Serra: Per i lavoratori del call center si avvicina il giorno della disfatta
- Written by Mirko Tassone
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Ennesima fumata nera sulla vertenza Infocontact che, da settimane, tiene con il fiato sospeso decine di lavoratori che vedono avvicinarsi lo spettro della disoccupazione. Dopo l’incontro infruttuoso della scorsa settimana, nella giornata di ieri, i protagonisti della trattativa, ovvero organizzazioni sindacali, commissari straordinari e rappresentanti di Comdata ed Abramo Customer Care, interessate ad acquisire, rispettivamente, le sedi di Rende e Lamezia Terme, si sono ritrovati attorno al tavolo tecnico convocato, al Mise, per cercare di dipanare l’ingarbugliata matassa. L’esito dell’incontro è stato tutt’altro che soddisfacente. “Governo e committenti latitano – hanno dichiarato i rappresentanti sindacali – e la situazione diventa sempre più complicata.”. Quel che più desta sconcerto, però, è il disinteresse che ruota attorno alla vertenza. Un disinteresse che si percepisce dal tenore delle affermazioni delle organizzazioni sindacali che non hanno esitato a denunciare la mancata partecipazione al tavolo dei “rappresentanti del Mise”. “La Calabria non è figlia di un Dio minore. Circa 100 persone – hanno evidenziato sindacati - sono fuori dalla proposta delle società acquirenti. Per circa 900 persone si prospettano pesanti riduzioni di orario e di reddito. Centinaia di lavoratori precari delle sedi periferiche impossibilitati a continuare attività lavorativa se trasferiti presso i due centri di Lamezia e Rende”. Nel chiedere al Governo nazionale “un intervento concreto ed una maggiore attenzione verso i lavoratori, come fatto per altre vertenze” i sindacati hanno annunciato l’intenzione di mettere in campo “iniziative di protesta su tutto il territorio” regionale. Tuttavia, da quanto fatto trapelare, sembrerebbe che lo scontro si sia materializzato attorno alla volontà degli acquirenti di ridurre l’orario di lavoro. Come si legge in una nota della Slc Cgil nazionale “l'unica soluzione secondo l'azienda, per garantire la maggiore continuità occupazionale sarebbe l'abbattimento delle ore lavorate da parte dei lavoratori. Una soluzione non percorribile – prosegue la nota - sia sotto il profilo giuridico (la deroga prevista dall’Art. 47 non consente di tagliare il profilo orario contrattuale dei singoli) che su quello sindacale. Tutelare l’occupazione non significa offrire briciole a più gente possibile, sapendo sin da ora che i volumi futuri consentiranno nuove assunzioni”. Dal tenore del documento, sembra, quindi, di capire che la trattativa ruoti, esclusivamente, attorno al nuovo orario di lavoro proposto dagli acquirenti. In altre parole, la situazione relativa agli operatori impiegati nelle sedi periferiche potrebbe essere uscita definitivamente della trattativa. Se così fosse, vorrebbe dire che le organizzazioni sindacali considerano quella dei lavoratori impiegati nelle sedi dislocate nei centri più piccoli una battaglia già persa. In tal caso, gli operatori del call center di Serra, non avrebbero altra possibilità che accettare il diktat che impone un improbabile trasferimento a Lamezia. Un trasferimento che avrebbe il sapore amaro di un licenziamento.
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