Donna morta all’ospedale di Vibo, inchiesta interna dell’Asp: “Ecco come sono andati i fatti”
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Dopo la morte di una donna di 40 anni all’ospedale “Jazzolino”, il direttore generale dell’Asp Angela Caligiuri ha disposto, immediatamente, un’inchiesta interna volta a raccogliere ogni informazione utile a fare chiarezza sul drammatico evento. A tal fine, in prima mattinata, ha convocato i direttori delle UU.OO. dove la signora ha ricevuto assistenza nei vari momenti della sua permanenza in ospedale e il medico di famiglia che ha prestato assistenza alla stessa presso il suo domicilio ed inoltre il direttore sanitario del presidio ospedaliero, il responsabile del Rischio Clinico e il rappresentante delle Professioni sanitarie. Secondo quanto spiega una nota dell’Asp, “i sanitari presenti hanno riferito che la signora ha avuto un primo accesso al Pronto soccorso in data 21 marzo alle ore 04.00 circa ed è stata dimessa alle ore 8.15, in considerazione del miglioramento delle sue condizioni e soprattutto dal risultato degli esami clinici effettuati che non mostravano alterazioni dei valori ematici. All’atto della dimissione è stata formulata diagnosi di gastroenterite con prescrizione di specifica terapia e consigliato successivo controllo dal medico curante. Lo stesso giorno durante le prime ore pomeridiane, la paziente si è ripresentata al Pronto soccorso lamentando ulteriori sintomi. Il medico di turno ha disposto la riesecuzione degli esami ematochimici, ha dato inizio alla terapia sintomatica e ha mantenuto la paziente in osservazione. Mentre si attendevano i risultati degli esami eseguiti, è sopraggiunto un peggioramento del quadro clinico e lo stesso sanitario ha somministrato ulteriori terapie e contestualmente ha richiesto consulenza specialistica a supporto di un completo inquadramento dello stato clinico. A questo punto lo specialista interessato ha rilevato alterazioni preoccupanti tant’é che ha disposto l’immediato trasferimento in UTIC della paziente. In tale reparto sono stati effettuati ulteriori accertamenti clinico-diagnostici, dai quali si è rilevata la gravità del caso, tanto da richiedere l’intervento del medico rianimatore e dello specialista nefrologo anche per verificare la possibilità di un trasferimento presso il Policlinico di Germaneto per interventi medici di alta specialità. Ma l’ulteriore peggioramento e il precipitare del quadro clinico complessivo non hanno permesso il trasferimento della paziente. Nonostante i molteplici tentativi (circa 2 ore) di rianimazione alle ore 21.40 è sopraggiunto il decesso. Nella stessa serata il direttore generale dell’Asp e gli stessi primari dei reparti che hanno avuto in cura la signora, hanno richiesto al direttore sanitario dell’ospedale di dare avvio a tutte le procedure necessarie all’effettuazione del riscontro diagnostico sulla salma della paziente, per accertare completamente l’evoluzione del quadro clinico che ha portato al drammatico epilogo. Il direttore sanitario ospedaliero ha pertanto proceduto al recupero di tutta la relativa documentazione sanitaria per richiedere al Servizio di Medicina Legale, così come prevede la normativa, il riscontro diagnostico informando immediatamente di questa procedura la famiglia. Subito dopo è intervenuta la Procura della Repubblica che ha aperto una indagine e avviava tutte le procedure previste dalla legge”. L’Azienda sanitaria, “al fine di chiarire ogni aspetto riguardante questa grave vicenda, si rende disponibile a collaborare, per quanto necessario e soprattutto per tutelare l’interesse collettivo della verità, con gli organi competenti per ogni utile azione che gli stessi riterranno opportuna e indispensabile”. Il direttore generale Angela Caligiuri rivolge il suo unico pensiero alla giovane Signora che è deceduta prematuramente ed improvvisamente presso l’ospedale cittadino e oltre ad esprimere profonda tristezza, manifesta autentico sentimento di vicinanza alla famiglia, al marito, ma soprattutto ai figli che in tenera età si trovano drammaticamente privati del calore e dell’affetto materno.
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