che l’Ente di via Santa Rosellina “rappresenta una straordinaria opportunità per un ampio territorio che abbraccia tre province e che, dopo decenni di attesa, vede porre le premesse per l’avvio dello sviluppo sostenibile”, i sette amministratori operano un excursus teso raccontare il cammino di ieri e a disegnare quello di domani. “Le vicissitudini che ne hanno contraddistinto la storia sin dall’approvazione della legge regionale n. 10/2003 recante ‘Norme in materia di aree protette’ (che ha adeguato la legge regionale n. 48/1990) – spiegano - hanno rallentato il processo benefico per le comunità locali che hanno inizialmente percepito l’Ente di tutela ambientale come una fonte di vincoli. Le azioni a sostegno della crescita economica e sociale concretizzate negli ultimi anni sono riuscite ad invertire la tendenza facendo considerare alla popolazione la presenza del Parco come un’effettiva chance per far emergere le molteplici potenzialità dei territori interessati. I vantaggi in termini di realizzazione di progetti di sviluppo nelle aree protette – puntualizzano ancora - sono divenuti evidenti così come il miglioramento della qualità della vita”. C’è, però, un nodo da risolvere. “È rimasto – sostengono i rappresentanti territoriali - un segnale che può generare dubbi e confusione: il susseguirsi di commissari alla guida dell’Ente, al di là della bontà dell’azione amministrativa, costituisce un elemento di incertezza che lascia presumere negatività nascoste che, in realtà, non esistono. L’ormai imminente scadenza del mandato commissariale (la nomina di Errigo risale allo scorso 31 marzo, ndr) consegna, dunque, la possibilità di interrompere questo messaggio e sostituirlo con quello della ‘normalizzazione’ delle attività per il tramite della designazione del presidente e degli organismi previsti dalla legge. Sarebbe – è la conclusione - la migliore testimonianza di cambiamento per una Calabria che conserva la speranza di valorizzare il suo patrimonio naturale e di colmare il gap che la divide dalle realtà più avanzate”.
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