Commissione parlamentare antimafia in arrivo a Vibo, il plauso del sindaco Limardo

"Apprendiamo ed accogliamo con  favore l’annuncio del presidente della Commissione parlamentare antimafia senatore Nicola Morra, di un prossimo sopralluogo della Commissione nella città di Vibo Valentia. Così come condividiamo l’appello lanciato ai livelli più alti delle istituzioni  dal procuratore della Repubblica di Vibo Valentia Camillo Falvo, 'è importante che questo focus rimanga acceso. Cerchiamo di tenere alta l’attenzione per evitare di cadere nel dimenticatoio perchè altrimenti da soli non ce la possiamo fare'”.

E' quanto si legge in una nota sottoscritta dal sindaco di Vibo Valentia, Maria Limardo

"Come sindaco della città di Vibo Valentia - prosegue Limardo  - intendo  ringraziare il senatore Nicola Morra e tutta la Commissione parlamentare antimafia, il procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri, il procuratore della Repubblica Camillo Falvo, e tutte le forze di polizia per il lavoro che stanno portando avanti sull’intero territorio calabrese ed in particolare su quello vibonese. Un lavoro di cui abbiamo già sperimentato gli effetti positivi e che  - siamo certi - restituirà la serenità ad ogni settore delle nostre comunità".   

 

Wanda Ferro (FdI) chiede di “Assicurare il regolare funzionamento della Commissione antimafia”

“Nonostante le difficoltà legate all’emergenza coronavirus, riteniamo si debba assicurare il regolare funzionamento della Commissione parlamentare antimafia”.

A chiederlo è il segretario della Commissione antimafia Wanda Ferro, anche a nome degli altri parlamentari del gruppo di Fratelli d’Italia in Commissione, Luca Ciriani e Antonio Iannone.

“Oggi più che mai è necessario che la Commissione si riunisca, come le commissioni permanenti, naturalmente adottando gli accorgimenti tecnici necessari a garantire la sicurezza di tutti gli addetti ai lavori.  E’ doveroso infatti che, proprio nel corso dell’emergenza, la Commissione dia il proprio contributo in termini di analisi e proposte, considerato l’alto livello di allarme che è stato sollevato da autorevoli magistrati antimafia, dal procuratore nazionale Cafiero De Raho, ai procuratori Gratteri, Bombardieri, Lombardo. E’ necessario assicurare la massima attenzione e una immediata capacità di reazione da parte del Parlamento per contrastare gli appetiti delle organizzazioni mafiose sui grandi flussi di liquidità destinati ad assicurare la ripartenza del sistema economico nazionale, ma anche per tenere alta l’attenzione sul rischio di infiltrazioni criminali nel tessuto produttivo colpito dalla crisi, con effetti distorsivi sull’economia legale, e sui tentativi della criminalità di inserirsi nelle situazioni di disagio per riconquistare consenso sociale attraverso il proprio ‘welfare’. Per questo chiediamo anche al presidente Morra di sollecitare la presidente del Senato Casellati e ai capigruppo di Palazzo Madama affinché vengano superate al più presto le difficoltà di natura tecnica per favorire una ripresa dei lavori della Commissione antimafia”.

I mafiosi scarcerati ed il silenzio degli indecenti

C’erano due mafiosi in gattabuia: benissimo. Ora i due mafiosi sono a spasso. Hanno segato le sbarre? Hanno trovato un cunicolo come il futuro conte di Montecristo? Ma no, sono usciti dalla porta principale con tante scuse, perché il magistrato ha lasciato scadere i termini e non ha depositato la sentenza. Quali le cause? Beh, spero che gli ispettori le appurino e le rendano pubbliche. Certo che a me viene da ridere amaramente. Qui voglio però elencare coloro i quali, solitamente loquaci come un congresso mondiale di pappagalli, gazze e merli, sono stati colti da improvvisa afonia, e non hanno espresso il benché minimo commento:

-          Bindi Rosi, la commissione antimafia e i suoi consulenti, così facondi di parole sui gatti di Platì;

-          I deputati, senatori e consiglieri regionali e i sindaci, eccetera;

-          Bova Arturo e la commissione anti ‘ndrangheta;

-          Musella Adriana;

-          La sua università antimafia di Limbadi;

-          L’università di Cosenza, quella vera;

-          Il suo misterioso corso di laurea della resistenza;

-          Don Ciotti, don Mazzi eccetera;

-          I professori dei progettoni antimafia;

-          Gli scrittori antimafia, con particolare riferimento a Gangemi;

-          La magistratura: nobile eccezione, Nicola Gratteri che è andato giù pesante.

-          L’avvocatura;

-          Eccetera.

 Perché ho dimenticato la Giunta di Alto Profilo? Perché il suo unico pensiero è nominare primari nella sanità. Intanto i mafiosi, mentre passeggiano, esprimono sentimenti di sincera gratitudine.

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Commissione antimafia: "Verona è a rischio 'ndrangheta"

"Verona è il punto più fragile del Veneto e ci sentiamo di segnalare che la consapevolezza sul livello 'ndranghetista e mafioso nel territorio è ancora insufficiente".E' quanto hanno affermato i membri della Commissione parlamentare bicamerale antimafia riunitasi a Verona, sotto la guida della presidente Rosy Bindi. "Questa - ha dichiarato Rosy Bindi - è ancora una regione per cui si può usare la parola infiltrazione e non insediamenti e non vorremmo che a episodi sporadici seguisse un radicamento, come avvenuto in altre regioni. Dagli elementi che abbiamo raccolto - ha aggiunto - ci sentiamo di chiedere alla Prefettura e al Comitato di sicurezza, anche alla luce di recenti fatti analizzati dalle procure di Bologna, Brescia e Catanzaro, di rivalutare la possibilità della nomina di una Commissione di accesso al Comune di Verona e magari anche in altri comuni che hanno visto il verificarsi di fatti inquietanti, di rapporti tra amministrazione ed associazioni criminali".

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