Call center, i lavoratori: “Aspettiamo vertice Bruno-Guccione, poi misure forti”
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SERRA SAN BRUNO – Hanno discusso, si sono confrontati, hanno analizzato un quadro della situazione sempre più fosco. Alla fine, non senza sofferenza, hanno preso in considerazione l’ipotesi di adottare misure forti. Se tutto andrà male occuperanno lo stabile di via Catanzaro. Ma non da subito. I lavoratori del call center attenderanno gli esiti dell’incontro, previsto per martedì alle 15, fra il prefetto Giovanni Bruno e l’assessore regionale al Lavoro Carlo Guccione, poi decideranno. Fino a martedì eviteranno di “loggarsi” e cioè non entreranno nel sistema per avviare una sessione lavorativa. Dunque, c’è una sorta di diedline. Perché la sera del 3 marzo arriverà il momento delle scelte: riprendere a lavorare (in caso di soluzione positiva) o iniziare l’occupazione. Gli operatori hanno quindi scelto una strada ragionata, quella di dare fiducia all’Ufficio territoriale del governo. Questo non significa, però, che rinunceranno ad intraprendere le iniziative ritenute più opportune. Sentono, infatti, che il rischio dello svanire del posto di lavoro si sta inesorabilmente materializzando e ogni ora che passa tutto diventa più complicato. Il nervosismo tradisce le parole, i gesti, i pensieri, che anche se non vengono espressi paiono incisi su volti tirati. I sentimenti sono variabili: si passa dallo sconforto allo spirito battagliero, dal mezzo sorriso alle mani nei capelli. In ogni caso, la proiezione di un vicolo cieco pare essere presente in una parte non troppo recondita della mente. Chi bilancia i (potenziali) ricavi derivanti dalla prosecuzione dell’attività con i (reali) costi delle trasferte in terra lametina è ben consapevole che più che nel campo dell’aritmetica ci si trova in quello dell’algebra. I movimenti sono frenetici: le loro conversazioni sono cariche di ansia e preoccupazione. Non più di dubbi sul da farsi, il dado sta per essere tratto. Di sicuro, qualunque cosa succederà non la faranno passare sotto silenzio.
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