Dove sono stati nascosti i cartelli anti 'ndrangheta annunciati da Falcomatà?
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Per l'amor di Dio: non è nostra intenzione stuzzicare il cane che dorme, anche perché la nostra posizione in merito era stata scolpita in un commento che sbarrava le porte ad incomprensioni ed interpretazioni ambigue (qui il link all'articolo in questione). L'annuncio, da parte del sindaco Giuseppe Falcomatà, di voler collocare qua e là per le vie di Reggio Calabria cartelli che sprezzantemente ripudiassero la 'ndrangheta ci era apparsa idea carica di ridicolo e traccia di una banalità talmente deflagrante da ritenere la si volesse quasi ostentare, una sorta di firma del certificato attestante sia la totale assenza di guizzi intellettuali degni di tal nome che l'assortita confusione albergante nei pensieri dei "sommi sacerdoti" di Palazzo San Giorgio. La bocciatura, messa allora nero su bianco, fu pubblicata con carattere d'urgenza perché il Primo Cittadino a cavallo di Ferragosto aveva assicurato che l'immeritevole iniziativa si sarebbe tramutata in realtà da lì ad un paio di settimane. La nascita del mese di settembre sarebbe stata salutata, garantì il sindaco, dal fiocco dei severi moniti contro la criminalità organizzata. Inutile rimarcare che i corifei si entusiasmarono in inni gloriosi alla magnifiche e progressive sorti della "Svolta", dovere quotidiano dell'immancabile tributo al Salvatore della Patria. In omaggio all'austerity imposta dal Piano di rientro generato dalle "devastazioni delle casse comunali negli anni dello sperpero scopellitiano", come amano ricordare, un minuto sì e l'altro pure, i soldati dell'esercito falcomatiano, utilizzando queste parole a mo' di scudo anche per giustificare la mancata sostituzione di una lampadina, è immaginabile che questi simbolici bastioni anti 'ndrangheta non saranno stati commissionati ai più prestigiosi artisti contemporanei del settore. E' altrettanto prevedibile, altresì, che essi non saranno puntellati da materiali per i quali è necessario attendere anni prima che l'ordinazione abbia l'atteso esito favorevole. Dunque, la domanda, puerile nella sua elementarità, da porsi a distanza di quattro mesi dall'inizio di settembre è: tenuto conto che l'occhio umano del reggino non ha ancora incrociato uno solo di questi cartelli, in quale bunker segreto sono stati sistemati? L'auspicio, per una naturale coerenza con quanto scritto allora, è che lì rimangano celati, ma conoscere quale sia stato il loro destino sarebbe regalo gradito anche agli scettici osservatori, immobili mentre il "carro del vincitore" avanza, sempre più carico di zavorra umana, ma perdendo l'orientamento lungo il tragitto verso la buona amministrazione.
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