Reggio, accusato di avere rapinato anziano disabile: assolto per non aver commesso il fatto
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Il Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria in sede di udienza preliminare ha assolto P. A. (minorenne all'epoca dei fatti) dal reato gravissimo di rapina in danno di un anziano disabile aggravato dall'uso di un'arma da fuoco. L'accusa, e così le manette, erano scattate a seguito del riconoscimento fotografico della badante che aveva individuato proprio nel ragazzo il soggetto a cui aveva improvvidamente aperto la porta della abitazione. Secondo la ricostruzione fornita dagli inquirenti e dalla testimone, il giovane, con l'ausilio di un complice una volta riuscito con una scusa ad introdursi all'interno della casa, aveva portato a termine l'azione delittuosa puntando una pistola alla tempia dell'anziano approfittando della circostanza che costui fosse costretto su una sedia a rotelle. Ad inchiodare il giovane oltre la testimonianza ed il riconoscimento fotografico della badante, anche la ricostruzione effettuata dagli inquirenti che faceva leva su alcune frequentazioni del giovane proprio con altri soggetti gravati da reati dello stesso genere e tipo. Tuttavia, già nella fase delle indagini preliminari la difesa, composta dagli avvocati Marco Tullio Martino e Giacomo Iaria, aveva seriamente messo in discussione il riconoscimento fotografico effettuato, ma soprattutto, con l'ausilio di una preziosa perizia a firma della consulente Pitzianti, era riuscita a dimostrare incontrovertibilmente come il giovane con alcune telefonate effettuate esattamente nello stesso orario della rapina che si sarebbe consumata sul viale Aldo Moro, avesse agganciato delle celle telefoniche che lo collocavano in altra zona della città. Con la stessa consulenza si è dimostrato come il giovane non avesse mai registrato tra i propri contatti telefonici quello del presunto complice (non figurava neanche tra quelli eventualmente cancellati) né aveva avuto mai qualsivoglia contatto anche sporadico con lo stesso. Il Tribunale, accogliendo la tesi difensiva, ha così assolto P. A. dal reato ascritto per non aver commesso il fatto.
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